Racconto attraverso i 2 giorni giorni di festeggiamenti per i 90 anni dell’Istituto Tecnologico di Harbin: una manifestazione piena di “caratteristiche cinesi”.
Le personalità arrivate ad Harbin forse non hanno sentito l’odore di vernice fresca che da qualche settimana invade il piccolo campus dell’Istituto Tecnologico. I lavori di ristrutturazione all’esterno degli edifici, in occasione dei 90 anni di uno degli istituti di istruzione superiore più prestigiosi in Cina, sono terminati solo sabato mattina, quando l’ultima impalcatura è stata rimossa. Tanti operai a cottimo hanno lavorato per ridipingere, oltre che i palazzi, anche ogni singola rete o inferriata, campi da basket o da tennis, canestri, cancelli, segnaletica stradale, secchi per l’immondizia e tutto quanto possa raggiungere l’occhio umano che distratto passeggia per le strade interne del campus.
Il festeggiato Istituto Tecnologico di Harbin, (Haerbin Gongye Daxue, in breve Ha Gong Da oppure Gong Da) nasce il 7 giugno del 1920 da un accordo sino-russo; fino agli anni cinquanta era l’Istituto per la formazione particolare di tecnici e ingegneri della Chinese Changchun Railway Administration. Dal 1954 poi è stato inserito nei programmi governativi riservati alle più importanti università cinesi (il “Progetto 211”), che godono di grandi investimenti e supporto preferenziale con l’obiettivo di creare centri di istruzione competitivi con le università leader a livello mondiale, tra le quali tali centri si collocano. Quella di Harbin è diventata così l’università chiave nell’industria spaziale e missilistica cinese (unica affiliata alla International Space University in Asia), protettrice di brevetti e progetti coperti da segreto di stato, oltre ad essere specializzata nei campi di astronautica, meccatronica di macchine di produzione, automazione e optoelettronica, per citare quelli più particolari.
Circa 36mila tra studenti, ricercatori e dottorandi, più di 3000 i membri di facoltà a tempi pieno e oltre a quello principale a Harbin, vari campus in altre due province (nello Shandong, a Wuhai, e nel Guangdong, a Shenzhen). Gli investimenti pubblici e privati che supportano questa università hanno raggiunto i 1.4 miliardi di RMB.
Il novantesimo anniversario dell’Istituto è stato molto sentito da tutti quelli che ne fanno parte, in particolare dagli studenti che sono stati ancora una volta i veri autori, come volontari, di questa manifestazione Manifestazione dalle caratteristiche cinesi: la ripetizione di un modello, che in questo caso è stato quello di ogni evento commemorativo come i tanti che si possono vedere ogni giorno alla televisione, organizzate non come feste per il divertimento di tutti, ma piuttosto come esibizione per la Cina, un teatro dal sapore politico che assicuri di aver avuto una grande celebrazione come tutti gli altri. In queste situazioni, quello che si percepisce è una differenza culturale nel concetto di pubblico, che in Cina viene identificato spesso con lo Stato. Lo Stato, è l’entità per la quale tutti si impegnano duramente, questa grande Cina poi si prende cura del suo popolo, che difatti della politica si interessa molto poco. Sembra quasi, perciò, che il vero pubblico di queste manifestazioni sia lo Stato. La pianificazione, come richiesto dai grandi eventi è stata l’altra caratteristica, almeno agli occhi occidentali che hanno passato una serata tra ridenti studenti che agitavano al momento giusto le bacchette colorate, oppure applaudivano, in gruppi corali in diversi momenti. Uno spettacolo come al teatro insomma, con presentatori d’eccezione e cantanti famosi, non certo un concerto del gruppo rock della città.
Tra gli studenti dell’ITH ci sono gli ingegneri della Cina del futuro, che andranno a ricoprire cariche importanti nel governo o nell’esercito. Il punteggio richiesto per poter studiare qui è molto alto e, una volta entrati, i serrati ritmi di studio e le ferree regole da rispettare, oltre che le materie sulle quali si concentrano i migliori cervelli cinesi, contribuiscono alla nomea che hanno di studenti “obbedienti”. Ci sono lezioni dalle 8 del mattino alle 8 di sera, nei laboratori o nelle classi, riempiono blocchi di compiti prestampati pieni di formule e numeri. Molto seri e diligenti, pochi sono quelli stravaganti o diversi. Sono coscienti dell’importanza dell’Istituto dove studiano e da quanto conterà, per il loro futuro, ottenere qui il certificato di laurea. Da quello che si è visto in questi giorni di festa, ancora una volta quello che è al centro è la Cina, il loro paese, quello che loro servono attraverso la loro università. Nonostante ciò, il rumore di palle dai campi di calcio o di basket è stato continuo come nei normali week-end; molti sono stati anche gli studenti che hanno scelto di non prendere parte alle manifestazioni o indossare le magliette colorate che sono state distribuite.
