Ottantanove morti e oltre 500 feriti – di cui almeno ottanta gravi – è il bilancio, per forza di cose provvisorio, del terremoto di 6.6 gradi che ha colpito la provincia nordoccidentale cinese del Gansu, lunedì mattina alle 7.45 locali. L’epicentro del sisma, che è stato avvertito fino alla capitale provinciale Lanzhou (177 km a nord), sono le contee di Minxian e Zhangxian, a una profondità di 20 chilometri, e, per la precisione, a 34,5 gradi di latitudine nord e 104.2 gradi di longitudine est, dichiara il locale centro antisismico.
Il terremoto è stato abbastanza superficiale – dicono gli esperti – il che significa che potrebbe essere ancora più disastroso.
In totale, le scosse registrate entro le 14:00 locali sarebbero state 405, sei delle quali superiori ai 3,0 gradi della scala Richter. Secondo quanto riporta l’agenzia ufficiale Xinhua, il sisma è stato avvertito fino a Xian, capitale della vicina provincia di Shaanxi, che si trova circa 400 km a est.
Dalle testimonianze che i media cinesi stanno raccogliendo sul posto, pare che il terremoto sia durato per circa un minuto e che la principale scossa, ondulatoria, abbia fatto ondeggiare alberi ed edifici.
Un funzionario del governo provinciale dichiara che “più di 21.000 edifici sono stati gravemente danneggiati e oltre di 1.200 crollati”, mentre le autorità della città di Dingxi ha postato sul proprio account di Sina Weibo che, al momento, si stimano circa 380 edifici crollati e più 5.600 danneggiati. Al momento, le autorità locali parlano di 89 vittime e oltre 500 feriti in città.
Il Gansu – terra di montagne, deserto e pascoli, – è una delle province più scarsamente popolate della Cina, con 26 milioni di abitanti; ma Dingxi ha circa 2,7 milioni di residenti.
I media cinesi riportano che 500 soldati e 120 soccorritori specializzati sarebbero immediatamente patiti per la zona del disastro, mentre Xinhua riferisce di un primo invio di circa 500 tende e 2.000 coperte. L’agenzia ufficiale annuncia anche che si sono verificati blocchi di corrente e che le comunicazioni sono interrotte con 13 città della contea di Zhangxian. Le immagini trasmesse dalla televisione di stato mostrano villaggi con le strade disseminate di macerie.
La zona era stata colpita nei giorni scorsi da forti pioggie che aumentano il rischio di frane, soprattutto in caso di scosse d’assestamento. Anche per i prossimi giorni si prevede maltempo. A livello nazionale, i danni del terremoto si aggiungono infatti alle inondazioni che, in un’estate clamorosamente umida, stanno colpendo 30 province della Cina da giorni e il cui bilancio è finora di 337 morti e 213 dispersi.
All’inizio di quest’anno, un terremoto di magnitudo 6.6 nella vicina provincia di Sichuan ha provocato circa 200 vittime, dopo il disastroso sisma che cinque anni fa, nella stessa provincia, ha ucciso quasi 90.000 persone.
[Scritto per Lettera43; foto credits: abc.net.au]