Nella sua vita è stata tutto: artista di strada, ambasciatrice del grunge nel Sol Levante. Poi la crescita: il matrimonio, la maternità, il ruolo di frontwoman di una band jazz-rock, e il ritorno sulla scena da solista. La carriera di Shiina Ringo è indubbiamente una trasformazione camaleontica: un concetto riassunto alla perfezione nel titolo di questa canzone, Meisai, camuffamento.
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C’è chi l’ha definita la Bjork giapponese per il suo eclettismo, la sua capacità di mescolare sonorità e di interpretare generi diversi, dal rock beatlesiana memoria (fantastica una sua interpretazione di Yer Blues) al punk; dalla canzone tradizionale al jazz. Potremmo però definirla con un azzardo la Gianna Nannini del Sol Levante, visto l’inno per la nazionale di calcio giapponese, intitolato NIPPON, scritto nel 2014. Più semplicemente, Sheena Ringo è una delle figure più influenti nel panorama musicale giapponese, ispiratrice di nuove generazioni di artiste che esulano dagli standard dominanti delle «idol». Alla sua voce che passa da toni bassi e sensuali, a punte acute e taglienti, Ringo ha unito testi poetici, spesso di difficile interpretazione, a ballate più pop come Kabukicho no joo, il singolo che l’ha lanciata nel 1998.
Nata Yumiko Shiina, arriva al successo proprio in quell’anno a soli 19 anni con una serie di singoli che attirano l’attenzione del pubblico. A 21, nel 1999, arriva la consacrazione con l’album Muzai Moratorium. Bissa con Shoso Strip nel 2000. Nel 2003 esce Kalk Samen Kuri no Hana, da cui è tratto il singolo qui sopra. Nel 2004 fonda i Tokyo Jihen, band che spazia tra il pop, il rock e il jazz. Nel 2009 torna alla carriera solista. All’attivo Ringo ha otto album da solista, l’ultimo del 2014, Hi Izuru Tokoro, e sei con i Tokyo Jihen.