Una “lady di ferro” per l’Assemblea nazionale del Popolo

In by Gabriele Battaglia

Fu Ying, soprannominata la lady di ferro della diplomazia di Pechino, ex ambasciatrice in Australia e Gran Bretagna, è la prima donna portavoce dell’Assemblea nazionale del Popolo. E già ha dimostrato un piglio diverso anche sulle questioni più delicate. Tanto che la sua nomina ha già il favore di molti cinesi.  Fu Ying è considerata la “Lady di ferro della diplomazia cinese”: la prima donna a essere nominata come portavoce dell’Assemblea Nazionale del Popolo cinese, organo legislativo del paese, oggi alla sua prima sessione ufficiale.

La “promozione” di Fu Ying ha destato molta attenzione in rete e da parte della stampa locale, anche perché rispetto ai suoi predecessori la sessantenne già ambasciatrice cinese in Gran Bretagna, ha deciso di non annunciare i numeri circa la spesa cinese per la sua difesa, dando vita ad un intenso dibattito sui media nazionali. E nella mattina cinese è stata a Xinhua, l’agenzia ufficiale, a confermare l’aumento delle spese militari cinesi del 10,7% raggiungendo la cifra di 114 miliardi di dollari.

Fu Ying è entrata all’interno del Ministero degli esteri cinesi nel 1978, distinguendosi come ambasciatrice cinese nelle Filippine, in Gran Bretagna e Australia. Nel 2010 Fu è stata promossa alla vice presidenza del ministero degli esteri, responsabile degli affari asiatici di frontiera e degli affari oceanici. In questo ruolo ha dovuto confrontarsi con la più grande crisi attuale della diplomazia cinese, quella con il Giappone riguardo le isole contese (le Diaoyu per i cinesi Senkaku per i giapponesi).

E ora a 60 anni, già membro del noto gruppo internazionale Bilderberg, è stata nominata portavoce del più importante organo legislativo cinese, una decisione che ha finito per portarla al centro dell’attenzione mediatica nazionale. Presentandosi in conferenza stampa, in ritardo, ha esordito con una battuta,: “il percorso presso la Grande Sala del Popolo è a zig-zag e non è facile per me orientarsi, dato che sono una nuova arrivata. Mi dispiace per il ritardo”.

L’affabilità e la sicurezza della Lady di ferro della diplomazia cinese, è piaciuta ai suoi connazionali. Uno degli ex colleghi di Fu ha raccontato alla rivista China Economic Weekly che il modo in cui Fu ha esercitato la sua attività diplomatica le ha sempre consentito di raggiungere “il massimo risultato con il minimo sforzo”.

Durante la conferenza stampa, alla domanda circa le riforme politiche in Cina Fu ha risposto che “alcuni paesi sviluppati stanno affrontando difficoltà molto gravi, ma non prendono mai in considerazione l’idea di modificare i loro sistemi politici”, lasciando intendere che da un punto di vista politico cambierà ben poco nell’attuale Cina: “Il nostro paese ha già trovato una strada adeguata per il paese e la sta portando avanti. Pertanto, non abbiamo alcun motivo per cambiare”, ha specificato. Un utente su Weibo – il twitter locale – soprannominato Wang Tongbing ha scritto: “mi piace Fu Ying, grazie a lei i cinesi saranno in grado di affrontare i loro problemi, perché mostra un’estrema fiducia”.

“Essendo un paese così grande, l’incapacità della Cina di garantire la propria sicurezza non sarebbe una buona notizia per il mondo”, ha esordito Fu quando si è trattato di parlare dei previsti aumenti della spesa militare. “Il rafforzamento della nostra difesa ha l’obiettivo di difendere noi stessi, la sicurezza e la pace nel mondo, non certo quello di minacciare altri paesi”. Dopo dieci minuti di spiegazione, infine, Fu Ying ha rimandato ad oggi per avere i numeri reali dell’aumento della spesa per la difesa cinese, segnando un elemento di discontinuità con il passato, quando tutto veniva annunciato nella conferenza stampa pre inizio della sessione legislativa. “La sua risposta – ha scritto oggi il China Daily ha lasciato delusi centinaia di giornalisti che si erano affollati nella sala riunioni, molti dei quali erano in coda da tre ore”.

Nella mattina pechinese di oggi – 5 marzo – la Xinhua ha infine annunciato il budget per la difesa: aumento del 10,7 percento per un totale di 114 miliardi di dollari. “Sotto una rapida pressione inflazionistica, Pechino ha sicuramente bisogno di aumentare il budget militare quest’anno, che a mio avviso dovrebbe essere un incremento maggiore rispetto allo scorso anno”, ha detto l’esperto militare Li Jie al quotidiano di Hong Kong, South China Morning Post.

Il professor Ni Lexiong, direttore dell’istituto di ricerca a Shanghai Università degli Studi di Scienze Politiche e Giurisprudenza, ha detto che Pechino avrebbe dovuto aumentare il bilancio militare del 20 per cento per far fronte all’impennata dell’inflazione. “Xi Jinping inoltre, ha affermato, dovrebbe portare avanti la campagna per liberare il partito e l’esercito di corruzione e sprechi. La campagna anti-corruzione aiuterà l’esercito a risparmiare più soldi”.

[Scritto per Lettera43; foto credits: images.china.cn]