Relazioni commerciali Taipei-Pechino a livelli record. Manovre militari e pressioni diplomatiche. Possibile prima accusa per un taiwanese con la legge sulla sicurezza nazionale di Hong Kong. I sondaggi annuali su identità e rapporti intrastretto. Guomindang ko a Taichung e Taipei. Continua il boom dei semiconduttori. Prima adozione per una coppia dello stesso sesso. La rassegna di Lorenzo Lamperti con le notizie della settimana da Taipei (e dintorni)
Mentre il mondo (e i rispettivi governi) parlano solo di tensioni politiche e geopolitiche, invasioni militari e incursioni aeree, tra Repubblica Popolare e Taiwan si commercia come e più di prima. Resi noti i dati delle esportazioni taiwanesi Pechino e Hong Kong, che nel 2021 hanno raggiunto cifre da record: 188,91 miliardi di dollari, in aumento del 24,8 per cento rispetto al 2020. Si tratta del massimo storico. A dicembre aumentano pure le importazioni di Taiwan dalla Cina, con un incremento del 20,6 per cento annuo a 7,68 miliardi di dollari.
Ne abbiamo parlato spesso: se tra le due sponde dello Stretto il dialogo politico è assente, quello commerciale prosegue spedito. E, stando alle voci raccolte direttamente da Taipei, in maniera piuttosto fluida e persino con meno tensioni rispetto ad altri momenti storici. Ne abbiamo parlato spesso su Taiwan Files, anche in merito agli accordi che proseguono in settori considerati sensibili come i semiconduttori (qui in proposito un recente pezzo scritto per il Manifesto).
Sempre a livello di scambi commerciali, il primo treno idoneo al trasporto intermodale terrestre-marittimo tra Taiwan e la Repubblica Popolare è partito nei giorni scorsi dalla stazione di Nanchang, nella provincia cinese sud-orientale dello Jiangxi, con meta finale i porti taiwanesi di Keelung e Kaoshiung.
Di recente, da Pechino si spinge sul messaggio dei vantaggi commerciali dei rapporti intrastretto. La portavoce dell’ufficio di Pechino per gli Affari di Taiwan, Zhu Fenglian ha dichiarato: “I dati (commerciali) provano che la crescita economica della regione taiwanese è vincolata alla cooperazione con Pechino. Ogni tentativo di interferire o ostacolare tale collaborazione in nome dell’egoismo politico è inutile e imprudente”. Prima di sottolineare che le imprese finanziate da Taiwan sul territorio della Repubblica Popolare “godono pienamente” delle politiche fiscali agevolate previste dalla Regional Comprehensive Economic Partnership (RCEP).
D’altronde, secondo alcune voci riportate anche da Bill Bishop nella sua Sinocism, dietro al pre pensionamento di Hu Xijin (direttore del Global Times) ci sarebbe anche una linea troppo aggressiva su Taiwan. Non che il Partito comunista sia in disaccordo, ma secondo le dietrologie non vorrebbe restare “incastrato” su una sfida nella quale l’opinione pubblica non ammetterebbe né una sconfitta né un pareggio.
Manovre militari e pressioni diplomatiche
Ciò non toglie che Pechino prosegua le sue manovre militari. Venerdì 14 gennaio sono stati identificati 11 velivoli militari dell’Esercito popolare di liberazione nello spazio di difesa aerea taiwanese. C’è chi imputa all’aumento esponenziale delle incursioni aeree il nuovo incidente che ha visto coinvolti mezzi militari taiwanesi. In realtà, si tratta di un trend che va avanti da diverso tempo, anche prima dell’aumento del pressing militare cinese.
La Bbc propone una “guida” per capire il “conflitto crescente”, mentre le tensioni tra le marine cinesi e statunitensi sarebbero in continua ascesa. Channel News Asia propone un reportage da un campo di addestramento dei “frogmen” dell’esercito taiwanese,
Il pressing di Pechino per limitare gli spazi diplomatici di Taiwan è sempre forte sia su governi sia su aziende private. Continua a far discutere la vicenda della Lituania. Taiwan istituirà un programma di credito di 1 miliardo di dollari volto a finanziare progetti di aziende lituane e taiwanesi. Le divisioni politiche che si stanno creando all’interno del paese Baltico in materia di rapporti con la Cina vengono sfruttate dai media di Pechino. Il ministro degli Esteri lituano chiede sostegno al resto dei paesi dell’Unione europea. Gabrielius Landsbergis è stato peraltro intervistato su Formiche da Gabriele Carrer, che si è occupato di Lituania anche in materia di chip.
