Isole Matsu, relazioni Europa-Taiwan e relazioni intrastretto, dibattito sulla leva militare, caso Politecnico, politica interna, economia. La rassegna di Lorenzo Lamperti con le ultime notizie da Taipei (e dintorni)
La Russia è uno tsunami, la Cina è il cambiamento climatico. Utilizza questo paragone l’Economist per raccontare il diverso approccio degli Stati Uniti tra Ucraina e Taiwan. “La cautela di Biden in Ucraina contrasta con i suoi discorsi quasi senza freni sulla difesa di Taiwan contro la Cina. L’anno scorso Biden ha detto che l’America aveva un impegno a difendere l’isola. L’ambiguità strategica dell’America, secondo cui promette di aiutare Taiwan a difendersi ma non dice se interverrebbe direttamente, è diventata meno ambigua”. Dinamiche di cui si è parlato tante volte su Taiwan Files, ultima puntata compresa.
Di tsunami non ne ho visti alle isole Matsu, dove sono stato nei giorni scorsi. Arcipelago a circa 200 chilometri da Taipei e a meno di venti chilometri dal Fujian cinese, ha una storia e una prospettiva completamente diverse da quelle dell’isola principale di Taiwan. Avamposto militare bombardato da Mao Zedong fino agli anni Sessanta, queste isole si percepiscono come un luogo di confine sia a livello esterno tra territori amministrati da Taipei e quelli amministrati da Pechino, sia a livello interno con una distinzione che qui diventa improvvisamente chiara tra Taiwan e Repubblica di Cina. In maniera forse ancora più peculiare di quanto non accada a Kinmen (che ho raccontato in questo reportage dello scorso novembre).
Tra slogan dei tempi di Chiang Kai-shek (e statue dello stesso ex leader del Guomindang in fuga dopo la sconfitta nella guerra civile) e avamposti in funzione o diventati siti turistici, ho intervistato il segretario generale del governo della contea di Lienchiang (l’unica con il territorio diviso tra Repubblica di Cina e Repubblica Popolare Cinese) e il rappresentante locale del Partito Progressista Democratico, che si è stabilito a Nangan (isola principale dell’arcipelago) solo nel 2021 ma che ha una prospettiva molto peculiare sul futuro di Taiwan e soprattutto sul ruolo che le isole minori possono giocare nel suo percorso di costruzione identitaria.
Le prossime puntate di Taiwan Files saranno dedicate alle Matsu con un reportage e poi le versioni integrali delle due interviste, in attesa di pubblicare anche un’altra ampia intervista, in questo caso al primo taiwanese accusato con la legge di sicurezza nazionale di Hong Kong.
Relazioni Europa-Taiwan
Al summit Ue-Cina è stata citata anche la situazione taiwanese. “L’Ue ha riaffermato il suo impegno a favore della sua politica una sola Cina, esprimendo al contempo preoccupazioni per l’aumento delle tensioni attraverso lo Stretto”, si legge nel comunicato finale. Allo stesso tempo, Bruxelles ha chiesto a Pechino di “porre fine alle sue misure commerciali ingiustificate contro la Lituania (dove si è recata nei giorni scorsi una delegazione taiwanese), che violano le norme dell’Omc e danneggiano il mercato interno dell’Ue”. Misure nate proprio in risposta a un approfondimento dei rapporti tra Vilnius e Taipei.
Ho intervistato per Wired Freddie Höglund e Giuseppe Izzo, rispettivamente amministratore delegato e vicepresidente della Camera di commercio europea a Taiwan. Qui di seguito uno stralcio dell’ampia intervista in cui emergono gli attuali e i possibili nuovi campi di cooperazione bilaterali, oltre a elementi per comprendere le ragioni della leadership tecnologica di Taipei in settori come quello dei semiconduttori.
