Aumentano i contagi, ma Taiwan allenta le restrizioni. Il Guomindang prova a rilanciare i rapporti con gli Usa. Ritardi nelle consegne di armi americane, ma lo Stretto entra nei discorsi di Quad, Aukus. Europe Festival, sanzioni e manovre militari. Meta a Taipei e libertà di informazione. La rassegna di Lorenzo Lamperti con notizie e analisi da Taipei (e dintorni)
Sabato 7 maggio a Taiwan si sono registrati 46.377 nuovi contagi locali da coronavirus. Una cifra che sarebbe stata impensabile fino a qualche settimana fa. E che, soprattutto, si pensava avrebbe portato senza indugio a nuove restrizioni. Almeno, se Taipei avesse seguito la strada intrapresa fino a qualche tempo fa. Ma nel frattempo la direzione del governo è cambiata. Non solo non stanno arrivando nuove restrizioni, ma anzi si procede sulla strada dell’allentamento come ho raccontato qui su Wired.
William Yang di Deutsche Welle, sempre attento sulla questione pandemica, analizza i dati. “Finora, il 99,75% dei casi sono asintomatici o con sintomi lievi. Il tasso di casi con sintomi moderati è allo 0,21% e i casi con sintomi gravi sono allo 0,04%”. Il ministro della Sanità ha spiegato che la priorità ora per questa fase è come prendersi cura di coloro che sono risultati positivi. L’obiettivo sta per spostarsi dal concentrarsi sulla “quarantena” di tutti i possibili casi, ma piuttosto concentrarsi di più sul prendersi cura di coloro che sono risultati positivi. Un tema sensibile per l’opinione pubblica, che ha lamentato confusione e qualche inefficienza. “La gamma di contatti stretti che dovranno fare la quarantena sarà ora ristretta a coloro che vivono con persone che sono risultate positive al test”, spiega ancora Yang. “Le persone che lavorano con persone infette non dovranno più fare la quarantena. E le scuole non dovranno più cancellare le lezioni di persona al primo caso confermato. Le scuole possono ora organizzare i propri metodi di insegnamento in base alla capacità della scuola stessa”.
Proprio l’aumento dei contagi aveva portato Eric Chu, leader del Guomindang (la sua nomina l’avevo raccontata qui dalla sede del partito lo scorso settembre), a rinviare un viaggio programmato negli Usa per metà maggio. Ma poi Chu ha confermato la visita, con partenza prevista il 1° giugno. Dei rapporti tra Guomindang e Stati Uniti e della loro rilevanza ne ho scritto su il Manifesto. Un estratto qui sotto.
Metti una sera a cena con Antony Blinken ed Eric Huang. Il 2024 è lontano ma non troppo. Soprattutto se ha in programma sia le elezioni presidenziali di Taiwan sia quelle degli Stati uniti. Il Guomindang, principale partito d’opposizione a Taipei, inizia le grandi manovre in vista di un appuntamento che potrebbe segnare un punto di non ritorno sulle sue ambizioni maggioritarie. E lo fa accelerando il tentativo di riannodare le fila del rapporto con la Casa bianca.
Un rapporto sfilacciato negli ultimi anni ma che Eric Chu, da settembre scorso a capo per la seconda volta del partito che fu di Sun Yat-sen e Chiang Kai-shek, vuole riavviare. Negli scorsi mesi è stato aperto un ufficio di rappresentanza a Washington, ora l’interessante incontro. Il numero due della delegazione del partito negli States, nonché vicedirettore del suo dipartimento affari esteri, ha fatto sapere sui social di aver avuto una breve conversazione con il segretario di Stato americano durante una cena dell’Associazione dei corrispondenti dalla Casa bianca all’Hilton di Washington.
Al centro del confronto «le preoccupazioni dei taiwanesi sull’invasione russa dell’Ucraina». Presente anche il senatore democratico Chris Coons, che si sarebbe detto desideroso di incontrare lo stesso Chu. Il leader del Gmd aveva programmato una visita negli Usa per fine maggio, poi rinviata a causa dell’attuale ondata di Covid-19 a Taiwan. Proprio il forte aumento dei contagi, unito a qualche confusione su test rapidi e regole di quarantena, sta tra l’altro causando qualche grattacapo al governo del Dpp.
