Yan Lianke ripensa a suo padre

In by Gabriele Battaglia

Esce il 20 settembre Pensando a mio padre, romanzo intimista sulla figura del padre del grande scrittore Yan Lianke. La vita della famiglia dell’autore è quella di una famiglia qualsiasi di contadini a metà del secolo scorso nelle sconfinate pianure solcate dal fiume Giallo. China Files ve ne regala uno stralcio in anteprima (per gentile concessione della casa editrice nottetempo).
Se fino a oggi ho sempre scritto cose diverse da tanti altri riguardo ai giovani istruiti, immagino sia perché la percezione comune è che essi portarono la civiltà nelle aree rurali, in quanto solo con la loro apparizione nei villaggi di campagna la gente poté entrare in contatto con la civiltà e la cultura delle città. Per quanto mi riguarda, la mia convinzione piú intima è che la loro apparizione dimostrò come il divario di opportunità fra città e campagna fosse molto piú grande di quanto alcuni avessero in origine potuto pensare e come ci fosse molto di piú della semplice venerazione e invidia della campagna nei confronti della città: c’era anche il congenito disprezzo dei giovani istruiti per la campagna e i contadini.

In realtà le quattro modernizzazioni, cosí come vengono descritte nei libri di testo, compresa quella delle aree rurali, sono soltanto un bel sogno, una favola per bambini. La partenza dei giovani istruiti mi fece vagamente capire che, invece di restare al villaggio ad aspettare che si compisse il mio destino, avrei fatto molto meglio a darmi da fare per trovare una via di fuga dalla mia terra e provare a cambiare qualcosa. Forse era stato l’incontro con la mia compagna di banco proveniente da Luoyang, quando ancora frequentavo la seconda elementare, a far germogliare in me prematuramente il desiderio di andarmene via, ma fu l’arrivo dei giovani istruiti a nutrire e gonfiare a dismisura quel seme appena spuntato.

Cominciai a sperare ardentemente che prima o poi avrei davvero lasciato il mio paese per andare in città. Come un traditore pronto a fuggire alla prima occasione, giorno dopo giorno tenevo gli occhi spalancati in cerca della prima opportunità che il destino volesse offrirmi e scrutavo ogni attimo del futuro che si stendeva dinanzi a me. Poi un giorno, all’improvviso, accanto al letto di mia sorella trovai un romanzo dal titolo La linea di demarcazione della scrittrice Zhang Kangkang.

Oggi, a distanza di oltre trent’anni, non ricordo piú nulla della storia, della trama e dei particolari di quel libro, però ricordo la breve presentazione che compariva, come sempre, sulla quarta di copertina: Zhang Kangkang, originaria della città di Hangzhou, era stata mandata come giovane istruita a rieducarsi nel Grande Nord, dove aveva scritto il romanzo che era stato sottoposto a revisione e pubblicato da una casa editrice di Harbin. Da una zona remota del Grande Nord, poi, si era trasferita nella capitale provinciale Harbin e lí era rimasta.

Ciò che lessi in quella presentazione mi colpí all’istante come un fulmine: dunque, scrivere un libro poteva rappresentare un’occasione per lasciare la campagna e andare in città. E cosí in quel periodo, intorno al 1975, nacque in me l’idea di scrivere, si piantò e mise radici dentro di me il seme di una volontà prepotente e sfrontata: comporre un romanzo, pubblicarlo e trasferirmi finalmente in città.

*Scrittore di chiara fama, Yan Lianke è nato nel 1958 da una famiglia di contadini nelle sperdute campagne dello Henan. In Cina molti dei suoi libri sono stati ritirati dalle librerie; in Italia sono stati tradotti: Servire il popolo (Einaudi, 2006), Il sogno del Villaggio dei Ding (Nottetempo, 2011) e Pensando a mio padre (Nottetempo, 2013). Su Caratteri Cinesi la traduzione di alcuni inediti (per gentile concessione dell’autore).