Tra Pechino e Tokyo ancora tensione

In by Gabriele Battaglia

All’indomani dall’annuncio del governo giapponese di aumentare la spesa nel comparto militare, si susseguono le reazioni da parte di Pechino. Continua a non esaurirsi l’escalation, almeno a parole, nella vicenda delle isole contese nel mar Cinese Orientale, le Senkaku/Diaoyu. Il Giappone ha annunciato ieri che la propria difesa aerea è autorizzata a sparare colpi di avvertimento contro eventuali aerei cinesi che “sconfinassero” e oggi giunge immediata la replica cinese.

Il South China Morning Post intervista Li Jie – un esperto di studi strategici – secondo cui la mossa di Tokyo è “una tattica per dare coraggio alla propria forza aerea”. Un altro esperto, il professore Liu Jiangyong, ricorda invece che in passato caccia giapponesi hanno già sparato colpi d’avvertimento contro jet dell’ex Unione Sovietica. “Ma i russi non hanno preso in alcuna seria considerazione gli avvertimenti”, aggiunge il professore.

Un editoriale dell’agenzia Nuova Cina sostiene che “i colpi d’avvertimento previsti dal Giappone sono pericolosi e irresponsabili”. Xinhua aggiunge che Tokyo sta spingendo “le relazioni sino-giapponesi in un disastroso abisso”.

Sono poi ricordate le diverse misure decise dal nuovo governo giapponese di Shinzo Abe che hanno fatto precipitare la situazione: “Per esempio, ha sostenuto la revoca di due dichiarazioni ufficiali rilasciate nel 1990, che contenevano le del Giappone alle vittime delle sue atrocità in tempo di guerra”.
Il Sol Levante ha inoltre “più volte intrapreso azioni provocatorie contro le navi e gli aerei di sorveglianza cinesi intorno e sulle Isole Diaoyu. E il vice Primo ministro giapponese, Taro Aso, in un viaggio di alto profilo in Myanmar, ha reso omaggio ai soldati nipponici caduti e sepolti lì durante la seconda guerra mondiale, in totale disprezzo dei sentimenti delle persone che hanno sofferto amaramente sotto l’aggressione giapponese”.

Cosa ancora più importante – secondo Xinhua – “Tokyo intende rivedere gli accordi internazionali del dopoguerra e trasformare la propria forza di difesa in una forza militare vera e propria, a partire dal previsto aumento della spesa per la Difesa nel bilancio 2013, per la prima volta in 11 anni”.

Ancora più esplicito il Global Times, secondo cui i “proiettili traccianti del Giappone avvicineranno la guerra”. “C’è poco spazio per le concessioni – avverte il quotidiano. Pertanto, dobbiamo abbandonare ogni esitazione e prepararci seriamente a reciproci avvertimenti e al confronto con il Giappone sulle isole Diaoyu. Se la situazione degenera, dobbiamo far pagare al Giappone un prezzo più alto della Cina”.

Lo spin-off del Quotidiano del Popolo ricorda che “la disputa delle isole Diaoyu metterà alla prova la leadership del governo cinese per lungo tempo. Ma dobbiamo avere fiducia: il nostro rivale non è che un bullo che riesce a sopportare anche l’occupazione militare degli Stati Uniti. Finché terremo duro, non potremo perdere questa prova di volontà.”

Tokyo sta intanto affilando le proprie armi. I media internazionali ricordano che Giappone e Australia sono sul punto di firmare un trattato di difesa reciproca simile a quello che già lega il Sol Levante agli Usa. E sul piano diplomatico, il ministro degli Esteri Fumio Kishida è appena partito per un viaggio ufficiale che lo porterò nelle Filippine, a Singapore, nel Brunei e in Australia. Fa immediatamente seguito a quello del vice Primo ministro giapponese Taro Aso in Myanmar, già ricordato da Xinhua.

Il governo Abe vuole inoltre utilizzare parte del proprio pacchetto di stimoli economici d’emergenza per acquistare nuove armi dagli Stati Uniti: sono previsti per esempio un nuovo sistema Patriot di difesa antimissile per elicotteri Chinook e l’ammodernamento dei jet F-15. Alla Difesa potrebbero andare circa 180 miliardi di Yen (2,1 miliardi di dollari) dei 10mila miliardi che dovrebbero essere approvati all’inizio della prossima settimana.

Di sicuro, al di là delle reali intenzioni dei due contendenti, aumenta il rischio di un incidente che possa far precipitare la situazione.

[Scritto per Lettera43; foto credits: presstv.ir]