Il Gmd spera di approfittarne già alle importanti elezioni locali del prossimo novembre, ma ha nel mirino le presidenziali del 2024. Per questo cerca di ritornare «potabile» per la Casa bianca, dopo anni in cui è stato considerato alla stregua di una quinta colonna del Partito comunista cinese. A gennaio 2024 Tsai Ing-wen non potrà correre per un terzo mandato. Eventualità che non dispiacerebbe agli States, che ne apprezzano l’equilibrio da centrista. Il vicepresidente William Lai, teorico successore in pectore, è una figura molto più spostata verso l’area «green», semplificando quella filo indipendentista. Il Gmd, sperando che anche a Washington si voglia preservare lo status quo, intravede un pertugio nel quale provare a costruire un nuovo rapporto di fiducia con gli Usa.
I rapporti Taiwan-Usa, con Taipei al centro dell’attenzione di Nato e Quad
A oltre due mesi dall’inizio della guerra in Ucraina, a Washington stanno aumentando le pressioni bipartisan sull’amministrazione Biden affinché abbandoni la cosiddetta ambiguità strategica nei confronti di Taiwan. Ne ha scritto Giulia Pompili.
Il senatore repubblicano Marco Rubio ha presentato al Senato degli Stati Uniti un disegno di legge teso ad accelerare l’iter per il trasferimento di armamenti a Taiwan e per il rafforzamento delle esercitazioni militari congiunte. Ma nel frattempo negli scorsi giorni sono arrivate due delusioni per Taipei sul fronte americano. E proprio nel settore strategico della fornitura di armamenti. Prima è stato annunciato il ritardo per la consegna di 40 obici, vale a dire sistemi di artiglieria, da parte di Washington. Il lotto di armi avrebbe dovuto arrivare a Taipei nel 2023, ma non arriverà a Taiwan prima del 2026. Taiwan ora cerca alternative e avvisa dei rischi il partner a stelle e strisce. Approvato lo scorso agosto, si tratta del primo carico dell’amministrazione di Joe Biden, e include 1.698 kit di guida di precisione per munizioni, pezzi di ricambio, formazione, stazioni di terra e obici di nuova generazione. Non solo. In seguito le autorità di Taipei hanno dichiarato anche di aver abbandonato un piano per acquistare dagli Stati Uniti elicotteri da guerra antisommergibili, a causa dei costi troppo elevati.
Innegabile, comunque, che l’interesse di Stati Uniti, partner Nato e Quad sia sempre più alto nei confronti di Taiwan. Il tema della sicurezza sullo Stretto entrerà per la prima volta nell’agenda del Quad, durante il vertice fisico che si terrà a Tokyo il 24 maggio. Il primo ministro Fumio Kishida, passato nei giorni scorsi per Roma e Londra, ha parlato (anche col Corriere della Sera) di Taiwan e dell’importanza della sua stabilità per la stabilità di tutta l’Asia-Pacifico. La ministra degli Esteri del Regno Unito, Liz Truss, ha suggerito che la Nato dovrebbe proteggere anche Taipei. E il Financial Times scrive che Washington e Londra si sono confrontate sul dossier taiwanese, come in realtà gli Usa stanno già facendo in ottica Aukus anche con l’Australia.
Tornando al Giappone, nei giorni scorsi una delegazione di parlamentari giapponesi della Divisione Giovanile del Partito Liberal-democratico ha incontrato a Taipei la presidente Tsai Ing-wen, nella prima visita sull’isola dall’inizio della pandemia di Covid-19. Quattro dei cinque membri del gruppo hanno ribadito il sostegno di Tokyo alla candidatura di Taiwan alla Comprehensive and Progressive Trans-Pacific Partnership (Cptpp).
Tra Kiev e Pechino
Sabato 7 maggio ha aperto l’annuale Europe Festival di Taipei che commemora la “Giornata dell’Europa”, con un’attenzione particolare alla solidarietà con l’Ucraina. Presente all’evento anche il rappresentante italiano Davide Giglio, che ha rilasciato alcune dichiarazioni alla Central News Agency, sottolineando come la risposta di Taiwan all’invasione russa dell’Ucraina iniziata il 24 febbraio sia stata molto in linea con quella europea. “Condividiamo lo stesso tipo di condanna delle attività russe”, ha detto Giglio, aggiungendo che il sostegno dell’Ucraina e dei paesi vicini da parte taiwanese è stato “molto notevole” considerando quanto la guerra è lontana geograficamente. “Taiwan e l’UE condividono valori fondamentali e vanno nella stessa direzione da molto tempo”, ha detto Giglio, il quale ha aggiunto che l’attuale crisi potrebbe permettere alle due parti di trovare un’opportunità per “avvicinarsi”.