Ma la storia dei semiconduttori non sarà l’ultima della tradizione di innovazione asiatica, e in particolare taiwanese. “Le prossime storie di successo arriveranno dal settore dei veicoli elettrici e dal tecnologico in generale – sostiene Izzo -. Abbiamo sentito per esempio parlare dei materiali a onda (wave materials). Così come altri tipi di materiali flessibili. Un’altra area di sviluppo promettente è quella dello spazio, che sarà sempre più intrecciata con le telecomunicazioni e progetti come lo Starlink di SpaceX. Alla Chen Kung University esiste una facoltà sulle tecnologie spaziali ed esistono già diverse aziende sul territorio che stanno investendo in questo settore. Importanti saranno anche le tecnologie in campo medico e le biotecnologie sintetiche. I taiwanesi sono estremamente pragmatici quando si tratta di business e di tecnologia. Le loro innovazioni sono tangibili, presenti, reali”.
E, attenzione, per Höglund si possono avere buoni rapporti con Taipei senza pregiudicare quelli con Pechino: “In molti in Europa pensano che una cosa escluda l’altra ma lo ritengo un mito. È ammissibile commerciare in entrambi i luoghi senza ripercussioni particolari, pur con le restrizioni agli import su alcuni prodotti che però non hanno a che vedere con il fatto che un’azienda operi in Cina o a Taiwan. Il commercio è al di sopra della politica, ma gli europei tendono a credere che i due aspetti siano intrecciati e quindi si muovono con cautela, anche se non credo sia necessario. Il caso lituano ha però in qualche modo alimentato questa convinzione. Ecco perché anche l’Ue ha preso una posizione più dura nei confronti della presenza cinese nell’Organizzazione Mondiale del Commercio”.
Relazioni intrastretto
Anche nelle ultime due settimane sono state registrate varie incursioni aeree dell’Esercito popolare di liberazione nello spazio di identificazione di difesa aerea taiwanese. La più rilevante giovedì 31 marzo con 11 velivoli.
In un sondaggio pubblicato il 22 marzo quasi il 60% degli intervistati ha detto di credere che se Taiwan dovrà affrontare un’invasione della Cina, dovrà farlo da sola, e il 78% non crede che l’esercito taiwanese non sia in grado di fermare da solo un’invasione delle forze cinesi. Ovviamente l’unificazione non è una prospettiva che piace ai taiwanesi. Sempre più giapponesi temono invece un’invasione di Pechino a Taiwan.
Il capo dell’Ufficio di sicurezza nazionale di Taiwan, intervenendo al parlamento, ha stimato che le difficoltà russe nell’invasione dell’Ucraina rendono più improbabile che Pechino si impegni in operazioni simili nei confronti dell’isola che considera parte integrante del suo territori in un futuro prossimo. Chen Ming-tong ha tuttavia avvertito i parlamentari che le difese di Taiwan non devono essere abbassate, perché se dovesse esserci un attacco non sarebbe limitato.
Il governo di Pechino continua a ripetere che “Taiwan non è l’Ucraina”, in quanto parte del territorio cinese. Stavolta è toccato dirlo al portavoce del ministero degli Esteri Wang Wenbin. Nella stessa conferenza stampa, Wang ha affermato che “il vero obiettivo degli Stati Uniti è creare una nuova crisi attraverso lo Stretto di Taiwan che serva (i loro) interessi geopolitici a scapito di pace e stabilità regionali”. Esemplificazione di uno dei motivi per il quale Pechino non può abbandonare la propaganda anti Nato e anti Usa anche in riferimento alla guerra in Ucraina. Ne ho scritto su Wired.
Si è discusso nelle scorse settimane, a partire dalla lianghui, di una possibile Reunification Law. Un alto funzionario taiwanese sostiene però che una eventuale sua approvazione metterebbe troppa pressione su Pechino che sarebbe costretta a fissare un calendario per portare Taiwan sotto il suo controllo, il che potrebbe aumentare gravemente le tensioni in un momento nel quale i problemi per Pechino sono già parecchi a partire dalla questione economica.
