Giovedì 8 dicembre è scattato in India il primo mese dall’annuncio della demonetizzazione di tutte le banconote da 500 e 1000 rupie. Un’iniziativa enorme che ha sostanzialmente fagocitato tutta l’attenzione dei media nazionali: qui, da 30 giorni, non si parla d’altro. Oggi proviamo ad aggiungere qualcosa ai diversi articoli proposti su questi spazi, presentando tre video per provare a capirci qualcosa.In trenta giorni abbiamo provato a raccontare la demonetizzazione voluta dal Primo Ministro Modi da diverse angolazioni: dalla breaking news alla cronaca di una giornata passata in coda in banca per cambiare soldi, dalle conseguenze per l’economia del paese a un approfondimento su quali possano essere le vere cause della manovra, cercando di andare oltre alla propaganda governativa.
Oggi aggiungiamo al discorso tre testimonianze visive di ciò che sta succedendo ed è successo nel paese.
La prima, in inglese, è la puntata dedicata alla demonetizzazione del format di giornalismo investigativo Truth vs Hype, programma condotto da Sreenivasan Jain sul canale all news indiano Ndtv. Jain e la sua squadra analizzano, servendosi del parere di esperti e funzionari istituzionali, tutte le falle del grande progetto di Narendra Modi, a partire dalla condizione dell’India rurale dove il sistema bancario non solo ancora fatica a penetrare in maniera decisiva ma, addirittura, sembra in procinto di levare proprio le tende: tenere aperta una filiale nell’India rurale, a fronte di depositi miserrimi, è una missione che le banche commerciali indiane giudicano troppo poco proficua per investirci soldi, tempo e personale. (Se dovessero toglierlo da Youtube, qui il link del video sul sito di Ndtv).
Il secondo è un servizio di dieci minuti girato l’8 dicembre fuori da una banca di New Delhi. A un mese dalla demonetizzazione, le persone in coda lamentano l’assenza di contanti sia negli atm sia negli sportelli, raccontano di essere stati in coda anche tre giorni consecutivi senza mai riuscire a ricevere i propri soldi depositati in banca. Il servizio è in hindi ma per chi non parla la lingua è altamente esemplificativo anche solo a livello visivo: le persone in coda si contano ancora a decine, appartengono agli strati più bassi della società indiana e, fateci caso, sono in gran parte anziani o donne: le uniche categorie che, non avendo un lavoro, possono permettersi di passare giornate intere fuori dagli sportelli nella speranza di ricevere i propri soldi. Verso la fine del servizio il reporter racconta che in questa situazione versano la maggior parte dei «daily wagers», le persone che vengono pagate giornalmente per fare lavori umili non specializzati, e che il refrain «non ho soldi» si sente ovunque in città: in fila per comprare il latte, in autobus, dal verduraio. Tragicomicamente, lo stesso reporter ammette che nemmeno lui, in questo momento, ha soldi in tasca.
Il terzo e ultimo, un po’ in inglese un po’ in hindi ma ci sono i sottotitoli in inglese di tutti i dialoghi, è il video satirico realizzato dal collettivo All India Bakchod su tutta la faccenda. Si ride tanto, si ride amaro.
[Scritto per Eastonline]