Taiwan Files – Le “due sessioni” di Taipei tra Usa e Repubblica popolare

In Relazioni Internazionali, Taiwan Files by Lorenzo Lamperti

Il doppio scalo di Tsai Ing-wen negli Usa e la storica visita di Ma Ying-yeou nella Repubblica Popolare. Il dibattito interno e l’impatto sulle elezioni presidenziali del gennaio 2024. Battaglia nel Guomindang per la scelta del candidato. Diplomazia tra Germania, Giappone e Honduras. La rassegna settimanale di Lorenzo Lamperti con notizie e analisi da Taipei (e dintorni)

Si avvicinano due settimane senza precedenti per la diplomazia di Taiwan. Mercoledì 29 marzo la presidente Tsai Ing-wen partirà per un viaggio in America centrale durante il quale effettuerà due scali negli Stati Uniti: il 30 marzo primo stop a New York, il 5 aprile il secondo in California, con probabile incontro con Kevin McCarthy. Sarebbe il secondo incontro con uno speaker del Congresso americano nel giro di 8 mesi dopo quello con Nancy Pelosi dello scorso agosto (qui lo speciale dedicato su Taiwan Files). Lunedì 27 marzo, invece, Ma Ying-jeou, parte per la Repubblica Popolare Cinese. Ma è l’ex presidente di Taiwan, l’unico ad aver incontrato un leader di Pechino in carica (nel 2015 a Singapore, con Xi Jinping) e ora sarà anche il primo a visitare la Cina continentale dal 1949 a oggi. Un viaggio che durerà fino al 7 aprile, sovrapponendosi completamente a quello di Tsai. A Taiwan si sta parlando di più della missione “privata” di Ma, anche perché arriva sullo sfondo delle elezioni presidenziali del gennaio 2024 per le quali i partiti stanno individuando i propri candidati. E proprio il Guomindang, il partito di cui Ma è ancora un importante punto di riferimento, è coinvolto in una resa dei conti interna che lambisce anche la spedizione del suo ex leader.

Entriamo di seguito nei dettagli, ma intanto qui si può recuperare la lunga intervista che ho realizzato a Ma Ying-jeou (la prima a un media italiano) lo scorso novembre, in cui emerge la sua visione su passato, presente e futuro dei rapporti tra le due sponde dello Stretto.

Ufficializzato l’itinerario di Tsai Ing-wen

Confermato ufficialmente il piano di Tsai Ing-wen. I presidenti taiwanesi passano abitualmente per gli Stati Uniti durante le visite agli alleati diplomatici in America Latina, nei Caraibi e nel Pacifico. Ma stavolta ci sarebbe in programma anche l’incontro di alto livello con McCarthy, anche se per ora non è stato ufficializzato.

Un alto funzionario statunitense ha sottolineato a Reuters che tutti i presidenti di Taiwan sono passati per gli Stati Uniti e che Tsai lo ha fatto sei volte da quando è entrata in carica nel 2016, l’ultima nel 2019. “Non vediamo alcun motivo per cui Pechino possa trasformare questo transito, ancora una volta coerente con la politica statunitense di lunga data, in qualcosa di diverso da ciò che è. Non dovrebbe essere usato come pretesto per intensificare qualsiasi attività aggressiva intorno allo Stretto di Taiwan”, ha detto il funzionario. “Non c’è nulla di nuovo dal nostro punto di vista”, ha aggiunto il funzionario.

Pechino inserisce comunque la vicenda nell’escalation diplomatica pro Taiwan degli Usa, anche se come spiegavo la settimana scorsa la reazione potrebbe concentrarsi più su Tsai che non sulla riproposizione di una vasta azione militare come lo scorso agosto.

Questo non solo perché a Pechino non conviene mostrare troppo i muscoli nei mesi prima delle presidenziali taiwanesi (sarebbe un vantaggio per il Dpp che le è inviso), ma anche per la postura internazionale adottata da Xi Jinping di “grande stabilizzatore“.

Il contesto dello storico viaggio di Ma Ying-jeou nella Repubblica Popolare

L’ufficio della fondazione guidata da Ma ha dichiarato che l’ex presidente visiterà 5 città della Repubblica Popolare: Nanchino, Wuhan, Changsha, Chongqing e Shanghai. Niente Pechino dunque, con Ma che dovrebbe restare nella zona centrale del territorio cinese. Con sé porterà circa 30 studenti taiwanesi nel giro della sua fondazione. Parlerà con loro e studenti della Repubblica Popolare in 3 diverse università. La delegazione visiterà inoltre siti legati alla Seconda Guerra Mondiale e al conflitto della Cina con il Giappone. Dovrebbe visitare anche luoghi significativi della rivoluzione del 1911 che ha rovesciato l’ultimo imperatore Pu Yi e ha inaugurato la Repubblica di Cina, ancora oggi il nome ufficiale con cui Taiwan è indipendente de facto. C’è anche un forte risvolto privato, visto che Ma dovrebbe rendere omaggio alle tombe dei suoi antenati, in concomitanza della festività dei morti che tra Cina e Taiwan cade proprio a inizio aprile.

