Una zona davvero esclusiva

In by Gabriele Battaglia

Insidierà Hong Kong nella sua posizione privilegiata di hub finanziario e già si dice che avrà un "impatto epocale" sull’economia cinese. Ma non è tutto. Nella nuova zona di libero scambio di Shanghai-Pudong, che si inaugurerà il 29 settembre prossimo, pare si potrà accedere senza Vpn a Facebook, Twitter e il New York Times. Ma Xinhua ha smentito (Updated) 26 settembre
Un’intervista del Quotidiano del popolo, smentisce le ‘fonti’ citate dal South China Morning Post che parlavano di una Zona economica speciale dove anche internet sarebbe stato libero. "Nella zona pilota di libero scambio di Shanghai Internet verrà amministrato come nel resto del paese". L’intervista è stata ripresa da Xinhua e quindi diffusa alle altre testate cinesi.

L’articolo originale

In Cina si dice che la zona di libero scambio di Shanghai, che verrà inaugurata il 29 settembre, avrà lo stesso impatto epocale dell’apertura ai capitali stranieri voluta da Deng Xiaoping all’alba dell’epoca delle Riforme.

Secondo alcuni osservatori, si tratta inoltre di un colpo politico che la Cina si appresta a sganciare contro Hong Kong, bersaglio numero uno della zona free trade shanghaiese.

Di sicuro annuncia un evento storico la voce secondo la quale, nella zona di libero scambio dell’area di Pudong (un luogo che solo vent’anni fa era un’immensa palude e che oggi è uno dei centri nevralgici del paese, nonché skyline imperdibile) saranno «liberati» i siti di Facebook, Twitter e del New York Times.

I due social network sono vietati dal 2009 nella Cina continentale, benché siano facilmente accessibili grazie ad una virtual private network, mentre l’edizione on line del quotidiano americano risulta «spenta» dall’ottobre 2012, quando fu pubblicato il reportage sulle ricchezze dell’ex premier cinese Wen Jiabao, che valse alla testata il premio Pultizer.

Più che le tante richieste occidentali sulla libertà di espressione in Cina, poté dunque il capitalismo, perché la voce secondo la quale verranno sbloccati i siti proibiti, motiva la scelta proprio con la necessità di riservare un ambiente ideale ai tanti che faranno affari a Shanghai.

Secondo la fonte che ha consentito al quotidiano di Hong Kong South China Morning Post di rilasciare l’esclusiva notizia, "al fine di accogliere le imprese straniere per investire e lasciare che gli stranieri vivano e lavorino felicemente nella zona di libero scambio, dobbiamo pensare a come possiamo farli sentire come a casa. Se non possono accedere a Facebook o leggere il New York Times, possono naturalmente chiedersi quanto sia speciale la zona di libero scambio rispetto al resto della Cina".

E allora la zona diventa esclusiva davvero, mentre alla notizia sono aumentate le richieste che i siti vengano sbloccati ovunque; una possibilità remota stando alla straordinaria campagna contro i rumors on line lanciata recentemente dal governo, che vede proprio nei social network il male assoluto.

La zona di libero scambio di Shanghai è stata decisa a fine agosto dal Consiglio di Stato cinese e si estenderà per 28,78 chilometri quadrati nella nuova area di Pudong, compresa la zona duty-free di Waigaoqiao, il porto di Yangshan e la zona internazionale dell’aeroporto. Si tratta di un luogo che secondo molti economisti vedrà sperimentazioni da parte del primo ministro Li Keqiang e che viene considerato un vero e proprio colpo basso contro la vicina Hong Kong.

Nei giorni precedenti ha fatto scalpore quanto ha dichiarato un noto uomo d’affari di Hong Kong, Li Ka-shing, soprannominato Superman, secondo il quale la zona di libero scambio di Shanghai potrebbe essere «la kryptonite» contro l’ex colonia britannica.

[Scritto per il Manifesto; foto credits: businessinsider.com]