Una giornata come tante contro la violenza di genere

In by Simone

Del 25 novembre sembra non si parli molto.
Al mercato ad Harbin stamattina la signora dei cestini di vimini non sapeva della giornata di oggi, come non lo sapeva quella del pane, quella della miele, tanto meno quella delle lampadine. Non lo sapevano neanche i due colleghi americani impegnati, oggi, nel loro Ringraziamento. E fino a ieri, non me lo ricordavo neanche io. Per le strade, sembrerebbe una giornata come tante.

Invece il mondo dell’etere e’ diverso. Sul web cinese molti sono i post che da qualche giorno parlano della giornata mondiale per la violenza contro le donne e le iniziative che la ricordano. Si possono leggere traduzioni in cinese degli scritti delle conferenze tenute in Europa o America, oppure tante testimonianze per sensibilizzare la gente e le storie di chi ha deciso di dire basta,  affianco ai documenti che diffondono la legislazione cinese ed i materiali dei dibattiti su questo tema (1), grazie alle associazioni governative e non che lavorano per offrire supporto. Ne beneficiano sia le persone sia la società civile, la cui coscienza sulla violenza e sulle discriminazioni di genere va formandosi passo a passo.

Di seguito proponiamo la traduzione di un breve pezzo pubblicato su un giornale locale in occasione dell’inaugurazione di un centro di accoglienza per le donne vittime di violenza, nella città di Changsha, città di circa sei milioni di abitanti, nella provincia dello Hunan, al centro sud della Cina. Il centro è stato aperto il 18 novembre scorso. (2) Tutto dimostra che questa è, dopotutto, una giornata come tante nella lotta contro le violenze di genere.

Tuo marito ti maltratta e non hai il coraggio di tornare a casa? Vieni qui da noi!

Ieri, a Changsha è stato aperto il Centro di accoglienza per le vittime di violenza domestica, che oltre al supporto e all’aiuto offre protezione e un rifugio temporaneo per le persone che non possono tornare a casa. Il ricovero presso il centro è di sette giorni, ma in casi particolari, con l’approvazione della Federazione delle donne locali può essere prolungato per altri tre giorni. Le autorità amministrative, le Commissioni politiche e giuridiche locali hanno presenziato la cerimonia.

Nel 90% dei casi è il marito che picchia la moglie.

In Cina la Legge sul matrimonio definisce la violenza domestica come «qualsiasi percossa,  lesione, atto di violenza che limita la libertà personale o qualsiasi altro maltrattamento che provochi nel familiare conseguenze dannose certe».
Secondo Cheng Xiang, responsabile della Sezione degli interessi e dei diritti legali della Federazione delle donne, sezione di Changsha, nelle aggressioni domestiche, in base alle denunce, la maggioranza dei casi risulta essere violenza dell’uomo sulla donna. « Questa è la conseguenza della differenza fisica tra uomini e donne, ma anche dell’influenza di certi concetti tradizionali», spiega, (…); molte donne sono chiuse nel pensiero tradizionale di non dover lavare i panni sporchi in pubblico e, così facendo assecondano la violenza.

Il centro di accoglienza per dare loro una casa confortevole.

Il centro è stato aperto presso la Stazione di aiuti al numero 47 di via Renmin zhong, vicolo  Yaolingcun, al secondo piano. Ci sono camere con letti, lenzuola e piumini, spazzolini da denti e dentifricio, asciugamani, saponi accanto al bollitore per l’acqua. Nella stanza comune c’è la TV e sul muro il carattere casa -jia, in cinese- ; c’è anche il telefono e il collegamento a internet.

Non sono ancora stati predisposti gli uffici della polizia, responsabile di assicurare la sicurezza personale di chi si rivolgerà al Centro, ma c’è personale specializzato per la prima accoglienza, per i lavori di gestione e di servizio, che forniranno l’indispensabile supporto nella vita quotidiana e negli aspetti più delicati della cura della persona; i dipartimenti del governo, della Federazione delle donne, dell’igiene, della giustizia, e quelli finanziari poi offriranno attivamente la necessaria consulenza psicologica e sanitaria e l’assistenza legale. (…) « Lavoreremo per accrescere la consapevolezza per il mantenimento dei diritti e degli interessi legali e aumentare la capacità di lotta contro le violenze domestiche, con l’auspicio di risolvere positivamente i conflitti».

Se vogliamo protezione, dobbiamo difendere con coraggio i diritti.

La violenza domestica è un fenomeno sociale ripugnante, che distrugge il senso originale della composizione della società stessa. In casa, le violenze di cui soffrono la dignità e la salute mentale e fisica di donne e bambini, creano nella società fattori di instabilità che mal si accordano con l’armonia. Il Centro di accoglienza di Changsha rappresenta senza dubbi una gesto di calore umano, sociale e politico a chi soffre di abusi e non ha una casa in cui tornare. Queste persone però, nel cercare protezione devono vederla solo come un mezzo, un espediente, perché sono loro stesse che dovranno ribellarsi fino in fondo contro le violenze domestiche. Avranno bisogno di coraggio per alzarsi in piedi, dovranno raccogliere le armi legali a disposizione e difendere i propri diritti nel punire l’offensore. Solo in questo modo, gli autori delle violenze saranno scoraggiati, le violenze domestiche diminuiranno e la società sarà sempre più armoniosa.

1- Materiale in cinese della conferenza tenutasi il 21 novembre 2010 in occasione della giornata mondiale contro la violenza sulle donne, organizzata dal sito web stopdv.org.cn  (反家暴网络 contro le violenze domestiche)   http://www.stopdv.org.cn/cn/article.asp?id=5576

2-. Fonte articolo tradotto dal cinese, Changsha Evening Newspaper, autore: Zhu Hua.
http://cswb.changsha.cn/CSWB/20101119/Cont_1_7_149014.HTM
(La vignetta dell’articolo dice: «Centro di accoglienza e supporto per le vittime di violenza domestica»)