La possibile estensione del programma di addestramento Usa a Taiwan, l’aumento degli scambi a livello militare e diplomatico, gli effetti della guerra in Ucraina, delegazione di Shanghai e politica interna, economia e semiconduttori. La rassegna settimanale di Lorenzo Lamperti con notizie e analisi da Taipei (e dintorni)
Proprio mentre la Cina presentava il suo position paper su quella che continua a chiamare “crisi” tra Mosca e Kiev (qui qualche riflessione), il Wall Street Journal rivela che gli Stati Uniti si preparano a quadruplicare la presenza di militari sull’isola principale della Repubblica di Cina. Al momento sono presenti circa 40 tra consiglieri e addestratori, ma nei prossimi mesi diventerebbero tra i 150 e i 200. Il ministro della Difesa Chiu Kuo-cheng ha sinora smentito, ma il piano sarebbe pronto e mira a espandere il programma di addestramento che il Pentagono ha sempre tenuto segreto. Anche per questo Pechino ha sempre tollerato la presenza del piccolo drappello. Un esempio era arrivato nell’autunno del 2021, quando le indiscrezioni sulla presenza di militari statunitensi a Taiwan circolate sui media americani erano state “spiegate” dalla presidente Tsai Ing-wen: “Sì, ci sono dei consiglieri americani, ma non sono tanti quanti la gente dice”. Ergo, messaggio implicito per tranquillizzare Pechino: “Sono i soliti di cui già sapete”. Tanto che dopo la sua intervista alla Cnn sul tema, l’argomento sparì dalle polemiche dei media nazionalisti cinesi.
Washington e Taipei sembrano però voler dare un’accelerazione al loro rapporto, portandolo alla luce del sole. E rendendo così più difficile alla Cina giustificare quanto accade su un territorio che considera suo. Nei giorni scorsi, Joseph Wu è diventato il primo ministro degli Esteri taiwanese a essere ricevuto a Washington per colloqui formali dal 1979. Non solo: Taipei ha ammesso che nei prossimi mesi un suo battaglione sarà per la prima volta negli Stati Uniti per ricevere addestramento e aumentare il coordinamento con l’esercito americano. Elemento cruciale nell’ipotesi di una guerra sullo Stretto e ammesso dal governo di Taipei. Intanto gli esperti taiwanesi si interrogano sulla profondità e la consistenza della possibile estensione del programma di addestramento statunitense a Taiwan.
La scorsa settimana sono stati invece a Taipei Michael S. Chase (più dettagli nella scorsa puntata di Taiwan Files), alto funzionario del Pentagono, e Mike Gallagher, capo del nuovo Comitato sulla Cina del Congresso, che chiede invii più rapidi di armi.
Tsai Ing-wen ha dichiarato che intende rafforzare i legami militari con Washington. I media cinesi avvisano che l’ufficializzazione dell’invio di un contingente sull’isola equivarrebbe a una “violazione di sovranità e integrità territoriale”. Non a caso, il principio chiave del piano sull’Ucraina. Pechino invita a non collegare le due vicende, ma Taiwan è il convitato di pietra del documento. Quando la Cina parla di “legittime preoccupazioni di sicurezza di tutti i paesi” si rivolge alla Russia ma pensa a se stessa e alla proiezione di quella che chiama “mentalità da guerra fredda” nel suo vicinato, che potrebbe così “costringerla” ad agire per “difendersi” di fronte all’avanzata americana in Asia-Pacifico.
L’Esercito di Taiwan ha tenuto intanto un evento mediatico per presentare il suo nuovo programma di addestramento al tiro, che pone maggiore enfasi sulla simulazione delle condizioni reali del campo di battaglia, in modo che i soldati siano meglio preparati per gli ambienti di combattimento reali.
La percentuale di taiwanesi che crede che gli Stati Uniti invieranno truppe per difendere Taiwan in caso di conflitto è in aumento. Secondo la Taiwanese Public Opinion Foundation (TPOF), il 42,8% degli intervistati nel febbraio di quest’anno ha dichiarato di credere che Washington interverrebbe militarmente se Pechino attaccasse Taiwan, con un aumento di 8,3 punti percentuali rispetto allo stesso sondaggio del 2022. Nonostante l’aumento, il 46,5% ha dichiarato di non credere che gli Stati Uniti invieranno truppe per difendere Taiwan, con un calo di 9,4 punti percentuali rispetto all’anno precedente, mentre il 5,3% si è detto incerto.
Guerra in Ucraina e Taiwan
Su Taiwan Files si è parlato tantissime volte del possibile impatto della guerra in Ucraina su Taipei. Per esempio qui e qui. A un anno dall’inizio del conflitto, la situazione è sempre in evoluzione. Erin Hale si interroga su Al Jazeera se il conflitto sarà un vantaggio o uno svantaggio per Taiwan.
Sabato 25 febbraio si è svolta a Taipei una manifestazione di sostegno all’Ucraina.
Il capo delle forze armate di Taiwan ha dichiarato che le forze taiwanesi potrebbero respingere un primo attacco da parte della Cina se ben preparate. “La Cina è certamente abbastanza forte da iniziare una guerra, ma non è così forte da poter conquistare Taiwan in una o due settimane”, ha dichiarato il ministro della Difesa Chiu Kuo-cheng.
In caso ipotetico di conflitto, le Filippine giocherebbero un ruolo fondamentale, come dimostrato anche dal recente accordo sull’accesso degli Usa a 9 basi militari dell’arcipelago.
