“Auroville vuole essere una cittadina universale dove uomini e donne di ogni Paese possano vivere in pace ed armonia, al di sopra di ogni credo, della politica e di ogni nazionalità. L’obiettivo di Auroville è la realizzazione dell’unità umana”. Così si apre il pamphlet illustrativo di Auroville, comunità che sorge ad una manciata di chilometri da Pondicherry, nell’India meridionale. La realizzazione di questo “laboratorio di umanità” si deve alla visione di due asceti del secolo scorso: l’indiano Sri Aurobindo e Mirra Alfassa, ex bohemienne francese convertita all’ascetismo e meglio nota, oggi, come La Madre.
Auroville fu fondata nel 1968 da un gruppo di giovani hippie che, seguendo le direttive della Madre, si misero letteralmente a scavare le fondamenta della cittadina nel bel mezzo di un’appezzamento di terra di 25 kmq, arido e semi-desertico. Gli osservatori del tempo, anche tra gli hippie di Goa, li consideravano un branco di pazzi che presto sarebbero tornati ai viaggi lisergici della costa tropicale indiana.
Ma l’esperimento di Auroville, “una città in divenire”, dopo quasi 50 anni è ancora vivo più che mai. Il deserto ha lasciato il posto a una vegetazione rigogliosa piantata dagli stessi aurovilliani, e oggi questa apparentemente assurda comunità alternativa conta quasi 2500 abitanti da oltre 50 nazionalità diverse. Assurda nell’accezione migliore del termine, poiché il primo impatto con la cittadina è sinceramente destabilizzante.
Sviluppata secondo una pianta “a costellazione”, Auroville è formata da una serie di “unità” sparpagliate in mezzo alla giungla. Al centro sorge il Matrimandir, una sorta di tempio a forma sferica ricoperto d’oro, luogo di pace dove gli aurovilliani possono meditare e cercare, come dice la Madre, “la risposta all’aspirazione alla perfezione dell’uomo”. Le varie unità, dai nomi evocativi come Inspiration, Elevation, Shanti e Sincerity, ospitano zone residenziali avveniristiche, laboratori di artigianato, campi per coltivazioni biologiche, scuole, campi sportivi, atelier di artisti. Il mix di culture e tradizioni che offre Auroville è in bella mostra al ristorante del Visitor Center, dove la bacheca nei pressi dell’entrata ospita volantini per corsi di meditazione, pittura, scultura, arti circensi, taiji, qi gong e molto altro.
Le boutique del Visitor Center espongono il frutto delle attività produttive di Auroville, uno dei mezzi di sostentamento dell’intera comunità che, coi proventi della vendita, rimpingua l’enorme “cassa comune” aurovilliana, dalla quale l’amministrazione attinge per pagare i servizi offerti dalla cittadina come, ad esempio, le ambitissime scuole sperimentali. Dopo aver fatto un giro al Matrimandir – che potrete vedere solo dall’esterno – e nel Visitor Center, dove pannelli illustrativi, plastici e video raccontano la nascita di Auroville, prendete una mappa alla cassa della libreria e dirigetevi in direzione nord verso la Ganesh Bakery.
Dopo un caffé – americano! – e un croissant al cioccolato, nei pressi della panetteria potete visitare il laboratorio Swaram (link 1), dove vengono creati a mano strumenti musicali tradizionali e sperimentali. Chiedete a uno dei commessi di suonare per voi una delle Sound Stones, massicce rocce nere levigate che, strofinate con le mani leggermente inumidite, emettono impressionanti vibrazioni armoniche. Un altro luogo imperdibile è il supermercato Pour Tous che purtroppo, nonostante il nome, è riservato agli aurovilliani, un supermercato ad abbonamento fisso dove la merce in vendita è esposta senza prezzo, educando il consumatore a una spesa responsabile.
Questo perché ad Auroville non ci sono leggi, non ci sono regole scritte, non c’è polizia e, sostanzialmente, non ci sono doveri, ma regna – o almeno dovrebbe – il buon senso e il “patto morale” stipulato al momento dell’entrata nella comunità. Niente alcool, sigarette tollerate ma non incentivate, assolutamente niente droghe. Se anche voi sarete stregati dal fascino di questa comunità alternativa, potete chiedere al Town Hall – il municipio – di iniziare la procedura per diventare aurovilliani: alcuni mesi di prova, in cui dovrete trovarvi un lavoro nelle decine di unità produttive della comunità, due anni da “newcomer” e, se l’Entry Commitee valuterà positivamente la vostra esperienza nella comunità, diventerete parte integrante della città dell’aurora.Tutto così facile? Neanche per sogno.
Ogni aurovilliano deve lavorare e contribuire al sostentamento della comunità, non si batte la fiacca. E d’estate le temperature arrivano fino a 45 gradi. Se cercate relax, leggerezza o un santone che vi mostri la Via, farete meglio a recarvi altrove. Gli ex hippie di Auroville, a Goa, non ci sono tornati mai.
Mangiare. Se pernottate in una guesthouse di Auroville avrete diritto a mangiare alla Solar Kitchen, la mensa degli aurovilliani che ogni giorno offre un menù sano e biologico a prezzi ottimi (fino a 150 rupie, intorno ai due euro). Lungo l’arteria principale di Auroville sorgono diversi ristorantini locali, con piatti a base di riso a 30/40 rupie, 40/50 cent. Se state viaggiando in India da molto e iniziate ad essere nostalgici dei sapori di casa, dovete assolutamente cenare al ristorante Tanto, gestito dal signor Daniel, originario di Pisa. La pizza pisana (pomodoro, melanzane e formaggio) è senza dubbio una delle più buone che potrete trovare nel continente asiatico (240 rupie, poco più di tre euro).
Dormire. Auroville offre diverse guesthouse, con posti letto a partire da 150 rupie al giorno (due euro) fino a diverse migliaia. Gli hotel non-aurovilliani, appena fuori i confini della comunità, sono leggermente più convenienti, ma vale la pena soggiornare all’interno di Auroville per avere diritto alla guest card, la “carta prepagata” con la quale potrete pagare all’interno degli esercizi riservati agli aurovilliani, come la Solar Kitchen. Un elenco esaustivo delle diverse guesthouse di Auroville è disponibile sul sito internet della comunità (per informazioni, vedi link in basso).
Arrivare. Auroville dista una decina di chilometri da Pondicherry e, dall’Italia, è bene considerare come aeroporto d’arrivo quello di Chennai, capitale del Tamil Nadu. I voli della Kuwait Airways e della Emirates collegano Chennai ai maggiori aeroporti italiani (un biglietto andata e ritorno costa su per giù 600 euro). Il viaggio da Chennai ad Auroville si copre in poco meno di tre ore. Gli autobus dalla stazione CMBT sono frequenti e costano 70 rupie (meno di un euro). In alternativa potete affittare un taxi, per non meno di 2500 rupie (circa 35 euro). Auroville offre un servizio di taxi speciale a prezzi concorrenziali (1500 rupie, sui 21 euro). Per prenotare un taxi di Auroville contattate l’Auroville Transport Service o la UTS Unity Transport (per informazioni, vedi link in basso). Auroville è molto grande e per girarla è meglio affittare un motorino (100 rupie al giorno, 1,5 euro, ma dovrete contrattare) o una bicicletta (gratuita in molte guesthouse).
Per informazioni: Swaram Musical Instruments and Research – Auroville Transport Service – UTS Unity Transport – Auroville sito ufficiale
[Scritto per Oggiviaggi.it]