L’appartenenza a un gruppo è un sentimento alla base di ogni società, anche la più piccola. Lo spirito di appartenenza a un gruppo è molto forte in Cina (lo affermano molti slogan, come quelli apparsi in questi giorni sugli schermi o sui teloni rossi che hanno addobbato le strade (Ascoltiamo i consigli di tutti e cooperiamo nello spirito di gruppo per risolvere i problemi 海纳百川,协作攻关的团结精神[hǎi nà bǎichuān, xiézuò xiézuògōngguānde tuánjié jīngshen]). Far parte di questa grande Università, in questo grande Paese, partecipare alla sua festa è un onore. Cosi la pensano la maggior parte di quelli che hanno assistito allo spettacolo, ne sono stati commossi e si sono divertiti. Ma alcuni, in un altro contesto, in un’altra manifestazione simile, avrebbero evitato la partecipazione. I Volontari sono stati 1500 (selezionati su circa 5000 domande): C.J.R, al quarto anno di corso, si dice orgogliosa (oltre che fortunata) per aver avuto l’occasione di esserci: “l’università fa molto per me e partecipare attivamente alla manifestazione mi sembra il minimo. Sono orgogliosa di essere una studentessa dell’HIT, è una università forte e di prestigio”. Come lei la maggior parte dei Volontari, che per tre giorni sono stati a disposizione di professori, di delegazioni straniere, hanno pulito le aule o il campo dopo la festa, sono stati negli stand pronti ad accogliere visitatori, in perfetto stile olimpico, hanno fatto le prove per circa un mese e si sono esibiti in balletti o canzoni. G.X. invece è delusa da questo “volontariato”: “credevo fosse divertente – dice – ho voluto fare la volontaria per la mia università e per incontrare nuovi amici, ma alla fine si trattava solo di imparare meccanicamente una parte, dei movimenti, delle azioni e partecipare a delle prove noiosissime”. Il signor Men, “indigeno” di famiglia mancese, che vive a pochi passi dal campus, vede chiaro nell’entusiasmo e nella partecipazione di questi ragazzi a tutti i preparativi, l’effetto di un fenomeno culturale specifico: “in Cina abbiamo la cultura della “propaganda e incitamento”(宣传鼓动 [xuān chuán gǔ dòng] ), che voi in occidente chiamate “lavaggio del cervello”. È un concetto della cultura cinese, non so se riuscite a capire!”
“Solo”16 mila le persone nello stadio che tempo fa ospitava la coppa cinese di calcio a Harbin, tra cui anche professori ed ex alunni, amici o parenti. In file per due sono entrati, allo stesso modo sono usciti. L’ordine richiesto in queste occasioni in Cina non manca. Indossavano tutti le magliette regalate dal dipartimento di appartenenza, trasformando le strade del campus in questi giorni in allegre macchie colorate in movimento (1).
Hanno aperto le danze 800 studenti al ritmo di “HIT I love you”, tra fuochi d’artificio e immagini futuristiche in 3D di navicelle spaziali e missili. Poi, al centro dello spettacolo, di 13 canzoni e balletti, temi nazionalistici (2), canzoni “degli ottocento eroici pionieri”, la “Stella rossa mi sostiene nella lotta” o la russa Katiusha, minoranze etniche, tecnologia applicata con un robot che per 5 minuti ha stupito tutti gli spettatori e, infine, la gioventù, passando per la vecchia guardia di studenti che furono, fino agli studenti di oggi, la vera sostanza di questo Istituto, alla quale è stata dedicata la parte più lunga dello spettacolo. I contenuti, le canzoni dedicate a loro sono stati di incitamento alle doti personali, con accezioni che sfioravano l’auto-celebrazione che sulle note della famosa “Ho fiducia” ( 我相信 “Ho fiducia, io sono io, ho fiducia nel futuro…) (3) è stato uno dei momenti più caldi della serata.
Ex alunno e ospite d’eccezione, Li Changchun, al posto numero 5 nell’attuale generazione di governanti cinesi al Politburo e insignito da Forbes come una delle più influenti personalità del mondo (al diciannovesimo posto della classifica 2009) data la sua posizione di capo della propaganda del Partito, durante l’incontro con gli studenti ha fatto appello all’università, che ha il “dovere di migliorare i servizi agli studenti e al tempo stesso migliorare anche la loro educazione morale” affermando: “le università e gli istituti superiori dovrebbero combinare l’insegnamento della conoscenza e delle abilità con la pratica del socialismo dalle caratteristiche cinesi”. (4)
“Le numerose regole poste dal governo a scuole ed università, spesso impediscono ai presidi che le amministrano di agire liberamente e con agilità, ostacolando lo sviluppo degli istituti universitari. Tra gli obiettivi del futuro vi è quello di realizzare ed espandere i poteri di autonomia nella gestione delle università (…) il punto chiave sta nel migliorare il sistema delle università moderne con caratteristiche cinesi” comunica il vice rettore dell’ITH, Professor Wang Shuguo5 in occasione del forum internazionale dal titolo “ Prospettive di sviluppo dell’educazione superiore globale”, cui hanno partecipato diversi rettori e professori dalle università straniere, tra cui anche il Prof. Carlo Naldi del Politecnico di Torino, che collaborano con l’ITH..
Gli studenti in fondo, si sono goduti lo spettacolo che hanno fatto. Almeno quelli che vi hanno partecipato. E, alla fine, pugno destro in alto, hanno urlato tutti insieme commossi e a gran voce “per il futuro dell’Hagongda, lavorerò duro, duro, duro! Lunga vita alla gioventù! Lunga vita alla madrepatria!” ([wèile Hāgōngdà de míngtiān nǔlì, nǔlì, nǔlì qīngchūn wànsuì! Zǔguó wànsuì!] “为了哈工大的明天,努力,努力,努力!青春万岁!祖国万岁!” ).
NOTE:
1 -Video completo al sito http://v.youku.com/v_show/id_XMTc5MTA1MDI0.html
2 – http://www.miit.gov.cn/n11293472/n11293832/n11293907/n11368223/13250351.html
3 -http://www.qq163.com/song/4893/65599.htm
4 – http://news.hit.edu.cn/articles/2010/05-21/05090020.htm
5 -Discorso sulle prospettive dell’istruzione superiore cinese nel medio-lungo termine, secondo quanto stabilito dalle “linee per la pianificazione di medio e lungo termine (2010-1020) per la riforma e lo sviluppo del Educazione Nazionale”, emesse nel marzo 2010.