Il South China Morning Post offre un excursus storico del rapporto a tre Taipei-Pechino-Washington e in particolare sul disgelo Nixon-Mao che portò all’esclusione di Taiwan dalle Nazioni Unite. Tema che viene approfondito da Bonnie Glaser e Jessica Drun, che parlano del tentativo di Pechino di rileggere il principio della “unica Cina” e l’approccio di Washington.
La Cina ha minacciato l’Australia di doversi preparare a pagare “un caro prezzo” se continuerà ad interferire negli affari interni del paese. Dichiarazioni in risposta alle “osservazioni sbagliate” di alcuni politici australiani sulle relazioni intrastretto.
Il governo cinese ha utilizzato un simposio che si è svolto a Taipei per celebrare il 360esimo anniversario della presa di Taiwan da parte di Zheng Chenggong, noto internazionalmente come Koxinga, per sottolineare che il “tributo ribadisce che Taiwan è un territorio cinese inerente, evidenziando il fatto storico e giuridico che entrambe le parti sullo Stretto di Taiwan appartengono a una sola e stessa Cina”. Koxinga era un lealista Ming che liberò Taiwan dagli olandesi prima dell’arrivo dei Qing.
Tsai Ing-wen ha espresso cordoglio per l‘incidente aereo verificatosi nella provincia del Guangxi, nella Cina meridionale.
Il Caffè Geopolitico mi ha intervistato su Taiwan e Ucraina.
Il dibattito sulla leva militare
La politica taiwanese discute su come rendere l’esercito più preparato di fronte a una possibile aggressione. Il ministero della Difesa di Taiwan ha annunciato l’avvio di un gruppo di lavoro sulle tattiche militari impiegate da forze armate e cittadini ucraini contro l’esercito russo. Il gruppo comprende alcuni accademici della National Defense University e prevede di “ottenere risultati utili su armamenti e preparazione a una guerra”. Con tentativo di emulazione di come si sta difendendo Kiev.
Si lavora anche all’ammodernamento dei mezzi militari con lo sviluppo di due nuovi veicoli da combattimento: uno si basa sul CM-32 Clouded Leopard, un veicolo blindato a otto ruote con una mitragliatrice Browning M2 da 12,7 millimetri. Il secondo è un mezzo da ricognizione tattica a quattro ruote destinato a sostituire l’obsoleto veicolo corazzato M113.
Lo Chih-cheng, un parlamentare del DPP, ha sostenuto la necessità di prolungare il servizio militare obbligatorio e di estendere la coscrizione anche alle donne. Taiwan è passata gradualmente da un esercito di leva a una forza professionale dominata da volontari, ma la crescente assertività della Cina ha stimolato il dibattito sul quale stanno intervenendo vari esperti.
Il caso Politecnico
In Italia, intanto, si è discusso moltissimo del caso, sollevato su Twitter con un video, del professore cinese del Politecnico di Milano che ha chiesto a uno studente taiwanesi di cambiare la denominazione della sua provenienza sulla scheda da compilare per la tesi (qui la vicenda raccontata da Giulia Pompili che la estende alla presenza cinese nelle università italiane). Italia Viva ha presentato un’interrogazione al ministro dell’Università attraverso Marco Di Maio e il Politecnico ha avviato un’indagine interna. Stefano Pelaggi segnala anche il caso della Bologna Children’s Book Fair dove è stato cancellato il nome di Taiwan con un adesivo bianco sotto un premio. La storia del professore è arrivata anche sui media taiwanesi. Il ministero degli Affari esteri di Taiwan lo ha definito “un tirapiedi del governo della Repubblica popolare”. Restano però da capire le reali intenzioni del docente.
