Con questo Sunday Morning vogliamo celebrare il concerto del 12 aprile al circolo Curiel di Prato, in cui i pechinesi Demerit si sono esibiti con i locali Quiet Pig. Nel segno del «punk in China», ci giungono notizie di grandi pogate multiculturali, un po’ di spaesamento e molta eterogeneità. Da tempo China Files insiste sul fatto che la sprovincializzazione della cultura italiana passa anche attraverso l’attenzione al calderone musicale d’Oriente. Il nuovo (speriamo) trend non poteva che cominciare da Prato.
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Se volete una cronaca dettagliata della performance pratese dei Demerit, leggetevi l’articolo comparso su pratosfera.org. A noi preme sottolineare il grande significato di un concerto punk nella chinatown toscana. In Italia, non passano le maggiori band in arrivo da Pechino e dintorni, che invece suonano nei grandi festival a nord delle Alpi. I gestori di club e locali italiani ci spiegano che il gioco non vale la candela, perché un gruppo che arriva da 8mila km di distanza costa troppo in confronto agli incassi che può garantire. Quanto alle istituzioni – i festival musicali, appunto – peggio che andar di notte. E quindi, nisba. Un’inversione di tendenza può forse venire dalla musica di genere – il punk, il metal – che ha propri circuiti paralleli. Ma a Prato si è visto, forse dell’altro: il punk come occasione d’integrazione sociale. Se sono rose fioriranno, cross your fingers.
I Demerit, nati a Qingdao nel 2004 e poi divenuti pechinesi, mischiano hardcore punk e heavy metal anni Ottanta. Hanno un LP all’attivo – Bastards of the Nation – nominato «disco dell’anno 2008» dal magazine metal cinese Painkiller. Sono considerati una delle maggiori punk band cinesi e hanno già in curriculum diversi tour internazionali.
[Foto: Filippo Gualandi]