Wenchan ban – Limbic Man

In by Gabriele Battaglia

Un’etichetta discografica nata dal «social dei giovani» e il nuovo spettacolo portato a spasso per la Cina, con due band tra le più interessanti degli ultimi anni: «un’esperienza audio-visiva di DOC e Duck Fight Goose. D-Force è un’etichetta discografica, creata un paio d’anni fa dal portale internet douban.com, una piattaforma che raccoglie informazioni su qualsiasi prodotto ed evento culturale. Il sito è talmente popolare e seguito che non a caso è stato coniato il termine Douban qingnian (gioventù di Douban) per indicare quei giovani nati dagli anni ’80 in poi, attenti a nuove tendenze e consumi culturali.
Forte di un simile background, D-Force si è imposta subito come etichetta solida, capace di investire in band e di pubblicare dischi di qualità (persino in vinile!).

Per celebrare la pubblicazione di due nuovi importanti dischi, l’etichetta ha prodotto lo spettacolo «Limbic Man», che come recita il sottotitolo è «un’esperienza audio-visiva di DOC e Duck Fight Goose», le band che hanno presentato le loro nuove uscite e che, con uno show ben prodotto e curato, hanno espanso la tipica esperienza del concerto immergendosi letteralmente in uno spazio fatto di schermi e proiezioni ad accompagnamento della musica.
Limbic Man ha toccato 4 città; lo spettacolo ha rivelato uno sforzo produttivo non indifferente, dal concepimento all’allestimento, ma in verità con un riscontro di pubblico non sufficiente. Lo abbiamo visto nella tappa pechinese: sala affollata, ma non piena, e la sensazione che per la maggior parte fossero biglietti omaggio, come quelli del sottoscritto.

Seppur con qualche eccesso produttivo, è stata però la musica la vera protagonista
. Hanno aperto i DOC (sta per Dalian Obscure Club), di Dalian. Una volta si chiamavano Doc Shock Talk, nome con il quale il gruppo ha realizzato Lights of Detour, per Modern Sky, un disco eterogeneo e proprio per questo piacevole. Con il cambio nome il gruppo ha anche virato il proprio genere verso un territorio decisamente più strumentale e tecnicamente più complesso, vicino a certo post-rock (vengono in mente soprattutto Tortoise e Fridge). Musica quadrata, ripetitiva ma che rivela un certo calore nei suoi angoli più nascosti.

Ma la band più attesa sono stati sicuramente i Duck Fight Goose di Shanghai. Anche loro sono al secondo disco dopo il debutto del 2011, Sports (per Maybe Mars), uno dei migliori dischi di quell’anno, intelligente e avventuroso. Ora, anche loro si presentano con la nuova uscita per D-Force, dal titolo CLVB ZVKVNFT, con un suono decisamente diverso rispetto al passato: hanno abbandonato le chitarre e sposato totalmente l’elettronica. Il nuovo disco suona come un incubo tecnologico in cui l’innovazione rock dei Radiohead sposa le elucubrazioni elettroniche di Aphex Twin, ma il tutto è virato verso la disco. Un ascolto non facile, che ha smosso il pubblico pechinese (anche in senso letterale, con accenni di ballo), ma non senza qualche difficoltà nel seguire il ritmo.

*Edoardo Gagliardi, laureato in studi orientali, ha ottenuto un dottorato in cinema cinese contemporaneo presso l’Università di Roma La Sapienza, dopo un periodo di studi alla Peking University. Vive a Pechino da diversi anni dove lavora su progetti e coproduzioni cinematografiche tra Italia e Cina, collaborando in passato con il desk ANICA di Pechino. Nel tempo libero si interessa di musica, una volta anche con il blog Beijing Calling, su queste pagine. «I Wenchan Ban 文产办 sono gli uffici di promozione delle industrie culturali che si trovano in molti governi locali cinesi. Il Wenchan Ban di China Files è diretto da Edoardo Gagliardi, e il suo compito è quello di raccontare e promuovere ogni due settimane le nuove storie di cinema, musica e dell’industria culturale cinese, del loro mercato e dei loro protagonisti» [E.G.].