L’ufficio di Ma non ha comunque escluso incontri con funzionari di Pechino, a seconda degli inviti “dell’ospitante”. Secondo quanto mi risulta, è tutt’altro che escluso che Ma possa incontrare ufficiali di alto livello di Pechino. Non nella capitale, ma durante il suo tour e in particolare a Shanghai. Quasi certo l’incontro con Song Tao, da poco direttore dell’Ufficio per gli Affari di Taiwan di Pechino, che proprio in questi giorni ha esortato le due sponde dello Stretto a rafforzare gli scambi culturali e commerciali.

Sul tavolo anche un possibile incontro con Wang Huning, numero tre della gerarchia del Partito e appena nominato presidente della Conferenza politica consultiva del popolo durante le “due sessioni”. Non solo. Wang, considerato l’ideologo del “sogno cinese”, ha le deleghe sul dossier taiwanese e secondo Nikkei sarebbe stato persino incaricato di trovare un nuova cornice retorica per l’ipotetica “riunificazione” (o “unificazione” come la chiamano a Taipei). E’ molto difficile che un membro del Comitato permanente del Partito comunista incontri ospiti internazionali fuori da Pechino, ma non è impossibile (forse nemmeno improbabile) un incontro a Shanghai. Resta anche da capire se e in che modo si vorrà comunicare l’incontro, che potrebbe essere uno svantaggio per il Gmd in vista delle elezioni (visto lo scetticismo dell’opinione pubblica taiwanese negli scambi politici con Pechino) ma allo stesso tempo un episodio che il Partito comunista potrebbe voler esaltare. Se Tsai incontra il numero 3 del sistema politico statunitense, si potrebbe rispondere con l’incontro tra il numero 3 della gerarchia politica cinese e un ex leader taiwanese ancora molto influente.

Pechino, dal canto suo, sa che prima delle elezioni le converrebbe tenere un basso profilo. La postura muscolare del 2019 (prima del voto del gennaio 2020), combinata al caos di Hong Kong, spostò il focus del voto taiwanese sulla questione identitaria e dei rapporti intrastretto. Terreno su cui il DPP ha un più ampio consenso, soprattutto tra le generazioni più giovani che sono meno inclini al dialogo con Pechino. Anche in tal senso può essere letto il viaggio di Ma, come un assist a Xi Jinping per non avere una reazione troppo aggressiva al doppio scalo di Tsai negli Usa. La prima storica visita di un ex presidente taiwanese può infatti essere utilizzata dal Partito comunista per mostrare ipotetici passi avanti sulla strada della “riunificazione”.

Comunque vadano le elezioni, dopo il voto la Repubblica Popolare potrebbe aumentare il pressing. Militare in caso di vittoria del Dpp. Politico in caso di vittoria del Gmd. Ne ho scritto nel dettaglio qui.

Battaglia nel Guomindang

La doppia visita si inserisce in un contesto di semi campagna elettorale. I due partiti principali di Taiwan sono d’altronde avviati verso la campagna elettorale vera e propria. Dopo la batosta subita dal Dpp alle elezioni locali dello scorso novembre (qui lo speciale e qui un’analisi per Ispi), Tsai si avvia verso l’ultimo anno in carica. Non potendosi candidare per un terzo mandato, lascerà spazio con ogni probabilità al vicepresidente William Lai (qui un suo ritratto), che ha posizioni tradizionalmente ben più radicali di quella della più moderata Tsai. Qui un’analisi delle posizioni di Lai al di là dei rapporti con Pechino.

Il Gmd ha però difficoltà nell’individuazione del suo candidato. La scelta preferita sarebbe quella del sindaco di Nuova Taipei Hou You-ih, ex poliziotto molto popolare ma senza esperienza e statura internazionale. Ma il presidente del partito Eric Chu, già sconfitto da Tsai alle elezioni del 2016, sembra volerci provare. Ma Ying-jeou sosterrebbe l’ipotesi di Hou e il sospetto di Chu e dei suoi fedelissimi è che il viaggio dell’ex presidente in Repubblica Popolare possa servire per “presentare” il candidato a Pechino, che conosce meglio invece Chu che nel 2016 aveva incontrato Xi.

