Necessario strumento di autosupporto per digerire i fraintendimenti e le inquietudini quotidiane. Quando ogni sforzo di dialogo interculturale cede davanti alla bieca logica capo-dipendente.
25 maggio 2010, 15:31
Come ai vecchi tempi
Alcuni italiani lo sono venuti a trovare in ufficio prima della partenza. Tra loro, una ragazza che si occupa di letteratura moderna.
Il discorso va a finire, non so nemmeno come, sulla linguistica. C’è lui che insiste che espressioni come “Beh” o “Ci vediamo” sono calchi dall’inglese, le fa tutta la lezioncina e poi le prende pure il libro a sostegno della tesi. Lei è scettica e al suo discorso sul beh ne contrappone uno sulle esclamazioni nel Quattrocento. Il tutto, come al solito, in una lingua ibrida tra italiano e inglese.
Io sono contenta che finalmente ci sia qualcuno con più strumenti dei miei a controbattere e intanto penso che tutto questo è già finito…
*Lavoro per un giornale giapponese, ma in Italia. Non parlo giapponese, ma passo le giornate a discutere con un giapponese: il mio capo. Ne ho cambiati diversi, eppure molte questioni sono rimaste le stesse. Ce n’è una, poi, a cui proprio non so dar risposta: che ci faccio qui? (senza scomodare Chatwin per carità)