Pyongyang scopre la cultura del caffè. Un piacere che anche la classe media nordcoreana non disdegna, almeno tra chi è disposto a spendere l’equivalente di tre dollari e mezzo per una tazzina. I locali che offrono la bevanda nera sono in aumento. L’ultimo arrivato che propone la cosiddetta "terza ondata".
Gustarsi una tazza di caffè con uno sguardo su Pyongyang e sul fiume Taedong, all’orizzonte la fiamma di plastica della Torre del Juche, simbolo dell’ideologia dell’autosufficienza elaborata dal padre della patria Kim Il-sung e ora ancora alla base del regime dei Kim. L’ultima novità in tema nella capitale nordcoreana è l’Observatory Cafè. Se il caffè espresso si può trovare in diversi ristoranti della città, il nuovo locale punta tutto sulla cosiddetta “third wave”.
La terza onda nel mondo del caffè vuole avvicinare la bevanda alla cultura enologica. Grande attenzione per i dettagli e la qualità, dai chicchi alle caffettiere, al modo di servirlo. Il locale di Pyongyang possiede anche una piccola macchina per la tostatura. Certo non tutto è perfetto, ha spiegato Andray Abrahamian della Choson Exchange, organizzazione no-profit con sede a Singapore e Pechino e che si occupa di formazione nel campo dell’imprenditoria in Corea del Nord.
Per gli standard qualitativi della “third wave”, la materia prima era già un po’ troppo vecchia. Però Abrahmian ha parlato di un espresso “eccellente”, con sentore di nocciola e caramello, e di un cappuccino non male. Abbastanza per giustificare il prezzo di 3 dollari e mezzo a tazzina.
Locali del genere sono fatti per diplomatici, turisti, funzionari delle organizzazioni internazionali ed expat vari, ma attirano anche la nuova classe media. Come ha spiegato Abrahamian a Oggiviaggi.it, seduto in un localino tra gli hutong di Pechino sorseggiando un caffè freddo, oltre a qualche migliaia di nordcoreani ricchi, vicini al vertice del regime, a Pyongyang vivono anche centinaia di migliaia di persone con più soldi da spendere e voglia di consumare. È a loro che il governo guarda, disinteressandosi del resto del Paese a cui sostegno è arrivato la scorsa settimana un appello di cinque agenzie Onu, per raccogliere fondi pari a 29 milioni di dollari in aiuti per le emergenze umanitarie.
Alla fine del 2011 ad attirare l’attenzione degli amanti del caffè in viaggio in Corea del Nord fu invece l’apertura della joint-venture austriaco-nordcoreana Helmut Sachers Kaffee, sebbene sui menù sia stampato il nome Ryongwang Coffee Shop. Il locale si trova all’interno del Museo di storia nazionale, su piazza Kim Il-sung, ennesima dedica all’Eterno leader, nonno dell’attuale dittatore trentenne Kim Jong-un, terzo esponente della dinastia rossa da 65 anni al vertice del Paese.
“Difficilmente un palazzo avrebbe potuto essere più emblematico” della Repubblica popolare democratica di Corea, scriveva a novembre dello stesso anno il quotidiano tedesco Frankfurter Rundschau. Fu il primo a dare la notizia dell’apertura della caffetteria austriaca all’interno del monumento sul cui tetto svetta l’immagine alta 10 metri di un soldato che suona la carica, rappresentazione a suo modo del songun, la politica che mette i militari prima di tutto.
All’interno è invece possibile bere caffè viennese con panna montata e mangiare pasticceria e torte. A servirlo è personale coreano formato dagli austriaci. Anche in questo locale la clientela è composta principalmente da stranieri che animano la comunità internazionale della capitale, ma non mancano i nordcoreani disposti a spendere due euro per una tazza di cappuccino, o più per gustarsi le specialità della pasticceria.
Sempre legato alla comunità straniera, questa volta svizzera, è il café Pyulmori, non lontano dall’hotel Koryo, secondo più grande di Pyongyang, e una delle mete della ristorazione più gettonata da chi ha potere d’acquisto. La proprietà è in parte dell’organizzazione di volontariato Adra che con il ricavato finanzia progetti per sostenere la popolazione locale e dare cibo ai cittadini. Nel locale, aperto nel 2005, oltre al caffè è possibile ordinare venti diversi tipi di pane e prodotti da forno e almeno 35 tipi diversi di piatti della cucina occidentale. Si può così bere un sorso di caffè tra la clientela di giovani studenti locali, concentrati sui propri telefonini.
Mangiare. Si tenga presente che in Corea del Nord si può andare solo con pacchetti viaggio organizzati, che comprendono ristoranti e hotel; come singoli turisti non si può andare e pagare singoli servizi. Il Pyulmori, già citato è una delle possibilità offerte dalla città. Altra soluzione è il Chongryu Restaurant di fronte all’ambasciata di Romania, di solito compreso nei tour per i gruppi e dove è possibile mangiare hotpot, ognuno con il suo fornelletto personale. Sul fiume Taedong è invece ancorato il First Boat Restaurant, praticamente su piazza Kim Il-sung, dove e possibile mangiare varie pietanze della cucina coreana. Un tocco occidentale sono invece il Samtaesung, per gli amanti degli hamburger e un molto pubblicizzato, soprattutto sulla stampa estera, ristorante italiano su Kwangbok Street. Per chi viaggia con i tour operator i pasti sono compresi. Tra le pietanze tradizionali: gli spaghetti in brodo, Naengmyeon; il Bulgogi, ossia carne al barbecue che ognuno si cucina da sé, e il kimchi, le verdure fermentate.
Dormire. Lo Yanggakdo, su un’isoletta in mezzo al Taedong, è l’hotel in cui risiede la maggior parte dei turisti in visita nella capitale nordcoreana. L’albergo è un tre stelle occidentale, pari a un quattro stelle cinese, con bar, ristoranti, casinò. Alternative sono il Koryo Hotel costruito nel 1985 è considerato uno dei luoghi preferiti da uomini d’affari e diplomatici o, restando in prima classe, il Potongang Hotel.
Arrivare. Per il viaggio è utile appoggiarsi a uno dei tour operator specializzati che offrono pacchetti “tutto compreso” per il Paese. Tra i principali segnaliamo la Young Pioneer Tour o il Koryo Group. I prezzi variano da circa 750 euro a oltre 2.000 euro a seconda della durata del viaggio e del percorso. Pyongyang è raggiungibile in aereo da Pechino. La traversata dura due ore. Un volo Air China parte da 690 euro per andata e ritorno. L’Air China e la Air Koryo, la compagnia di bandiera della Corea del Nord, offrono entrambe circa tre collegamenti settimanali. I voli andrebbero prenotati con il maggiore anticipo possibile. I voli Italia/Pechino vanno da circa 400 a circa 800 euro a/r. In alternativa, si può raggiungere il Paese in treno da Pechino. Inoltre, si può attraversare il confine nord-orientale per entrare in Russia e quindi prendere la Transiberiana per Mosca.
Per informazioni: Koryo Tours – Young Pioneers Tours – Helmut Sachers Kaffee – Choson Excange – ADRA – Air Koryo
[Foto credit: chosonexchange.org. Scritto per Oggiviaggi.it]