Per restare a rapporti diplomatici, Taiwan ha eliminato i dazi su 25 tipologie di merci importate dall’Honduras. Un tentativo per convincere la neo presidente Xiomara Castro a non imitare il Nicaragua e avviare relazioni diplomatiche ufficiale con Pechino interrompendo quelle con Taipei.
Avviato invece il dialogo per un accordo di libero scambio col Canada.
Chi di sicuro ha ceduto al pressing di Pechino sono state due aziende. Il produttore statunitense di computer Corsair si è scusato per aver definito Taiwan “un paese”, ma ai nazionalisti cinesi sembra non bastare. L’italiana Moleskine ha invece cancellato Taiwan dall’edizione 2022 del suo classico diario, dopo che nel 2020 già al nome Taiwan era stata aggiunto tra parentesi “provincia cinese”.
Significativa invece la prima possibile incriminazione di un cittadino taiwanese sotto la cornice della legge di sicurezza nazionale introdotta a Hong Kong nel 2020. Wu Rwei-ren, ricercatore associato presso l’Istituto di Storia di Taiwan dell’Academia Sinica, aveva vinto un premio per un articolo in lingua cinese intitolato “Per una rivoluzione incompiuta” pubblicato su The Reporter a sostegno dei movimenti di protesta di Hong Kong. Un media filo Pcc di base nell’ex colonia britannica, Ta Kung Pao, ha preso di mira l’articolo, dicendo che “incita all’odio verso il paese”. Ne riparleremo a breve più nel dettaglio.
Che cosa pensano i taiwanesi: i sondaggi sul 2021 della National Chengchi University
Nonostante le tensioni, come già raccontato più volte su Taiwan Files, i taiwanesi non hanno la percezione di un rischio imminente di conflitto con la Cina. Secondo il sondaggio annuale sui rapporti intrastretto, pubblicato dalla rivista taiwanese Commonwealth Magazine, il 35,4% degli intervistati si è detto preoccupato per lo scoppio di un conflitto militare sullo stretto di Taiwan entro il prossimo anno, una diminuzione di quasi 15 punti percentuali rispetto al sondaggio dello scorso anno. Il sondaggio ha anche rilevato che il 59,7% delle persone non pensa che Pechino alla fine userà la forza per prendere Taiwan, mentre più del 35% crede che lo farà (sul tema ho scritto un contributo per il numero gennaio/febbraio di Eastwest).
Pubblicato anche il doppio sondaggio annuale della National Chengchi University su sentimento identitario taiwanese/cinese e sulle prospettive future del rapporto con Pechino. Come sempre si registra qualche oscillazione, ma nessun cambiamento drastico rispetto al 2021. In leggero aumento comunque chi si definisce sia taiwanese, sia cinese (31,7% da 29,9%) e in leggero calo chi si definisce solo taiwanese (62,3% da 64,3%). Stabile invece chi si definisce solo cinese (2,8%). In maniera simile, sale leggermente la percentuale di chi vuole lo status quo in maniera indefinita (27,3% da 25,5%) e scende chi vuole lo status quo in vista di una futura dichiarazione di indipendenza come Repubblica di Taiwan (25,1% da 25,5%). Segno che il boom pro green del 2020 dovuto a una eccellente gestione del Covid ha rallentato, anche se nelle preferenze sui partiti il Partito democratico progressista resta saldamente avanti al Guomindang. Da sottolineare però che il Pdd cala dal 34% al 29,7%, mentre il Guomindang che ha cambiato leader con Eric Chu resta stabile al 17,1%. Non si intravede ancora una terza forza credibile. Anche su questi sondaggi torneremo più nel dettaglio.
