Gli abitanti alla moda la chiamano affettuosamente “Pondy”, gli indiani della regione hanno preferito ribattezzarla Puducherry per mettere il passato coloniale nel dimenticatoio: eppure Pondicherry gode ancora del soprannome “la Côte d’Azur de l’Est”, una Saint-Tropez d’Oriente decisamente meno snob e più abbordabile.
Meta di turisti ma anche di backpacker, il fascino demodé degli edifici color senape di Pondicherry torna alla ribalta grazie alle ambientazioni del film La Vita di Pi (tratto dal bellissimo romanzo di Yann Martell, da mettere in valigia insieme al costume da bagno e al manuale di lingua tamil per la sopravvivenza). Il favoloso zoo del papà di Pi? Trattasi dei raffinatissimi Giardini Botanici a circa un chilometro dal centro storico, progettati dai Francesi attorno al 1826.
L’influenza francese è ancora tangibile: i sofisticati edifici coloniali del centro si affacciano su cortili spaziosi e porticati, colonne e scalinate dal fascino mediterraneo si dinoccolano fra rue e boulevard, le anziane proprietarie degli alberghi parlano un francese impeccabile mentre la boulangerie all’angolo sforna cornetti al burro e deliziosi pain au chocolat. Di fatto, i Francesi assunsero il controllo della città nel 1674 e lo mantennero – salvo brevi invasioni di Inglesi e Olandesi – fino al 1962, quando ‘Pondy’ divenne a tutti gli effetti parte dell’Unione Indiana.
La città conserva un certo disturbo di doppia personalità senza tendere tuttavia alla schizofrenia: le coloratissime chiese cattoliche reinterpretate in salsa Tamil convivono con nonchalance con i templi hindu, e il brulicante mercato dei fiori coesiste con innumerevoli boutique tropicali dove gli eccentrici stilisti espatriati espongono il loro estro.
Simbolo della città è la promenade, la lunga passeggiata a bordo dell’oceano che la sera si popola di venditori ambulanti di spuntini e cianfrusaglie. Visibile dal lungomare, la facciata della chiesa di “Notre Dame des Anges” – disegnata sul modello della basilica di Lourdes – presenta colonne doriche e ioniche e fronteggia la statua in marmo di Giovanna D’Arco. A pochi passi, il tempio Manakula Vinayagar ospita un flusso costante di pellegrini: affrescato con quaranta diverse immagini di Ganesh, il dio-elefante, all’entrata del tempio la sacerdotessa Lakshmi, oltre duecento chili, offre benedizioni con la sua proboscide. Altre tappe da non perdere nel corso dell’itinerario religioso sono la Chiesa del Sacro Cuore di Gesù, ardito esperimento di architettura masala-gotica, e la vecchia Cattedrale bianca di Mission Street eretta nel 1692.
Mascotte del turismo in cerca di spiritualità, il rivoluzionario bengalese Aurobindo Ghosh (1872-1950), di origini calcuttine, divenne un leader del nazionalismo anti-britannico. Arrestato per le sue attività sovversive, in carcere Aurobindo fu preda di visioni e crisi mistiche. Si trasformò da capo politico a guida spirituale e prese rifugio a Pondicherry, fuori dall’orbita amministrativa inglese, dove inaugurò il suo ashram (1926) e la sua filosofia di vita dello “yoga integrale”, tuttora in voga sulla Costa Azzurra indiana.
Insomma, Pondicherry ne ha per tutti i gusti (nel senso figurato, ma anche in quello gastronomico del termine). Per i visitatori appassionati di sanscrito, religioni e filosofie dell’India classica, il French Institute of Pondicherry (per informazioni, vedi link in basso) offre un centro di ricerca e una biblioteca all’ombra delle palme, rinomati per gli studi indologici.
Per i più pigri e vacanzieri, le spiagge Paradise Beach e Serenity Beach offrono un simpatico connubio di surfisti e pescatori. Numerosi café situati in magioni coloniali ristrutturate a pennello organizzano mostre fotografiche e gallerie d’arte per rimpinzare gli occhi e lo stomaco.
Mangiare. Per le tipiche pietanze locali a base di cocco e foglie di curry, Surguru ha un design semplice e fresco e serve ottime dosa (enormi piadine di farina di riso e lenticchie bianche) a circa 50 rupie (70 cent). Per una roboante vista sull’oceano, il Seagull serve birra fresca e una gamma di pietanze indiane e continentali con un sottofondo di musica dal vivo gestito da aspiranti rocker indiani. Il Salad Bar IO (sulle 200 rupie – 3 euro – a pasto) ha un accattivante menu di succhi di papaya e insalatone, humus e crudité, corredati da wi-fi e gentilezza. Il cocktail bar-ristorante “L’Espace” è il posto ideale per sorseggiare mohito e pina colada (200 rupie, 3 euro) in un ambiente etno-chic. La panetteria francese Baker Street è il posto giusto per una colazione tranquilla a base di baguette appena sfornate, pasticceria, pizzette e caffè.
Dormire. Le Guest House gestite dall’Aurobindo Ashram (per informazioni, vedi link in basso) sono economiche ma abbastanza severe (coprifuoco alle 11 di sera e divieto assoluto di bere alcolici o fumare nelle camere). La più ambita è la Park Guest House (6-7 euro a doppia) con camere affacciate sulla scogliera. La piccola Villa Labourdonnais (8-9 euro), a gestione familiare, si trova nel cuore del centro coloniale. Per le tasche più esose, le stanze del lussuoso Hotel Promenade (sui 100 euro a notte) sono cullate dallo scialacquare delle onde. Molte case coloniali dell’epoca francese sono state messe a nuovo e trasformate in boutique hotel dall’arredamento in legno massiccio fresco di restauro: l’albergo Le Dupleix di Rue de la Casserne, ex-residenza del sindaco francese, offre camere impeccabili per 90-110 euro a notte.
Arrivare. I voli della Kuwait Airways e della Emirates collegano Chennai ai maggiori aeroporti italiani (un biglietto andata e ritorno costa su per giù 600 euro). Pondicherry si trova a tre ore di viaggio da Chennai. Dalla stazione degli autobus CMBT partono bus diretti a tutte le ore (il biglietto costa poco più di un euro a passeggero), mentre un taxi dall’aeroporto a Pondicherry costa circa 2500 rupie (35 euro). Per muoversi all’interno della città bastano un paio di scarpe comode: il centro storico si gira tranquillamente a piedi, mentre per esplorare i dintorni e avventurarsi sul litorale circostante si può affittare una biciletta (50 rupie al giorno, 70 cent) o un motorino (250 rupie al giorno, 3,5 euro).
Per informazioni: Pondicherry – Hotel – Ente turistico – Eventi – French Institute of Pondicherry – Aurobindo Ashram
[Scritto per Oggiviaggi.it]