Con la morte dell’ex premier e presidente del Milan, il web cinese si riscopre fan del calcio italiano – WeiboLeaks è la rubrica sul mondo social cinese a cura di Lucrezia Goldin
Meno male che Weibo c’è. La notizia della morte dell’ex presidente del Consiglio italiano, Silvio Berlusconi, è arrivata anche oltre la muraglia digitale. Per alcune ore nel pomeriggio di lunedì 12 giugno l’hashtag #Berlusconi è morto ( Bèilúsīkēní qùshì, 贝卢斯科尼去世) è stato tra i primi dieci trending topics della piattaforma di microblogging Weibo e ha totalizzato oltre 110 milioni di visualizzazioni. Diversi anche i video su Douyin (versione originale cinese di Tik Tok) e Bili Bili, che hanno raccolto i momenti salienti della carriera da presidente del Milan del leader di Forza Italia.
Niente politica – Un uomo che ha avuto una vita «ricca e interessante», secondo gli utenti cinesi, un «sempreverde della politica italiana» che per quanto criticato «ha fatto la storia dell’Italia». Forse complice il rapporto complesso che l’ex presidente del Consiglio ha avuto nel corso degli anni con la Cina (celebre la frase dell’ex premier secondo cui «i cinesi comunisti mangiavano i bambini in tempi di carestia»), il quadro che emerge dai social è fatto di commenti generalisti, scarno di riferimenti politici e ricco di cordoglio in chiave social. «Per quanto piena e ricca possa essere la vita di ciascuno, alla fine non si può sfuggire al destino», scrive un utente. «Riposa in Pace», segue un altro.
Tra le emoji di candele e mani giunte in segno di lutto, condivisa anche una fotografia storica che ritrae la passeggiata di Berlusconi nel 2005 per le vie di Mosca a fianco dell’allora segretario del Partito comunista cinese Hu Jintao. «Come era di buon umore, a testa alta, con un portamento pari a quello dei leader delle grandi nazioni accanto a lui», recita la didascalia dell’utente Weibo. In quell’occasione insieme ai due erano presenti anche il presidente russo Vladimir Putin, e l’allora presidente americano George W. Bush, riuniti per le celebrazioni per il 60esimo anniversario della vittoria dell’Armata Rossa contro i nazisti a Mosca.
Il re del calcio – Ma di Berlusconi il web cinese ha ricordato soprattutto il ruolo da presidente del Milan. Un riflesso di quel sogno del pallone che la Cina non è mai riuscita a raggiungere davvero e dell’attaccamento alla squadra rossonera sfumato con la disastrosa gestione dell’imprenditore Li Yonhong, che nel 2016 aveva acquistato il club per poi cederlo a causa dei debiti accumulati . Non un uomo politico, dunque, per la Cina Berlusconi è il «re del calcio». Diversi articoli e blog in lingua cinese si augurano per lui «che ci sia il calcio in paradiso». Qualcuno lo definisce «il miglior presidente di una squadra nella storia del calcio», mentre per altri era «davvero un uomo di successo» perché aveva «Potere, donne e pallone». Anche su Douyin, i video raccontano le avventure calcistiche dell’ex premier, celebrando l’ex presidente dell’AC Milan a suon di Tik Tok con sfondi musicali cinesi.
Presente a colorare di italiano la piattaforma cinese Weibo il messaggio bilingue dell’ex attaccante del Milan, Filippo Inzaghi, che sul suo profilo ufficiale Weibo ha scritto: «Porterò sempre nel cuore la sua intelligenza, la sua capacità di circondarsi sempre di persone valide e perspicaci (…) Insieme a Lei abbiamo scritto tante pagine speciali del calcio italiano e Lei per me rimarrà sempre e solo l’unico, grande Presidente». In cinese invece il messaggio del profilo del Milan, che recita: «Berlusconi e il Milan, una storia bellissima».
Per un momento l’Italia è tornata sulle pagine dei social cinesi, che anche se con uno sguardo attento alla dimensione calcistica, riconosce nella morte di Berlusconi un evento storico. Il Milan come specchio dell’Italia, per sottolineare che «dopo l’addio a Ibrahimovic, il licenziamento di Maldini e la morte di Berlusconi, in soli otto giorni il Milan ha detto addio a un’era».
Giornalista praticante, laureata in Chinese Studies alla Leiden University. Scrive per il FattoQuotidiano.it, Fanpage e Il Manifesto. Si occupa di nazionalismo popolare e cyber governance si interessa anche di cinema e identità culturale. Nel 2017 è stata assistente alla ricerca per il progetto “Chinamen: un secolo di cinesi a Milano”. Dopo aver trascorso gli ultimi tre anni tra Repubblica Popolare Cinese e Paesi Bassi, ora scrive di Cina e cura per China Files la rubrica “Weibo Leaks: storie dal web cinese”.