Se pensiamo che gli ultimi tre anni sono iniziati prima con una pandemia, poi con una guerra e adesso con gli Ufo, possiamo convenire che la realtà ha ormai superato ogni più raffinata e nefasta immaginazione. Non parliamo di alieni, o come commentato dall’ufficio stampa della Casa Bianca “non ci sono indicazioni di attività extraterrestre”. Si tratta invece di “oggetti volanti non identificati” che stanno avendo ripercussioni geopolitiche importanti per il rapporto tra superpotenze come Stati Uniti e Cina, così come stanno allertando le intelligence dei diversi paesi europei.
I fatti: il ballongate
Sabato 4 febbraio, l’aeronautica militare Usa ha abbattuto un pallone aerostatico cinese che è penetrato nel proprio spazio aereo una settimana prima per poi attraversare tutto il paese, dall’Alaska al Sud Carolina, passando sopra i siti nucleari del Montana. Qualche giorno dopo altri tre Ufo sono stati abbattuti nel Nord America, ma ancora non si hanno indicazioni sulla provenienza o la composizione. Oltre ad aver sollevato numerose teorie cospirazioniste e polemiche sul costo dell’intervento (il missile impiegato costa 400mila dollari), la vicenda ha fatto saltare un importante visita in Cina di Antony Blinken, Segretario di Stato Usa. Si è così compromesso di fatto il riavvicinamento tra le potenze in un momento di profonda crisi internazionale e con un rapporto già segnato dalla crisi ucraina, dalle sanzioni economiche e dalla contesa tecnologica.
Il contesto: spionaggio ad alta quota
Partiamo dal ricordare che i palloni spia hanno una lunga storia e non sono nulla di nuovo nella sorveglianza militare. Furono utilizzati durante la Rivoluzione francese e americana. Durante la Seconda guerra mondiale, il Giappone ne mandò 9 mila in territorio USA, con delle bombe in allegato. Più di recente, sono stati utilizzati dai marines in Afghanistan e in Iraq nel 2004 così come, negli ultimi anni, attrezzature simili sono state impiegate per i più svariati scopi civili o militari. Soprattutto, non è la prima volta che lo spionaggio cinese penetra nel governo americano. Quindici anni fa, Pechino riuscì a sottrarre i progetti dei caccia F-35, producendone una propria versione. Non da meno, attraverso l’hackeraggio sono stati raccolti i dati di 22 milioni di cittadini Usa, accedendo a numerose banche dati governative e commerciali. Perché allora questa volta l’episodio del pallone è vissuto in maniera così intensa?
I fatti: il ballongate
Sabato 4 febbraio, l’aeronautica militare Usa ha abbattuto un pallone aerostatico cinese che è penetrato nel proprio spazio aereo una settimana prima per poi attraversare tutto il paese, dall’Alaska al Sud Carolina, passando sopra i siti nucleari del Montana. Qualche giorno dopo altri tre Ufo sono stati abbattuti nel Nord America, ma ancora non si hanno indicazioni sulla provenienza o la composizione. Oltre ad aver sollevato numerose teorie cospirazioniste e polemiche sul costo dell’intervento (il missile impiegato costa 400mila dollari), la vicenda ha fatto saltare un importante visita in Cina di Antony Blinken, Segretario di Stato Usa. Si è così compromesso di fatto il riavvicinamento tra le potenze in un momento di profonda crisi internazionale e con un rapporto già segnato dalla crisi ucraina, dalle sanzioni economiche e dalla contesa tecnologica.
Il contesto: spionaggio ad alta quota
Partiamo dal ricordare che i palloni spia hanno una lunga storia e non sono nulla di nuovo nella sorveglianza militare. Furono utilizzati durante la Rivoluzione francese e americana. Durante la Seconda guerra mondiale, il Giappone ne mandò 9 mila in territorio USA, con delle bombe in allegato. Più di recente, sono stati utilizzati dai marines in Afghanistan e in Iraq nel 2004 così come, negli ultimi anni, attrezzature simili sono state impiegate per i più svariati scopi civili o militari. Soprattutto, non è la prima volta che lo spionaggio cinese penetra nel governo americano. Quindici anni fa, Pechino riuscì a sottrarre i progetti dei caccia F-35, producendone una propria versione. Non da meno, attraverso l’hackeraggio sono stati raccolti i dati di 22 milioni di cittadini Usa, accedendo a numerose banche dati governative e commerciali. Perché allora questa volta l’episodio del pallone è vissuto in maniera così intensa?
