Nei giorni scorsi il Guangdong, regione nel sud della Cina, ha registrato decine di nuovi casi confermati di Covid-19 trasmessi localmente. Sotto pressione, in particolare, c’è Guangzhou (Canton), mentre misure restrittive sono applicate in molte città della regione. Pur in una situazione che viene considerata sotto controllo sono state imposte restrizioni a causa delle varianti.
I racconti che arrivano dal sud ricordano quelli che arrivavano dalla Cina un anno fa (analogamente anche Vietnam e Australia hanno riadottato misure restrittive per via delle varianti): un lavoratore del porto di Yantian a Shenzhen, città di oltre 17 milioni di abitanti, è risultato positivo dopo 11 test di amplificazione degli acidi nucleici negativi. Da allora il suo villaggio è stato sottoposto a test di massa. Guangzhou, Shenzhen e Foshan in momenti diversi hanno avviato test di massa dopo aver riscontrato nuove infezioni.
La situazione più a rischio è quella di Guangzhou: nei giorni scorsi un uomo è stato arrestato dopo aver violato la quarantena per andare a trovare i genitori, entrambi positivi. Un altro si è scontrato con gli agenti che hanno richiesto il tampone per uscire da un’area in lockdown, altri due sono stati arrestati per aver diffuso fake news sui contagi nella città. Come riportato dalla stampa locale «le autorità sono preoccupate che alcuni dei casi nel cluster del Guangdong riguardino il ceppo Delta altamente trasmissibile, rilevato per la prima volta in India e hanno cercato di fermare la diffusione con blocchi nelle aree colpite, restrizioni di viaggio imposte in tutta la provincia e test obbligatori».
«La variante ha un periodo di incubazione più breve, una velocità di trasmissione più elevata e una carica virale più elevata, rendendo la situazione a Guangzhou completamente diversa dal passato», ha affermato Zhang Zhoubin, vice capo del Centro per il controllo delle malattie. Per questo la situazione è totalmente nuova, anche rispetto alla prima ondata: anche durante i giorni peggiori dell’epidemia domestica nel 2020, Guangzhou è rimasta una delle poche città cinesi aperte al mondo.
L’aeroporto della città ha ricevuto 43,8 milioni di viaggiatori nel 2020, rendendolo l’aeroporto più trafficato del mondo durante la pandemia. In questi giorni, invece, ci sono più di 300 hotel in quarantena in tutta la regione del Guangdong per ricevere i viaggiatori in arrivo, che sono tenuti a prendere una quarantena obbligatoria di 14 giorni una volta arrivati in Cina. Questo si riverbera anche nei commerci perché analoghe chiusure sono applicate ai principali porti della regione, nelle scorse settimane, provocando ritardi e “traffico” in un settore che già risente di questo anno pandemico che sembrava superato.
[Pubblicato su il manifesto]Fondatore di China Files, dopo una decade passata in Cina ora lavora a Il Manifesto. Ha pubblicato “Il nuovo sogno cinese” (manifestolibri, 2013), “Cina globale” (manifestolibri 2017) e Red Mirror: Il nostro futuro si scrive in Cina (Laterza, 2020). Con Giada Messetti è co-autore di Risciò, un podcast sulla Cina contemporanea. Vive a Roma.