Sunday Morning – Zazen Boys

In by Gabriele Battaglia

 “Portare una band ai vertici dell’indie rock giapponese — scriveva qualche anno fa la rivista musicale online Keikaku.net — ti rende degno di nota. Farlo non una, ma diverse volte una dopo l’altra ti rende Mukai Shutoku”. È intorno a questo poliedrico musicista e cantautore che ruotano gli Zazen Boys. Una band che spazia dal punk, al math rock all’elettronica, con influenze dei canti buddhisti. Questa domenica vi regaliamo un pezzo tratto dal loro quarto album (Zazen Boys 4, 2008) in un live del 2014.

Dopo la fine dell’esperienza con la band post-punk Number Girl nel 2002, Shutoku Mukai, spinto dalla voglia di “fare quello che più gli piaceva” fonda insieme al batterista dei Number Girl Ahito Inazawa gli Zazen Boys. Nel 2004 esce il loro primo album, omonimo, inciso in quello che prima era uno scantinato ed ora è il Matsuri Studio, studio di produzione di Mukai che raccoglie oggi diversi nomi della scena indie giapponese (tra cui Leo Imai e Ichiro Yoshida). 
Lo stile è in linea con l’evoluzione stilistica della band precedente: urla, falsetti e linee di rap, su una base di chitarre taglienti, gentilmente offerte da So Yoshikane, bassi funk e ritmi di batteria sincopati, il tutto a rendere le canzoni generalmente poco prevedibili. Nel 2005 Inazawa lascia la band e viene sostituito da Atsushi Matsushita. Nel 2007 anche Hidekazu Hinata, primo bassista della band, abbandona la nave capitanata dall’eclettico Mukai e viene rimpiazzato da Ichiro Yoshida che chiude l’attuale line-up della band. Tra cambi di personale e tour in tutti gli angoli del Giappone, con qualche capatina anche dall’altra parte del Pacifico, sponda canadese, gli Zazen Boys sfornano altri quattro album: Zazen Boys II (2005), III (2006) e 4 (2008, omaggio zeppeliniano?) e il più recente Stories (2012).