Politica interna, diplomazia, economia, Covid, letture
Il gradimento nei confronti di Tsai è sempre altissimo, molto più alto dello stesso Dpp come accaduto anche coi voti delle elezioni 2020. Tanto che già ci si inizia a chiedere che ruolo possa ricoprire dopo il 2024 e le prossime elezioni presidenziali. Leslie Liao ha raccolto in un thread svariati esempi di tentativi di imitazione.
I deputati di tutti i partiti hanno approvato un emendamento costituzionale per abbassare l’età di voto da 20 a 18 anni, aprendo la strada a un referendum nel corso dell’anno.
A ottobre si terrà a Taipei il meeting per il World Movement for Democracy, Pechino sostiene si tratti di un “veleno che incita al separatismo“.
Mentre sono innegabili i progressi in materia di diritti civili compiuti da Taipei negli ultimi decenni, alcuni lavoratori migranti del Sud-Est asiatico continuano a lamentare una scarsa inclusione.
Dialogo tra Tsai e l’ex premier giapponese Shinzo Abe, che di recente ha chiesto agli Usa di abbandonare l’ambiguità strategica. Pechino si è lamentata con Tokyo.
Taiwan e Paraguay hanno firmato due memorandum d’intesa centrati sulla prevenzione della peste suina africana e la promozione del commercio bilaterale, oltre ad una lettera di intenti sulla cooperazione in materia di politica industriale.
Le Isole Marshall ribadiscono l’appoggio a Taipei.
La guerra in Ucraina potrebbe avere un impatto “a lungo termine” sull’industria dei chip, aggravando i rischi di inflazione, secondo il produttore di chip di memoria taiwanese e fornitore chiave di Apple e Samsung, Winbond Electronics.
Il governo di Taiwan ha fissato obiettivi climatici che includono l’onnipresente flotta di scooter del paese: tutte le nuove autovetture e i nuovi 2 ruote dovranno essere a emissioni zero entro il 2040. Investimenti cresceranno in maniera esponenziale sulle rinnovabili.
Tornano ad aumentare i casi di Covid-19 a Taiwan. Il governo ha fatto sapere quello che già pareva ovvio: una completa riapertura dei confini è fuori discussione fino all’inizio del 2023.
Un forte terremoto ha causato qualche danno.
Tre letture. Qui Michelle Kuo e Albert Wu fanno una radiografia dei media filocinesi a Taiwan. Qui invece Sowmiya Ashok va alla scoperta dei “love motels” taiwanesi. Qui il reportage di Serena De Marchi da Green Island.
Di Lorenzo Lamperti
Taiwan Files 19.03.22 – Biden/Xi, manovre militari e normative
Taiwan Files 07.03.22 – Pompeo a Taipei e Taiwan nella “nuova era”
Taiwan Files 28.02.22 – Taipei non è Kiev, neanche post invasione russa
Taiwan Files 19.02.22 – La prospettiva taiwanese sull’Ucraina
Taiwan Files 12.02.22 – Pechino vista da Taipei
Taiwan Files 05.02.22 – Le Olimpiadi secondo Taiwan
Taiwan Files 29.01.22 – La Cina osserva la Russia in Ucraina, ma Taipei non è Kiev
Taiwan Files 22.01.22 – Il multiverso di Taiwan. Intervista ad Audrey Tang
Taiwan Files 15.01.22 – Commercio, sicurezza nazionale, sondaggi Chengchi, chip, diritti civili
Taiwan Files 08.01.22 – Arcobaleni, zero Covid, estradizioni, Xi/Tsai
Classe 1984, giornalista. Direttore editoriale di China Files, cura la produzione dei mini e-book mensili tematici e la rassegna periodica “Go East” sulle relazioni Italia-Cina-Asia orientale. Responsabile del coordinamento editoriale di Associazione Italia-ASEAN. Scrive di Cina e Asia per diverse testate, tra cui La Stampa, Il Manifesto, Affaritaliani, Eastwest. Collabora anche con ISPI. Cura la rassegna “Pillole asiatiche” sulla geopolitica asiatica.