Xiaomi si prepara a sbarcare nella Terra del Fuoco

In Cina, Innovazione e Business by Fabrizia Candido

Di Marcos Gonzalez Gava, originariamente pubblicato in spagnolo da ReporteAsia il 10 marzo 2022 e ripubblicato e tradotto da China-Files nell’ambito di un accordo di collaborazione.

La provincia della Terra del Fuoco, nel sud dell’Argentina, è da tempo diventata il centro di assemblaggio dei marchi asiatici in America Latina, a cui presto si unirà anche l’azienda cinese Xiaomi, come confermato da ReporteAsia.

Marchi come Samsung, LG, Motorola, Sanyo, tra gli altri, sono oggi già presenti nella provincia del meridione argentino per fornire al mercato locale la tecnologia asiatica.

Antonio Ren, Country Manager di Xiaomi Chile, ha dichiarato in un’intervista a ReporteAsia che “i nostri smartphone nella Terra del Fuoco inizieranno a essere prodotti per la prima metà di quest’anno”.

Per ora i dettagli del progetto sono riservati, ma Xiaomi cerca di generare una maggiore consapevolezza del proprio marchio nel mercato argentino sotto lo slogan “the honest price“, con cui mira a superare i suoi concorrenti già affermati.

Secondo Antonio Ren, Xiaomi sta “mantenendo una stretta comunicazione con i partner locali valutando possibilità e modalità di operazione”; indiscrezioni suggeriscono una collaborazione insieme alla società Etercor, già suo distributore nel mercato argentino.

La produzione di elettronica di consumo in Argentina è praticamente concentrata per intero nella provincia della Terra del Fuoco, più precisamente nell’Area doganale speciale (AAE), istituita dalla Legge 19.640. L’ubicazione delle imprese nell’arcipelago si spiega con la validità del Regime di Promozione Economica della citata legge (e modifiche), che concede benefici fiscali e doganali all’attività svolta nella provincia, nonché alle vendite destinate al resto del paese.

All’interno della provincia, la maggior parte degli stabilimenti produttivi si trova nella città di Río Grande (circa l’80%), mentre il resto è nella città di Ushuaia.

(Traduzione di Fabrizia Candido)