Per gli Usa si tratta di una grave violazione della sovranità e il Pentagono parla di un pallone spia cinese che, oltre ad aver messo a rischio la sicurezza nazionale, ha viaggiato ad un’altitudine pericolosa per i voli di linea. Inoltre, secondo le dichiarazioni ufficiali, i militari americani hanno raccolto “detriti significativi” dalle acque del Sud Carolina capaci di confermare le proprie tesi. Per John Kirby del Consiglio Nazionale di Sicurezza, si sta lavorando per “comprendere meglio” la situazione ma si è già in grado di “determinare che la Cina ha un programma di intelligence con palloni ad alta-quota legato all’Esercito Popolare di Liberazione”, il quale ha già valicato decine di nazioni in diversi continenti. Kirby parla di apparecchiature dalle “capacità ancora limitate” i cui progressi tecnologici presenti e futuri non sono però da sottovalutare. Dichiara inoltre che il governo ha agito in maniera così forte per un “eccesso di precauzione”, perché se è vero che non si può essere certi “di sospettare di attività di sorveglianza”, allo stesso tempo “non si può escluderlo”.
Ciò che viene difficile da spiegare è come mai il Norad (organizzazione di difesa aerea congiunta tra Canada e Stati Uniti) non abbia rilevato nulla di questo tipo negli ultimi decenni mentre ora abbia segnalato e fatto abbattere 4 oggetti in 9 giorni. Oriana Skylar Mastro della Stanford University non pensa che questa sia “la prima volta che gli Usa hanno tracciato questo tipo di palloni, sarebbe assurdo pensare che lo abbiamo scoperto casualmente e all’improvviso”. Per gli ufficiali la spiegazione consiste nel fatto che il Norad non era settato per individuare oggetti a quelle altitudini e a quelle velocità, mentre è stato aggiornato in seguito alla vicenda.
La guerra degli UFO
In realtà con l’avvento dei satelliti spia i palloni aerostatici sono diventati obsoleti. A detta degli americani il pericolo attuale riguarda il fatto che le nuove tecnologie, più leggere e più potenti, stiano portando ad un loro revival. A differenza di un satellite infatti, il quale può vedere ogni cosa, un pallone high-tech non vede necessariamente tutti i siti che sorvola, ma ha costi minori, è meno rintracciabile, può trasportare tecnologie avanzate (AI e 5G), soffermarsi a lungo su un’area e intercettare frequenze radio e cellulari non captabili dallo spazio.
Lo conferma anche David Deptula, pilota dell’Air Force in pensione, “questi palloni non hanno una sezione trasversale radar molto alta perché sono fatti di materiale sottile e non trasportano molta attrezzatura, quindi sono difficili da rilevare”. Quanto accade funge quindi da “sveglia” per Biden, “proprio come l’Air Force, il Norad è stato sottofinanziato e si è atrofizzato negli ultimi 30 anni.” Ciò spiegherebbe ufficialmente l’anomalia, ma in realtà non ha smorzato le teorie cospirazioniste. Dopo l’abbattimento dei 4 Ufo, i post sui social a proposito degli extraterrestri sono aumentati del 300%. Per la rete non si tratta di governi stranieri, ma di alieni che cercano di stabilire un contatto. Al netto dei complotti, se le nuove tecnologie di spionaggio sono realmente così temibili, anche senza un altro balloongate i governi americani ed europei torneranno ad investire maggiormente nei propri programmi di tracciamento, in vista anche di nuove tecnologie sempre più diffuse, come per esempio i droni.
La versione di Pechino
Per le istituzioni cinesi si tratta di un increscioso incidente, non certo di spionaggio. Un’apparecchiatura con scopi meteorologici è stata dirottata dalle correnti ed è sfuggita al controllo degli operatori. Di sicuro, i palloni spia evocano una brutta memoria della guerra fredda, quando le incursioni americane sono state all’ordine del giorno per decenni. Un programma intrapreso da Eisenhower negli anni 50 e attuato prima in Unione Sovietica e poi nella Cina maoista. Anche in seguito al crollo del muro la Nsa ha preso di mira Pechino, penetrando nel network di Huawei o tracciando ufficiali e soldati responsabili dei movimenti di ordigni nucleari. Fatti di cui troviamo traccia anche nelle rivelazioni di Edward Snowden (ex-consulente informatico dell’intelligence americana che ha trovato asilo in Russia) e che descrivono una minima parte delle attività di sorveglianza di Washington a Pechino.
Infatti, nonostante John Kirby abbia dichiarato “non esserci nessun apparecchio di sorveglianza aerea americano in Cina” per il portavoce del Ministero degli Esteri Wang Wenbin “è comune anche per i palloni americani entrare nello spazio aereo di altri paesi.” Solo lo scorso anno” continua il portavoce, “i palloni ad alta quota Usa hanno volato illegalmente sulla Cina per più di 10 volte senza il permesso delle autorità”. Per Wang, gli Stati Uniti hanno “abusato” del proprio vantaggio tecnologico e dovrebbero ricordarsi di essere “il più grande impero criminale che spia e sorveglia il mondo abitualmente”. Non a caso, aggiunge, solo nel 2022 Washington “ha inviato 657 navi da guerra e aerei per condurre una ricognizione ravvicinata”.
