The Leftover of the Day – Estate in letargo

In by Simone

Necessario strumento di autosupporto per digerire i fraintendimenti e le inquietudini quotidiane. Quando ogni sforzo di dialogo interculturale cede davanti alla bieca logica capo-dipendente.
28 luglio 2010, 11:39
Estate in letargo

Mi dileguo per lunghi periodi.
Vorrei dileguarmi da questo ufficio definitivamente.
Lavorerò fino al 15 agosto e allo sconforto estivo si aggiunge una preoccupante letargia. Colpa sua, del giapponese inutile e spento. Non sopporto la sua vocetta stridula al telefono, il suo ciabattare di Crocs sulla moquette, i suoi capelli ingelatinati. Sopratutto non riesco a stimarlo minimamente dal punto di vista giornalistico – suona ormai fuori luogo questa parola pronunciata in questa stanza di noia e di impiegatizio mal di schiena. Certi giorni la nostra comunicazione si riduce a uno scambio di fogli sulle rispettive scrivanie. I giorni peggiori – che aumentano con il progredire del caldo – sono quelli in cui mi affida mansioni di grande responsabilità come spiegargli cosa c’è scritto nelle bollette o scannerizzargli dei documenti o, ancora, chiamare per il permesso di soggiorno della sua famiglia prossima all’arrivo sul suolo italico.

L’unica notizia che poteva trasformarsi in qualcosa di interessante su cui lavorare (questa). Io incontro una persona che mi dà nomi e dritte per cercare di scoprire qualcosa di più dal Giappone. Deve aiutarmi lui, il giapponese, perché ricerche su Google ne faccio ma non danno alcun risultato nelle lingue europee. Invece lui che fa? Quando gli sottopongo nomi e dettagli, mi dice: “Beh, vedremo, abbiamo tante altre storie da seguire, se esce qualcosa, sì, ne scriveremo…”. Insomma, mi fa capire che non cercherà assolutamente nulla. Che iniziativa, che entusiasmo, che passione per la scoperta.

In realtà le storie che lo appassionano – e capisco anche che ha ragione: appassionerebbero i lettori giapponesi – sono come quella di oggi: mi fa persino chiamare il Vaticano per chiedere spiegazioni.
Il ruolo del reporter che mette in difficoltà i poteri forti, ah ah ah. La detestabile suora dell’Ufficio stampa ride imbarazzata e inorridita: “Siate seri, non si può scrivere un articolo su questa cosa!”. Io mi fingo altrettanto imbarazzata e scandalizzata da questi stranieri che non sanno più cosa altro inventarsi pur di attaccare il Vaticano. In realtà mi deprimono tutti e due.
Penso solo che notizie del genere non mi possono coinvolgere e che respingere oltre i confini della Città del Vaticano chi indossa bermuda o canottiere non servirà ad altro se non ad aumentare l’insofferenza verso la morale di carta velina del Vaticano.

28 luglio 2010, 15:56
La prima volta del Pd giapponese

Anche il nuovo partito al governo non si sottrae alla spiacevole tradizione della pena di morte.

*Lavoro per un giornale giapponese, ma in Italia. Non parlo giapponese, ma passo le giornate a discutere con un giapponese: il mio capo. Ne ho cambiati diversi, eppure molte questioni sono rimaste le stesse. Ce n’è una, poi, a cui proprio non so dar risposta: che ci faccio qui? (senza scomodare Chatwin per carità)