Ventimila leghe sotto i mari

In by Simone

Il sommergibile Jiaolong si è immerso a oltre 7mila metri di profondità nel pacifico battendo il record nazionale di profondità. La spedizione potrebbe aprire la strada a ricerche di minerali e alla costruzione di una stazione di profondità. Tutto mentre Pechino continua la sua esplorazione spaziale. Il 24 giugno il sommergibile Jiaolong ha battuto il record nazionale cinese di profondità scendendo a oltre 7mila metri nella Fossa delle Marianne.

La missione – avvenuta volutamente in parallelo con quella spaziale della settimana scorsa – potrebbe aprire la strada a ricerche di minerali e alla costruzione di una stazione di profondità.

Secondo quanto scritto dal Global Times, il sommergibile avrebbe toccato la profondità di 7.020 intorno alle 11 del mattino, dopo essersi immerso in condizioni di forte pioggia alle 7.

La spedizione è la quarta di una serie che ha visto il Jiaolong avvicinarsi progressivamente al fondo delle Marianne, la fossa di 11mila metri che viene considerata il punto più profondo del Pacifico e del pianeta.

A bordo si trovavano tre persone. Il capitano Ye Cong, ingenere, “ha controllato l’immersione, le manovre e la riemersione”.

Il professor Liu Kaizhou, specialista in intelligenza artificiale, “era responsabile della strumentazione scientifica e della telecamera di profondità, dei sensori e della strumentazione per raccogliere campioni”.

Il terzo membro dell’equipaggio, il professor Yang Bo, ha invece “monitorato e mantenuto le comunicazioni fra il sommergibile la nave madre, la Xiangyanghong 09”.

Secondo quanto è stato riportato dal China Daily, “il sommergibile da 22 tonnellate ha un’armatura multi strato in lega di fibra di vetro e titanio” e sarebbe in grado di trasportare “tre persone e 200 chili di materiale”.

Il quotidiano ha anche aggiunto che “l’immersione ha provato la qualità della sua costruzione e del suo design.

Il progetto dell’esterno è stato realizzato dall’Istituto di Ricerca 702, lo scafo è stato costruito in una base militare russa.

Sempre secondo quanto riportato dalla stampa locale, il Jiaolong,“aveva avuto dei problemi con l’equipaggiamento, per esempio delle perdita dai tubi, dopo aver effettuato ripetute immersioni nelle settimane precedenti, ma i problemi sono stati risolti e non ce ne sono stati altri durante l’immersione di ieri”.

La missione del Jiaolong è arrivata subito dopo quella della navicella Shenzhou 9, che la settimana scorsa ha effettuato un attracco artificiale al laboratorio spaziale Tiangong 1.

La spedizione spaziale non solo ha rappresentato un passo avanti per la costruzione di una vera e propria stazione spaziale, ma ha anche segnato il primo viaggio di una donna cinese nello spazio.

Secondo la China National Television, i membri dell’equipaggio del sommergibile “hanno inviato i loro saluti dal fondo dell’oceano blu ai tre astronauti che dovranno condurre l’attracco manuale della navicella spaziale Shenzhou 9 con il laboratorio orbitante Tiangong 1” dicendo di sperare “in un grande successo dell’attracco manuale e nei brillanti risultati delle spedizioni oceaniche e spaziali della Cina”.

Il Global Times ha reso note le parole di Liu Cigu, il direttore dell’Amministrazione Oceanica di Stato, secondo il quale l’immersione di ieri “permetterà alla Cina di condurre delle ricerche scientifiche sul 99,8 per cento dei fondali marini”.

Secondo la stampa locale “le foto e i campioni prelevati dai sommergibili cinesi in diverse regioni con potenziali depositi di minerali e di risorse energetiche forniranno alla Cina una posizione solida nelle future negoziazioni diplomatiche riguardanti i tesori degli oceani”.

Pechino non si accontenta di aver spedito un missione negli abissi oceanici. Vuole pure restarci. Il China Daily ha infatti scritto che la la Cina “incoraggiata dal successo del Jialong, progetta di iniziare al più presto la costruzione di una stazione di profondità per mantenere il passo con la sua rapida marcia nello spazio”.

In questo senso, va ricordato che il governo cinese vorrebbe mandare in orbita una stazione spaziale entro il 2020.

L’ipotesi sarebbe stata confermata anche da Song Xiaojun, un ex ufficiale della marina. Per Song, “la Cina comincerà presto la costruzione di una stazione di profondità con tanto di equipaggio per rivaleggiare con Russia e Stati Uniti”.

* Michele Penna è nato il 27 novembre 1987. Nel 2009 si laurea in Scienze della Comunicazione e delle Relazioni Istituzionali con una tesi sulle riforme economiche nella Cina degli anni ‘80-’90. L’anno seguente si trasferisce a Pechino dove studia lingua cinese e frequenta un master in relazioni internazionali presso l’Università di Pechino. Collabora con Il Caffè Geopolitico, per il quale scrive di politica asiatica.

[Scritto per Lettera 43; Foto Credits: avaxnews.com]