Nel Kirghizistan sovietico, c’era un adolescente che ascoltava di nascosto le radio Usa e che si innamorò perdutamente della musica di Charlie Parker e Dizzy Gillespie. Ora, con i suoi Salt Peanuts, Bakyt Kydykbayev ha coronato il sogno di suonare nella «casa del Jazz».
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Un articolo pre-concerto a Washington
Prendete Charlie Parker e scaraventatelo in Asia Centrale, mettendogli in mano un komuz (una specie di liuto) e chiedendogli di suonare brani ispirandosi all’Epopea di Manas, il poema nazionale kirghizo. Avrete così i «Salt Peanuts» (nome preso da un brano di Dizzy Gillespie) di Bakyt Kydykbayev, il primo ensemble del Paese centroasiatico ad avere avuto l’onore di suonare al Millennium Stage del Kennedy Center di Washington DC. L’occasione è stato il 25esimo anniversario dell’Indipendenza del Kirghizistan dall’Unione Sovietica, lo scorso 10 settembre, e si sa che gli americani sono di manica larga quando si tratta di celebrare il trionfo della «libertà» sull’Impero del Male. Ma il nesso tra il virtuosismo jazz e la cultura profonda kirghiza in effetti c’è ed è stato scoperto proprio da Kydykbayev & soci: si chiama «aitysh», è la tradizionale improvvisazione poetica kirghiza su base musicale. Il Salt Peanuts la aggiornano, facendo dialogare strumenti moderni con quelli tradizionali del proprio Paese. Ascoltare per credere.