Politica interna taiwanese: altre due sconfitte Gmd a Taichung e Taipei
Intanto, però, il Guomindang ha subito un’altra sconfitta pesante. Stavolta alle elezioni suppletive di Taichung, dove Lin Ching-yi (l’avevo intervistata qui) del Partito Democratico Progressista ha vinto le elezioni suppletive di domenica nel secondo distretto di Taichung, battendo Yen Kuan-heng del Guomindang e altri tre candidati. La sconfitta in quello che viene considerato uno storico fortino getta un’ombra sul futuro del Guomindang e anche sulla leadership di Eric Chu, già uscito malconcio dalla sconfitta ai 4 referendum di dicembre (ne avevo scritto qui).
Il legislatore indipendente Freddy Lim è invece sopravvissuto a un’elezione di richiamo nel quinto distretto elettorale di Taipei. Si tratta di un’altra sconfitta per il Guomindang visto che Lim, pur non essendo affiliato ad un partito politico, sostiene fortemente il Pdd, che a sua volta si era speso a favore di una sua conferma.
Semiconduttori e diritti civili
Ci sono due argomenti sui quali Taiwan insiste molto per mostrarsi indispensabile al mondo e per sottolineare la sua alterità non solo politica ma anche sociale e culturale rispetto alla Repubblica Popolare: semiconduttori e diritti civili.
Sul fronte dei chip, il 2022 dovrebbe rafforzare il trend di crescita di un settore (quello di fabbricazione e assemblaggio) su cui Taiwan domina. I due principali produttori di chip, Tsmc e Mediatek, prevedono di assumere più di 10.000 ingegneri quest’anno per sostenere i loro aggressivi piani di espansione e mantenere il loro vantaggio tecnologico mentre le economie globali spingono a coltivare le loro industrie nazionali. TSMC ha annunciato che ha pianificato di spendere fino a 44 miliardi di dollari quest’anno per espandere la capacità produttiva per alleviare una carenza di chip globale senza precedenti e catturare la crescente domanda di chip utilizzati nell’intelligenza artificiale e nelle applicazioni alimentate dal 5G.
D’altronde, lo sviluppo qualitativo dei semiconduttori (tema affrontato da Simone Pieranni nell’ultima puntata della sua Orientarsi) non potrà essere eterno. Tsmc si prepara alla produzione di massa di chip a 3 nanometri, con quelli a 2 e a 1 nanometro già nel mirino. Ma mentre la Cina continuerà a investire miliardi di dollari, serve anche uno sviluppo quantitativo. E Taiwan parte con un grande vantaggio, quello di avere un sistema integrato in-house senza eguali.
Sul fronte dei diritti civili, invece, una coppia dello stesso sesso è diventata la prima a Taiwan (a sua volta prima a legalizzare le nozze omosessuali in Asia) ad adottare legalmente un bambino di cui nessuno dei due è parente, dopo aver sfidato le leggi locali in tribunale. Wang Chen-wei, Chen Chun-ju e la loro figlia hanno vinto una lunga battaglia, raccontata nel dettaglio dal The Guardian.
Pandemia e altre cose
Continuano ad aumentare i casi importati di Omicron, a causa dei tanti rientri di taiwanesi dall’estero per l’approssimarsi delle festività del capodanno cinese. Un piccolo focolaio locale a Taoyuan ha portato alla chiusura anticipata di alcuni istituti scolastici.
A proposito di viaggi, Taiwan ha il 32esimo passaporto più “forte” al mondo, coi taiwanesi che hanno accesso senza bisogno di visto a 145 paesi.
Relazioni con l’Italia. Bloccato l’import di salumi dall’Italia per timore della peste suina. Pharmanutra consolida invece la sua presenza.
Cnn dedica un articolo al Rainbow Village di Taichung, di cui si era parlato la scorsa settimana su Taiwan Files.
Di Lorenzo Lamperti
Taiwan Files 08.01.22 – Arcobaleni, zero Covid, estradizioni, Xi/Tsai
Qui per recuperare tutte le puntate di Taiwan Files
Classe 1984, giornalista. Direttore editoriale di China Files, cura la produzione dei mini e-book mensili tematici e la rassegna periodica “Go East” sulle relazioni Italia-Cina-Asia orientale. Responsabile del coordinamento editoriale di Associazione Italia-ASEAN. Scrive di Cina e Asia per diverse testate, tra cui La Stampa, Il Manifesto, Affaritaliani, Eastwest. Collabora anche con ISPI. Cura la rassegna “Pillole asiatiche” sulla geopolitica asiatica.