In occasione dell’evento di Huashan Park, l’Ufficio Italiano di Promozione Economica, Commerciale e Culturale ha anche organizzato due concerti alle ore 13 con protagonista l’attore e cantante Giovanni Voneki, che dal 2014 sta conoscendo notevole successo a Taiwan.
Effettivamente, Taiwan non solo ha aderito alle sanzioni alla Russia ma ne ha emesse di nuove anche alla Bielorussia. Chiedendo poi alla comunità internazionale di sanzionare Pechino in caso di invasione di Taiwan così come fatto con la Russia, attraverso le parole del ministro degli Esteri Joseph Wu.
Negli scorsi giorni, l’Esercito popolare di liberazione ha avviato delle maxi esercitazioni militari nel Pacifico, non lontano dallo Stretto. Un aereo da guerra antisommergibile Y-8 dell’esercito cinese ha condotto una missione di pattugliamento marittimo vicino all’isola di Taiwan, segnala il Global Times. Come accade ormai regolarmente, si sono verificate anche delle incursioni aeree.
L’esercito taiwanese lavora per migliorare le proprie capacità di guerriglia urbana, osservando l’esempio ucraino, e mira come già detto tante volte a una strategia difensiva da “porcospino“.
Il The Diplomat racconta la vicenda del prigioniero taiwanese Morrison Lee, che rimane bloccato in Cina anche dopo aver finito il suo periodo di detenzione previsto.
Politica, economia, tecnologia, diritti
Deputati del DPP e del GMD si sono scontrati sul forum per ricordare il trattato di pace tra Repubblica di Cina e Giappone del 1952. Una vicenda che racconta di come Taiwan debba ancora venire a patti con la propria storia e la propria identità. Racconta tutto Lawrence Chung sul South China Morning Post.
Per la prima volta dopo 19 anni il pil taiwanese dovrebbe superare quello della Corea del Sud.
Meta Platforms, la società madre di Facebook, ha lanciato il primo hub fisico dell’Asia per la ricerca sulla realtà estesa proprio a Taiwan.
Circa mille manifestanti hanno manifestato domenica 1° maggio a Taipei chiedendo la promulgazione di una nuova legge sul salario minimo e misure tese a sanare il deficit nel programma pensionistico.
Taiwan si piazza al 38esimo posto nella classifica mondiale della libertà di informazione. Secondo il Wolrd Press Freedom Index, benché Taiwan rispetti i principi della libertà di stampa, i suoi giornalisti risentono di un ambiente mediatico “dominato dal sensazionalismo e dalla ricerca del profitto”. Negli ultimi anni, inoltre, i reporter sono stati oggetto di azioni legali e attacchi verbali per via delle loro segnalazioni, con alcuni politici che hanno denigrato pubblicamente le testate.
I parlamentari del DPP stanno discutendo la revisione della normativa che regola la concessione della residenza permanente ai lavoratori provenienti da Hong Kong e Macao ma faticano a raggiungere un consenso in merito.
Il matrimonio tra persone dello stesso sesso è legale a Taiwan dal 2019, ma la vera eguaglianza non è ancora stata raggiunta. Le organizzazioni sociali e i legislatori spingono per completare il cambiamento, scrive SupChina.
Di Lorenzo Lamperti
Taiwan Files 30.04.22 – Tra Isole Matsu e la storia di Wu Rwei-ren
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Taiwan Files 08.01.22 – Arcobaleni, zero Covid, estradizioni, Xi/Tsai
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Classe 1984, giornalista. Direttore editoriale di China Files, cura la produzione dei mini e-book mensili tematici e la rassegna periodica “Go East” sulle relazioni Italia-Cina-Asia orientale. Responsabile del coordinamento editoriale di Associazione Italia-ASEAN. Scrive di Cina e Asia per diverse testate, tra cui La Stampa, Il Manifesto, Affaritaliani, Eastwest. Collabora anche con ISPI. Cura la rassegna “Pillole asiatiche” sulla geopolitica asiatica.