Più popolare di WhatsApp e di Facebook Messenger, in Thailandia è Line la piattaforma preferita per chattare con amici e colleghi. Da anni la app giapponese (ma creata da sudcoreani) è onnipresente nella seconda economica del sud-est asiatico: su 51 milioni di utenti di Internet, sono oltre 44 milioni i Thai che hanno scaricato Line sul proprio device. Il segreto di questo successo? La forza dei brand nipponici nel paese dell’Asia sud-orientale e una strategia fortemente orientata a rispondere alle abitudini degli utenti locali, fattori che hanno fatto dell’antico Regno del Siam il secondo mercato per la app dopo il Giappone. Seguendo l’esempio di WeChat in Cina, nella sede di Bangkok ora si punta a trasformare Line in una «infrastruttura per la vita»: una super-app che promette di offrire ai Thai servizi diversi senza mai lasciare la piattaforma.
«Il nostro obiettivo non è aumentare il numero degli utenti – diceva in un’intervista al Bangkok Post Phichet Rerkpreecha, Ceo di Line in Thailandia – ma dare priorità a far crescere il tempo di utilizzo della piattaforma». La app giapponese ha lanciato in Thailandia il Rabbit Line Pay – già 5 milioni di e-wallet registrati – in un momento in cui i servizi finanziari digitali, le transazioni cashless e le soluzioni fintech sono tra i settori più promettenti nell’economia di Internet della regione.
Attraverso lo e-wallet si può trasferire denaro con il QR code o pagare il biglietto dello skytrain di Bangkok, mentre Line Man – servizio sviluppato per il mercato Thai – consente di prenotare servizi di ride hailing e di food delivery: facendo concorrenza a competitor come Grab, la piattaforma di Singapore ubiqua in tutto il sud-est asiatico.
Sulla app si possono anche confrontare i prezzi tra i giganti dell’e-commerce nella regione – come Lazada o Shopee – il che ha permesso a Line di ritagliarsi una fetta di un mercato che secondo le stime del governo di Bangkok è cresciuto lo scorso anno del 13%. Sotto lo slogan «Life on Line», la scorsa estate Phichet ha annunciato nuovi servizi per la piattaforma: compreso un sistema di informazioni personalizzato per l’utente grazie all’intelligenza artificiale.
Se nel sud-est asiatico sono già più di una decina le aziende valutate oltre un miliardo di dollari – le indonesiane Traveloka e Go-Jek o la vietnamita VNG specializzata in contenuti digitali – la Thailandia deve però ancora sviluppare il suo unicorno. «Per raggiungere lo status di unicorno, le startup Thai devono pensare oltre la Thailandia e guardare a modi per espandersi nel sud-est asiatico per attrarre investimenti da Cina, India, ma anche dagli Stati Uniti», sostiene Poompong Tancharoenphol, Investment Manager di AddVentures by SCG.
«Qui – aggiunge Poompong – diverse sono le aziende che hanno il potenziale per crescere: soprattutto in logistica, e-commerce e food-tech». Forte della sua posizione al centro del sud-est asiatico e temendo di rimanere imbrigliata nella trappola del reddito medio, la Thailandia non vuol più essere conosciuta solo come la «Land of Smiles»: un brand capace di attrarre ogni anno decine di milioni di turisti.
Attraverso l’iniziativa Thailand 4.0, il governo di Bangkok guidato da Prayuth Chan-o-cha – salito al potere con un golpe nella primavera del 2014 e confermato primo ministro dopo le elezioni dello scorso marzo – promette di puntare su produzioni ad alto valore aggiunto, tecnologia e automazione, facendo della Thailandia un centro per lo sviluppo di robotica, intelligenza artificiale e Internet of Things (IoT). Anche se – notano con scetticismo gli analisti – il governo di Bangkok deve fare i conti con la carenza di specialisti con alte skill e il rapido invecchiamento della popolazione. Secondo l’ultimo Global Digital Report curato da Hootsuite e WeSocial, i Thai passano on-line più di 5 ore al giorno da mobile.
L’ecosistema di internet dell’antico Regno del Siam è onnivoro. Forte l’integrazione con la scena tecnologica sviluppata nel sud-est asiatico: la super-app Grab, i giganti dell’e-commerce Shopee e Lazada, l’app indonesiana specializzata in viaggi Traveloka sono onnipresenti sugli smartphone dei Thai.
Se crescono gli investimenti in Asia sud-orientale da parte dei giganti dell’innovazione cinesi, qui però anche i Big Tech della Silicon Valley mantengono una forte presenza: oltre la metà della popolazione dell’antico Regno del Siam è su Facebook, mentre 13 milioni di Thai condividono foto e storie su Instagram.
Di Francesco Radicioni*
**Corrispondente dall’Asia per Radio Radicale
[Pubblicato su il manifesto]