The Leftover of the Day – Sapientia vinorum

In by Simone

Necessario strumento di autosupporto per digerire i fraintendimenti e le inquietudini quotidiane. Quando ogni sforzo di dialogo interculturale cede davanti alla bieca logica capo-dipendente.
29 aprile 2010, 18:19
Sapientia vinorum

Sospesa tra ammirazione e derisione (e lo ammetto: è una derisione tipicamente finto-spocchiosa-provinciale italiana).
Si è comprato una serie di libri sul vino – fanno sempre parte dei must da riportare indietro dall’Italia. Insieme ne abbiamo sfogliati diversi in libreria.
A un certo punto, ho tra le mani un testo da veri esperti, quasi una cosa professionale, pieno di numeri e figure. Per esempio: tutti i modelli di bottiglie, come si chiamano (Bordolese, Borgognona, Renana…), tutti i tipi di bicchieri da vino (calice, flute, ecc) e le proporzioni tra le varie parti della bottiglia e cose così. Lui lo acquista.

Mentre torniamo in ufficio gli dico: “Don’t you get bored reading all these things about wine?”, e lui mi risponde che no, questo fa parte della sua vita in Italia, è qualcosa che vuole portare con sé, io insisto dicendo: “I do get bored with this staff… Just get me a good bottle of wine: that’s it!”, ma insiste anche lui.
Mi spiega anche che, appena tornato in Giappone, gli faranno domande sul genere: “Non indossi il tuo nuovo completo Armani?”, per prenderlo in giro e per sapere dell’Italia. Lui, allora, potrà mostrare tutta la sua sapienza in fatto di vini e cibi. Così, dice, potrà vantarsi di sapere tutto dell’Italia.

Mi spiega poi, ma questo lo so già per esperienza diretta, che a lui piace giocare con queste cose, fare la parte di quello che sa sempre tutto, che conosce più degli altri, gli piace essere considerato come un arrogante. Vorrei dirgli che a me è sempre sembrato il primo della classe e che sarebbe tanto meglio se evitasse questi atteggiamenti da zitello.
Poi però lui replicherebbe con qualcos’altro (tipo: un bravo giornalista deve essere così e colà…). Potremmo andare avanti per ore.

Meglio tacere.

*Lavoro per un giornale giapponese, ma in Italia. Non parlo giapponese, ma passo le giornate a discutere con un giapponese: il mio capo. Ne ho cambiati diversi, eppure molte questioni sono rimaste le stesse. Ce n’è una, poi, a cui proprio non so dar risposta: che ci faccio qui? (senza scomodare Chatwin per carità