Festa di Primavera, o Capodanno Cinese. L’inizio dell’anno lunare è il momento in cui si torna a casa; si visitano i parenti; si fanno ravioli e infine si sparano i botti. Così mentre i petardi echeggiano per le strade e piazze di tutto il paese c’è finalmente tempo di ascoltare con più calma cosa ci ha lasciato l’anno trascorso. Alcuni suggerimenti per un chunjie scoppiettante e rock. Alpine Decline – Life’s Gasp
Non sono esattamente cinesi, ma hanno vissuto a Pechino per alcuni anni (fino a pochi mesi fa) dove hanno lasciato alcuni dischi importanti. Una coppia marito-moglie americana, che ha mescolato chitarra-voce-batteria in delay a nastro e registrazioni analogiche. Sonorità ipnotiche, umorali e psichedeliche. Il loro album precedente Ink era fatto con synth analogico modulare, la loro nuova passione, ma con Life’s Gasp tornano al rock e, coinvolgendo il produttore (e voce dei PK14) Yang Haisong al basso, raggiungono davvero un nuovo apice. Psichedelia analogica essenziale ma mai troppo ruvida, di cui Pechino andrà sempre fiera.
Wang Wen – Sweet Home, Go
Sono il gruppo post-rock cinese per eccellenza. Vengono da Dalian, sono atttivi ormai da una decina d’anni e Sweet Home, Go è il loro nono album. Non ci sono grandi novità nel loro suono, fatto di lunghe suite per lo più strumentali, dominate da chitarre sognanti. Forse qui sono diventati ancora più ambiziosi con arrangiamenti e strumentazione più ricchi. Ma Wang Wen sono sempre una certezza e ormai un caposaldo dell’indie rock cinese.
Hanggai – Horses of colors
Sono tra i gruppi cinesi più apprezzati dagli stranieri laowai perché hanno saputo virare la sempre esotica tradizione folk mongola in una forma più digeribile e coinvolgente. Ma con Horses of Colors si spingono oltre, realizzando un disco decisamente rock, quasi hard rock e blues in certi momenti. Complice la produzione di Bob Ezrin (una pietra miliare del rock internazionale), gli Hanggai sono ormai un ibrido che ha lasciato le iurte per rinnovare la propria tradizione in una nuova forma di rock globale per platee sempre più grandi.
Di Horses of Colors abbiamo già parlato su queste pagine
*Edoardo Gagliardi, laureato in studi orientali, ha ottenuto un dottorato in cinema cinese contemporaneo presso l’Università di Roma La Sapienza, dopo un periodo di studi alla Peking University. Vive a Pechino da diversi anni dove lavora su progetti e coproduzioni cinematografiche tra Italia e Cina, collaborando in passato con il desk ANICA di Pechino. Nel tempo libero si interessa di musica, una volta anche con il blog Beijing Calling, su queste pagine. «I Wenchan Ban sono gli uffici di promozione delle industrie culturali che si trovano in molti governi locali cinesi. Il Wenchan Ban di China Files è diretto da Edoardo Gagliardi, e il suo compito è quello di raccontare e promuovere ogni due settimane le nuove storie di cinema, musica e dell’industria culturale cinese, del loro mercato e dei loro protagonisti.» [E.G.]