Foreign Policy torna invece sulla vicenda della settimana scorsa dei cavi internet sottomarini recisi da mezzi navali cinesi in prossimità delle isole Matsu, amministrate da Taipei (qui un mio reportage della scorsa primavera).
Diversi uffici di rappresentanza stranieri a Taiwan hanno espresso solidarietà all’Ucraina con proiezioni di film venerdì, in occasione del primo anniversario dell’invasione russa. L’Ufficio italiano di promozione economica, commerciale e culturale (IETCPO) di Taipei ha organizzato la proiezione di “Kordon”, un documentario della regista italiana Alice Tommasini, nell’auditorium della libreria Eslite nel distretto di Xinyi. Il documentario racconta la storia di cinque volontari ucraini in una stazione ferroviaria periferica al confine con l’Ungheria, dove lavorano per aiutare i rifugiati in fuga dal Paese devastato dalla guerra. Il rappresentante dello IETCPO Davide Giglio ha spiegato alla CNA che il film ritrae le tragedie che i rifugiati, soprattutto donne e bambini, devono sopportare nel tentativo di attraversare i confini ucraini e raggiungere altri Paesi europei.
Delegazione di Shaghai e politica interna
La scorsa settimana abbiamo parlato della prima delegazione della Cina continentale a Taiwan dal 2019. La visita ha aumentato le polemiche interne alla scena politica taiwanese sulla comunicazione tra le due sponde dello Stretto. Lev Nachman, professore di scienze politiche presso l’Università Chengchi, ha affermato che le visite attraverso lo Stretto sono state viste come controverse da coloro che appartengono alla parte “verde” (pro-Dpp) della politica taiwanese, perché “si teme che queste azioni mettano a rischio la sicurezza e la sovranità di Taiwan”. “Vale la pena notare che se si è di orientamento blu [pro-Gmd], questi viaggi non sono controversi”, ha detto Nachman. “È possibile sostenere il dialogo tra le due sponde dello Stretto senza sostenere la riunificazione”.
Conosciuto come il partito con il miglior rapporto con Pechino, i legami del Gmd sono un punto dolente tra gli elettori più nazionalisti di Taiwan, ma è anche un’attrazione per la comunità imprenditoriale e gli elettori più anziani che sentono ancora una forte affinità culturale e politica con la Cina continentale.
Nel frattempo, il Gmd pesa la possibile candidatura di Terry Gou, il patron di Foxconn che minaccia di unirsi al “terzo polo” dell’ex sindaco di Taipei Ko Wen-je in vista delle elezioni presidenziali del gennaio 2024. Vicenda di cui ho scritto nel dettaglio un articolo in attesa di pubblicazione.
A proposito di Foxconn, il suo presidente di Liu Young-way è partito martedì per un’ispezione di quattro giorni all’impianto di produzione di iPhone dell’azienda a Zhengzhou, in Cina. Si tratta della prima visita di Liu alla più grande fabbrica di iPhone di Apple nel suo ruolo di presidente e il suo obiettivo principale è quello di esaminare le condizioni dopo la ripresa della produzione e di scambiare ampiamente opinioni, ha detto una fonte citata da Reuters.
Il tribunale distrettuale di Taiwan Kaohsiung ha dichiarato di aver inflitto una condanna a sette anni e mezzo di carcere a un colonnello dell’esercito in pensione riconosciuto colpevole di corruzione per aver accettato denaro per fornire informazioni alla Repubblica Popolare. La pena inflitta al 49enne Hsiang Te-en è stata inferiore al massimo di 12 anni richiesto dai pubblici ministeri.
Economia e semiconduttori
L’economia di Taiwan, che dipende dal commercio, probabilmente crescerà quest’anno più lentamente di quanto previsto in precedenza, colpita da un crollo delle esportazioni a causa dell’indebolimento della domanda esterna dovuta all’inflazione globale, all’aumento dei tassi e all’impatto della guerra in Ucraina, ha dichiarato il governo.
Taiwan importerà cinque milioni di uova dall’Australia per fronteggiare una carenza dovuta a un aumento dei casi di influenza aviaria e agli sbalzi meteo dei mesi scorsi. Il ministro dell’Agricoltura, Chen Chi-chung, ha detto che la situazione si normalizzerà il mese entrante e ha garantito aiuti per 109 milioni di dollari nel prossimo triennio per la modernizzazione degli allevamenti avicoli.
Serpeggia qualche dubbio e malumore all’interno della Tsmc, il principale fabbricatore e assemblatore di semiconduttori al mondo, sui piani di espansione del colosso negli Stati Uniti. New York Times e stampa taiwanese.
Di Lorenzo Lamperti
Taiwan Files – La puntata precedente
Taiwan Files – L’identikit di William Lai, nuovo leader del DPP
Taiwan Files – Le elezioni locali e l’impatto sulle presidenziali 2024
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Classe 1984, giornalista. Direttore editoriale di China Files, cura la produzione dei mini e-book mensili tematici e la rassegna periodica “Go East” sulle relazioni Italia-Cina-Asia orientale. Responsabile del coordinamento editoriale di Associazione Italia-ASEAN. Scrive di Cina e Asia per diverse testate, tra cui La Stampa, Il Manifesto, Affaritaliani, Eastwest. Collabora anche con ISPI. Cura la rassegna “Pillole asiatiche” sulla geopolitica asiatica.