Necessario strumento di autosupporto per digerire i fraintendimenti e le inquietudini quotidiane. Quando ogni sforzo di dialogo interculturale cede davanti alla bieca logica capo-dipendente.
23 giugno 2010, 16:16
Per favore, chiudetemi in una catacomba!
È totalmente folle. Quando ci parli al di fuori del lavoro, sembra abbastanza tranquillo, ma quando entra in ufficio diventa una furia. Trafelato e perennemente isterico, parla in giapponese col tono di una donna di mezz’età in preda a un attacco di vampate, digita sulla tastiera con violenza inspiegabile. E vuole mandare un articolo dall’Italia al giorno. Quello che più mi deprime è che non ha alcuna intenzione di creare lui delle storie, di cercare delle notizie alternative alla stampa italiana, di fare un suo percorso conoscitivo e un suo racconto dell’Italia. Si limita a valutare le notizie più importanti e a scrivere di quelle. Non capisco nemmeno bene i criteri. L’altro non ha quasi mai parlato degli scioperi, questo sembra voler scrivere di ogni singola manifestazione di protesta, come fosse cronaca nazionale giapponese.
Ho avuto un saggio della sua perversione affrontando la vicenda della scoperta delle immagini degli apostoli presso le catacombe. Ieri esce la notizia e gliela mostro. C’è un primo momento di panico quando gli dico “apostle” e sulla sua faccia compare il nulla. Non ha idea di cosa io stia parlando. E fin qui, vabbè, lo si può capire (e invidiare!). Gli fornisco anche quanto uscito sulla Reuters e sugli altri media, ma lui è visibilmente insoddisfatto. Mi comincia a chiedere cose improbabili, tipo “Quindi l’adorazione degli apostoli inizia nel IV secolo?”, e io mi limito a rispondere che “adorazione” non mi pare termine idoneo… Comunque si è fatto tardi, rimandiamo tutto alla mattina di oggi. Il suo approccio, scopro in mattinata, è inquietante e dirimente. Devo fare l’intervista ma seguire pedissequamente le sue domande. Ovvero un lungo elenco di puntigliose e psicopatiche richieste.
Per un confronto, ecco cosa ha pubblicato Repubblica in merito.
Ecco, invece, alcune delle sue domande – non le riporto tutte, sono troppe:
– Come si fa a sapere che le icone sono datate fine del IV secolo? È possibile essere più precisi nella datazione (per esempio se 370 d.C. O 380 d.C)? (certo, magari anche l’ora in cui la pittura è stata conclusa)
– Questa volta quattro apostoli sono stati scoperti tutti insieme. Significa che è possibile trovare immagini di tutti i 12 apostoli, con datazione anteriore al IV secolo, in un unico posto? (che c’entra?)
– In questa occasione solo i loro volti sono dipinti. È la prima volta che Pietro e Paolo sono stati dipinti solo con il loro viso? (ma in quale parte del mondo cristiano e poi, soprattutto, cui prodest?!?)
– Come potevate sapere che l’immagine di Andrea è davvero di Andrea, anche se in questo caso è dipinto come un giovane e di solito è rappresentato come un uomo anziano? (giusto, per carità, ma davvero metterai tutto questo nell’articolo? E qualcuno lo leggerà persino?)
E così via, l’elenco potrebbe continuare a lungo…
*Lavoro per un giornale giapponese, ma in Italia. Non parlo giapponese, ma passo le giornate a discutere con un giapponese: il mio capo. Ne ho cambiati diversi, eppure molte questioni sono rimaste le stesse. Ce n’è una, poi, a cui proprio non so dar risposta: che ci faccio qui? (senza scomodare Chatwin per carità)