Gli incontri nella “capitale estiva” del Partito comunista cinese sono lo specchio per capire cosa accadrà nei prossimi anni. Una breve storia della roccaforte estiva del Pcc
Ogni agosto i vertici del Partito comunista cinese si riuniscono nella località balneare di Beidaihe, nella pronvicia nord-orientale dello Hebei. La tradizione di spostare gli incontri estivi a 300 km da Pechino inizia con Mao Zedong e rappresenta un momento cruciale in vista del Plenum annuale del Comitato centrale del Pcc in autunno. Quello che verrà discusso a Beidaihe quest’anno potrebbe essere determinante per il futuro della Cina, che va incontro al 20° Congresso nazionale del Partito comunista cinese.
La storia di Beidaihe: l’epoca di Mao
Gli incontri a porte chiuse di Beidaihe sono iniziati nel 1953 su iniziativa di Mao Zedong, appassionato di nuoto e particolarmente affezionato alla baia di Bohai. A Beidaihe sono state prese alcune delle decisioni più importanti della storia della Repubblica popolare. Tra queste: la nascita delle comuni popolari in campagna, le riforme del “Grande balzo in avanti” e il massiccio bombardamento del 1958 delle Kinmen – allora occupate dal Guomindang e ancora oggi controllate da Taiwan.
I meeting si sono interrotti durante gli anni della Rivoluzione culturale (1966-1976), per riprendere con il cambio di leadership del post-maoismo. Nella località di mare Mao visse sempre nell’edificio al numero 95, mentre Deng Xiaoping era alloggiato al numero 16. Dove si trova Beidaihe
Gli incontri, che prevedevano (e prevedono) la partecipazione dei membri del Politburo e altri nomi importanti tra i membri apicali del Partito, si tengono in totale segretezza. Solitamente, l’arrivo dei politici è segnalato dall’aumento delle misure di sicurezza e da alcuni incontri a margine con accademici ed esperti di vari settori.
Il ritorno della capitale estiva sotto Deng
L’importanza degli incontri di Beidaihe è ritornata con l’arrivo di Deng Xiaoping alla guida del paese. Il ritorno ai meeting nella “capitale estiva” della Cina faceva parte di un progetto caro al nuovo leader del Pcc: il ripristino della leadership collettiva del Partito dopo anni di culto della personalità maoista. I meeting di Beidaihe erano presto diventati sinonimo di un dialogo molto più diretto – e non privo di scontri – all’interno di una leadership che mira a mostrarsi sempre compatta e coerente alla popolazione.
In questa sede, nel 1983, sarebbe stata approvata la campagna contro il crimine (严厉打击刑事犯罪活动 yánlì dǎ jí xíngshì fànzuì huódòng, abbr. 严打 yándǎ). Questa operazione, durata tre anni, aveva lo scopo di contenere il “caos sociale” dell’era post-maoista e ristrutturare l’immagine del Partito. Per Deng, l’atteggiamento “troppo pacifico” verso il crimine da parte di Pechino avrebbe reso impopolare il Pcc tra la cittadinanza. Il risultato fu una forte stretta sulla sicurezza, la ridefinizione del sistema giudiziario e milioni di denunce (si contano in totale oltre 2 milioni di casi segnalati e confessioni).
Più tardi, nel 1987, Deng sfrutterà gli incontri di Beidaihe per preparare il paese all’importante ristrutturazione del Pcc del 13° Congresso nazionale. L’incontro determinerà il ritiro di novanta membri anziani del Partito, tra cui lo stesso Deng Xiaoping. La ristrutturazione dei quadri segnerà il primo vero ricambio generazionale nella storia della Repubblica popolare.
Nel 2003 i meeting di Beidaihe vengono sospesi dall’allora presidente Hu Jintao. Con la rara eccezione del bagno di Jiang Zemin nel Mar Morto, inizia anche a sparire la tradizione iconografica dei leader cinesi che nuotano in pubblico (o a favor di camera).
Beidaihe e Xi Jinping
Gli incontri di Beidaihe del 2022 potrebbero portare delle novità significative che verranno rivelate in occasione del 20° Congresso nazionale. A luglio le autorità locali hanno iniziato a segnalare, attraverso appositi cartelli, il divieto di ingresso a droni e materiali infiammabili. Poche settimane prima, anche il passaggio di auto Tesla è stato interdetto (non è la prima volta che accade in presenza di località strategiche, per esempio le basi militari).
Il 20° Congresso sarà cruciale per capire il futuro della leadership cinese e l’eventuale nuovo ricambio generazionale in corso. La prassi prevede che il presidente e Segretario del Pcc lasci la carica al termine del secondo mandato. Ma l’eliminazione del limite dei mandati presidenziali voluta da Xi durante il 19° Congresso mette in dubbio questo passaggio di consegne.
A questo si aggiungono, però, le possibili difficoltà per Xi nell’ottenere un Politburo a propria immagine e somiglianza. Il limite d’età per i quadri di Partito (65 anni, con alcune eccezioni) dovrebbe rimuovere dalla scena politica del post-20° Congresso sia Xi (oggi 69enne) che undici membri del Politburo, di cui due interni al Comitato permanente molto vicini al presidente: Han Zheng e Li Zhanshu. Secondo tradizione l’attuale Segretario del Pcc di Shanghai, Li Qiang, dovrebbe accedere alla carica di primo ministro (o comunque salire al Comitato permanente del Politburo). Il politico è un altro uomo di Xi, ma i recenti insuccessi nel portare avanti le politiche “Covid-zero” nella sua municipalità ne mettono in dubbio la promozione.
Anche – e soprattutto – per questi motivi saranno determinanti le settimane di agosto nella “capitale estiva”: per arrivare a Zhongnanhai bisogna passare da Beidaihe.
Formazione in Lingua e letteratura cinese e specializzazione in scienze internazionali, scrive di temi ambientali per China Files con la rubrica “Sustainalytics”. Collabora con diverse testate ed emittenti radio, occupandosi soprattutto di energia e sostenibilità ambientale.