E proprio alla vigilia della partenza di Ma, Chu ha annunciato un passo senza precedenti: il presidente del Gmd ha annunciato a sorpresa che non ci saranno primarie per il candidato presidente. Una mossa che apre a diverse interpretazioni: potrebbe celare la volontà di escludere dalla corsa Terry Gou, il patron di Foxconn (delle sue ambizioni ne ho scritto nel dettaglio qui), ma potrebbe anche essere un estremo tentativo di Chu di bloccare Hou e lanciare la sua candidatura o quella della sindaca di Taichung, Lu Shiow-yen.

Chu sotto accusa interna anche per la lista del comitato strategico elettorale, che comprende un ex portavoce del Consiglio comunale di Tainan e il noto “Re di Hualien”, Fu Kun-chi. A provocare il dissenso il fatto che entrambi avessero precedenti penali.

Diplomazia: Germania, Repubblica Ceca, Honduras e… Italia

Si stanno per chiudere ufficialmente le relazioni diplomatiche tra Taipei e l’Honduras. Il ministro degli Esteri del paese dell’America centrale è stato a Pechino per formalizzare i dettagli dell’avvio del rapporto ufficiale a livello bilaterale. Taiwan resterà dunque a breve con soli 13 paesi a riconoscerla ufficialmente come Repubblica di Cina.

Pechino ha espresso la sua rabbia per la visita del ministro dell’Istruzione tedesco a Taiwan, definendola “ignobile”, mentre una fonte del ministero degli Esteri di Berlino ha risposto dicendo che il viaggio non si discosta dalla politica di “una sola Cina” della Germania. Bettina Stark-Watzinger ha firmato un accordo di cooperazione tecnologica con il ministro del Consiglio Nazionale della Scienza e della Tecnologia di Taiwan, ma ha evitato un incontro col ministro degli Esteri Joseph Wu per non dare connotazione politica al viaggio.

Il capo della Camera bassa della Repubblica Ceca guida una missione di 150 uomini d’affari, scienziati e funzionari a Taiwan. Il governo di centro-destra ceco ha cercato di sviluppare le relazioni con Taiwan, che è diventato uno dei principali investitori stranieri nello Stato membro dell’Ue.

Notizia rilevante: per la prima volta il Dpp e il Partito liberaldemocratico al governo in Giappone hanno tenuto una ministeriale 2+2 di persona. Altro segnale di un Giappone sempre meno timido nel prendere posizione sui dossier più tesi che riguardano la Cina.

Giulia Pompili ha intervistato Vincent Y.C. Tsai, nuovo rappresentante di Taipei in Italia, da dove prossimamente potrebbe arrivare a Taipei una delegazione parlamentare a distanza di quasi 4 anni dall’ultima. Nell’autunno del 2019, era stato a Taiwan un drappello di parlamentari della Lega capitanati da Gian Marco Centinaio.

Politica interna ed economia

L’esercito di Taiwan ha accettato di sospendere temporaneamente gli emendamenti proposti a una legge di guerra, in seguito alle critiche secondo cui la revisione avrebbe ripristinato la draconiana polizia segreta istituita per mettere a tacere il dissenso nell’era del “Terrore Bianco”. “Non c’è un calendario per gli emendamenti”, ha dichiarato il ministro della Difesa Chiu Kuo-cheng, riferendosi alla legge sulla prontezza di mobilitazione per la difesa ad oltranza, che darebbe alle forze armate il potere di mobilitare non solo i soldati attivi e i riservisti, ma anche i civili per prepararsi alla guerra con la Cina continentale.

La banca centrale di Taiwan ha alzato il tasso di riferimento, con una mossa a sorpresa che riflette le preoccupazioni per l’inflazione, nonostante le recenti turbolenze di mercato causate dai fallimenti delle banche statunitensi ed europee, che potrebbero influenzare ulteriori decisioni sui tassi quest’anno.

Segnalazioni

Delirio a Kaohsiung per i due concerti dello scorso fine settimana delle Blackpink, la super band al femminile del K-Pop.

Eric Cheung racconta per la Cnn le comunità indigene di Taiwan.

Lucido controcanto di Jessica Chen Weiss alle previsioni statunitensi sull’invasione di Taiwan. Anche questa settimana sono arrivati diversi pareri da ambienti militari e dal Dipartimento di Stato.

Ad Asiatica, su Radio Radicale, ho parlato con Francesco Radicioni e Valeria Manieri della visita di Xi a Mosca, ma anche del doppio viaggio di Tsai e Ma. Qui per recuperare la puntata.

Dal 31 marzo partecipo alla scuola di geopolitica “Domini”, organizzata dal centro studi Amistades. Qui per maggiori informazioni.

Di Lorenzo Lamperti

Taiwan Files – La puntata precedente

Taiwan Files – L’identikit di William Lai, nuovo leader del DPP

Taiwan Files – Le elezioni locali e l’impatto sulle presidenziali 2024

Intervista a Ma Ying-jeou

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