Nuove linee guida: Pechino chiede alle piattaforme maggiore rispetto dei lavoratori. Ai fattorini «gratitudine»
Milioni di addetti alle consegne di cibo che mostrano gratitudine al Partito comunista cinese. È quanto richiesto dalle nuove disposizioni dell’Amministrazione statale per la regolamentazione del mercato (Samr), l’ente governativo istituito nel 2018 le cui funzioni spaziano dal controllo antitrust a misure di impatto sociale.
Pubblicate l’11 giugno nell’account ufficiale WeChat dell’agenzia, le nuove linee guida evidenziano la necessità di aderire a una «corretta direzione politica», da perseguire tramite un «lavoro ideologico approfondito e dettagliato». Obiettivo ultimo: il benessere dei fattorini.
NON È LA PRIMA VOLTA che Pechino chiede alle piattaforme di fare passi avanti nella tutela dei lavoratori delle consegne, che secondo le stime della Samr sono oltre 12 milioni. Nel 2021, nel pieno degli sforzi per regolamentare i grandi colossi del tecnologico, il governo ha evidenziato la necessità di promuovere un «uso moderato» dell’algoritmo che assegna gli ordini, colpevole di imporre tempi di lavoro impossibili da rispettare e segnalare tragitti impraticabili. I parametri del sistema di gestione delle consegne, malgrado le modifiche, restano piuttosto rigorosi. Come denunciano i rider del paese, l’app osteggia ancora i fattorini che si collegano con meno frequenza e impone multe salate per i ritardi.
Ma alle difficoltà insite nel lavoro su piattaforma, che include la carenza di assicurazioni contro gli infortuni, si accumulano le peculiarità del caso cinese: una percentuale consistente (ma difficile da stimare) di addetti alle consegne è assunta da società terze a cui i colossi del settore come Meituan ed Eleme subappaltano il servizio. Il risultato è un reticolo di aziende di piccole e medie dimensioni le cui responsabilità sono difficili da individuare nel caso di controversie sul lavoro.
Nuove misure entrate in vigore il primo marzo puntano proprio a rendere più limpida la struttura tipica di un mercato sempre più affollato e che soffre la forte concorrenza al ribasso. Alle aziende è stato chiesto di intraprendere sforzi per aggiornare i piani ferie e adeguare gli stipendi ai salari minimi locali.
MA IL GARANTE ultimo del benessere dei lavoratori è e resta il Partito, che ora promuove una supervisione più capillare del fumoso mondo gig valorizzando il ruolo delle sue organizzazioni. Dichiarazioni che sembrano propendere verso l’istituzione di comitati di Partito aziendali, una presenza comune nelle aziende statali e che sotto Xi Jinping ha investito in misura maggiore anche il settore privato.
Ad alcuni rider verrà chiesto di tenere d’occhio i «problemi di sicurezza e i pericoli nascosti» e segnalarli in modo tempestivo. Tutele in cambio di fedeltà politica e ideologica, come si legge nell’espressione riportata nel documento della Samr: «Essere grati per la cura del Partito, ascoltarne gli ordini e seguirne la guida». Uno slogan, scrive William Zheng sul South China Morning Post, che è comparso in molte dichiarazioni ufficiali dal suo primo utilizzo di febbraio 2021, durante le celebrazioni di Xi Jinping per il successo della campagna per la lotta alla povertà.
Il Pcc ha aggiunto un nuovo tassello alla narrazione che lo presenta come capace di individuare le carenze dei settori legati all’economia delle piattaforme. «Ma nei fatti è difficile che il governo adotti un approccio diverso nei confronti della gig economy», spiega al manifesto Ya-Wen Lei, docente presso il Dipartimento di Sociologia dell’Università di Harvard: le nuove direttive seguono una matrice di controllo più che la volontà di cambiare il paradigma e rendere le relazioni tra lavoratori e piattaforme meno impari.
ANCHE PERCHÉ sullo sfondo di una ripresa economica incerta, le performance delle società del food delivery sono funzionali agli sforzi di Pechino di rafforzare i consumi. Durante il periodo di vacanza per la Festa delle barche drago del 10 giugno, Meituan ha registrato una crescita del 69% degli ordini di food delivery rispetto al 2019. Nel primo trimestre dell’anno il suo fatturato ha segnato un aumento del 25%, grazie proprio ai servizi di consegna di cibo e a Meituan Instashopping, il ramo dedicato alla vendita di prodotti non alimentari al dettaglio.
Di Vittoria Mazzieri
Marchigiana, si è laureata con lode a “l’Orientale” di Napoli con una tesi di storia contemporanea sul caso Jasic. Ha collaborato con Il Manifesto, Valigia Blu e altre testate occupandosi di gig economy, mobilitazione dal basso e attivismo politico. Per China Files cura la rubrica “Gig-ology”, che racconta della precarizzazione del lavoro nel contesto asiatico.