Xinjiang – Il turismo contro il terrorismo

In by Simone

Il turismo nello Xinjiang è calato del 40 per cento rispetto a l’anno scorso. Così i funzionari locali daranno un incentivo di quasi 60 euro a ogni turista che si recherà nella regione recentemente scossa da una serie di attentati di stampo terroristico. E un treno ad alta velocità accorcerà le distanze tra Pechino e Urumqi. L’obiettivo è far crescere il Pil della regione.
Secondo fonti governative, nell’ultimo mese, nella regione sarebbero state arrestate più di 300 persone e 23 gruppi estremisti sarebbero stati sciolti. Proprio ieri ci sono state nove condannate a morte e 81 persone incarcerate per reati come omicidio, incendio doloso e appartenenza a un’organizzazione terroristica. La settimana scorsa 55 persone sono state accusate in un processo pubblico svoltosi in uno stadio.

Le organizzazioni per i diritti umani sollevano dubbi su processi così complessi estinti in pochi giorni. Ma il presidente Xi Jinping ha chiesto "muri di rame e barriere di ferro" e "reti dalla terra fino al cielo" per fermare il terrorismo. La massiccia operazione contro il terrorismo avviene dopo che negli ultimi mesi si sono susseguiti una serie di attacchi violenti nello Xinjiang e in altre città della Cina. L’ultimo, il 22 maggio, ha provocato 39 morti in un mercato di Urumqi. Le autorità accusano delle violenze i separatisti uiguri, l’etnia musulmana e turcofona dello Xinjiang.

Quella dell’incentivo economico per i turisti “è una decisione speciale resa necessaria in tempi speciali” ha dichiarato il direttore dell’ufficio del turismo regionale Li Wenqing al quotidiano di Hong Kong South China Morning Post. Nei primi tre mesi del 2014 la regione è stata visistata da 240mila turisti, il 5 per cento in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Li ha aggiunto: “Saremmo grati se i risultati saranno positivi e  permetteranno alla crescita del turismo nello Xinjiang di continuare”.

Lo Xinjiang, che in cinese vuol dire Nuova Frontiera, era il luogo dove passava la famosa via della seta, principale rotta commerciale tra oriente e occidente dell’antichità. Si tratta di una serie di oasi nel deserto, passaggio obbligato di cultura, religioni e merci per almeno due millenni.  Siamo a 3200 chilometri da Pechino che estese il suo impero fin qui la prima volta nel II secolo d.C. Da allora la sua storia è stato un susseguirsi di regni indipendenti e di dominazioni cinese. L’ultima volta fu conquistato nel 1949 dall’esercito di Mao Zedong. Da allora gli uiguri sono anche ricorsi al terrorismo. Pechino da allora mette in atto politiche di repressione delle peculiarità culturali accompagnate da incentivi allo sviluppo economico.

Entro la fine dell’anno, infatti, verrà inaugurata la prima linea ferroviaria ad alta velocità. I treni, lanciati a 250 chilometri orari, diminuiranno di 10 ore il lungo viaggio tra Pechino e Urumqi. La nuova ferrovia, del costo di 23 miliardi di dollari, avrà un protocollo di sicurezza molto rigido e personale armato a bordo. Ma se tutto andrà secondo i piani di Pechino, riuscirà a trasportare milioni di passeggeri l’anno favorendo le politiche di sostegno in materia di occupazione, istruzione e riduzione della povertà per il Xinjiang che Pechino pensa aiuteranno a sconfiggere il terrorismo nella regione.

Secondo quanto dichiarato a Reuters da Li Wenqing, un alto funzionario dell’ufficio del turismo dello Xinjiang, anche grazie a questo treno “entro il 2015 il turismo costituirà più del 10 per cento del Pil regionale e stimolerà a sua volta lo sviluppo di altri settori economici”.

[Scritto per Il Fatto Quotidiano]