La guerra dell’informazione
Motivi che hanno portato Pechino a rifiutare l’offerta di una telefonata di riconciliazione tra i Ministri della Difesa giunta dal governo statunitense, accusato di aver dato vita ad una “guerra dell’informazione”. Secondo Tan Kefei, omologo di Wang alla difesa, la vicenda “viola gravemente le norme internazionali e segna un pericoloso precedente”. Non è possibile discutere con Washington in questo momento perché “questo approccio irresponsabile non ha creato un’atmosfera adeguata per il dialogo” ma soprattutto, porta la Cina a “riservarsi il diritto di usare tutti i mezzi necessari per gestire la situazione”. Della stessa idea anche Mao Ning, portavoce degli esteri, per la quale “la reazione degli Usa è esagerata. Stanno affermando che abbiamo una flotta [di palloni spia]. Non lo so, mi sembra sia parte di una guerra d’informazione contro la Cina. È chiaro alla comunità internazionale chi sia il più grande paese al mondo per sorveglianza e spionaggio.”
Pechino reagisce proprio a partire dall’informazione. Il Global Times e i canali di stato parlano chiaramente di uno scandalo, “prodotto di un sistema fallimentare”. Vengono identificati Ufo anche in Cina e mentre sui media mandarini i cittadini cinesi vengono invitati a fotografare i detriti di oggetti abbattuti in alcune zone, sui social gli americani vengono trollati da milioni di utenti. Tra i commenti più popolari si legge: “la ‘saga del pallone spia’ è un atto di un dramma politico deliberatamente orchestrato dagli Stati Uniti con l’obiettivo di armare intenzionalmente la paura, la paranoia e l’isteria di massa in nome del discredito della Cina”.
Scenari, rischi, opportunità
Al netto delle versioni delle parti, la vicenda richiama un episodio di vent’anni fa, anche se a parti inverse. Nel 2001, un aereo spia americano EP-3 si è schiantato contro un caccia cinese. Per Bush e Powell fu difficile ripristinare le comunicazioni con Pechino ma quando ci riuscirono si promisero di implementare meccanismi per evitare che si arrivasse nuovamente a perderle in contesti simili. Purtroppo, questa storia, più che un romanzo di spionaggio, descrive un dato molto preoccupante, ovvero che le comunicazioni tra le due superpotenze negli ultimi vent’anni non si siano sviluppate allo stesso modo del loro rapporto commerciale, anzi si potrebbe affermare che non abbiano compiuto i passi avanti necessari a scongiurare il delinearsi di poli sempre più distanti e opposti tra loro.
I palloni aerostatici high-tech divengono a tutti gli effetti degli oggetti volanti difficilmente identificabili e facilmente pericolosi. La diatriba sugli Ufo alimenta una nuova guerra di informazione legata alla già ampia contesa economica, militare e tecnologica tra i giganti, in cui sicuramente il tempismo fa pensare possa esserci l’interesse (anche all’interno dei due paesi) a far sì che il dialogo non riparta. Allo stesso modo, non si può escludere la possibilità per Biden di scommettere tutto contro la Cina, mostrando i denti, in vista della sua rielezione.
Il Baloongate arriva infatti in un momento in cui Repubblicani e Democratici sembrano competere per chi ha la linea più dura su Pechino. I primi accusano Biden di non aver reagito per tempo. Secondo il deputato Michael R. Turner, è stato un po’ come “fermare il quarterback dopo che la partita è finita. Il satellite ha completato la sua missione. Non avremmo mai dovuto consentirgli di entrare negli Stati Uniti e di completare la sua missione.” Per i democratici invece, non si poteva intervenire prima. Si è aspettato che il pallone raggiungesse il mare per evitare la caduta di detriti sulla popolazione. Inoltre, questa è l’ennesima dimostrazione di come Trump non fosse cosciente delle minacce cinesi nonostante la sua linea dura.
La buona notizia, come riportato da Reuters, è che il Segretario di Stato Usa Antony Blinken ha incontrato il capo della diplomazia cinese Wang Yi a margine della Conferenza sulla Sicurezza di Monaco. La pessima notizia, come commentato da diversi analisti, è che finché la questione non verrà risolta – in particolare con le tensioni in corso nel Pacifico o intorno a Taiwan – ogni mezzo o apparecchiatura americana in zone anche solo rivendicate dalla Cina, potrebbe divenire un facile pretesto di ritorsione ed escalation.
Classe 1989, Sinologo e giornalista freelance. Collabora con diverse testate nazionali. Ha lavorato per lo sviluppo digitale e internazionale di diverse aziende tra Italia e Cina. Laureato in Lingue e Culture Orientali a La Sapienza, ha perseguito gli studi a Pechino tra la BFSU, la UIBE e la Tsinghua University (Master of Law – LLM). Membro del direttivo di China Files, per cui è responsabile tecnico-amministrativo e autore.