«È come se i Megadeth avessero adottato Hello Kitty». Tra le tante frasi utilizzate per parlare delle Babymetal questa, trovata sul magazine online Vox, è tra le più calzanti. Il kawaii incontra il doppio pedale, la divisa da scolaretta si copre di lattice nero e borchie, i power chords heavy meal fanno da sottofondo a voci acute da ragazzine. Nel nostro appuntamento settimanale con la musica asiatica, per voi, le ambasciatrici del «Death Pop» giapponese, reduci dalla loro prima apparizione tv negli Usa.
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E pensare che fino a qualche anno fa, Su-metal, Moametal e Yuimetal, del metal non sapevano niente. Solo quando dalle piccole live house di Tokyo in cui hanno iniziato a esibirsi nel 2011 sono passate a platee più grandi, fino ad arrivare sui palchi di festival internazionali — sempre naturalmente nelle pause da scuola — come nel 2014 a Brixton, hanno iniziato a comprendere il vero senso di ciò che stavano facendo. Hanno incontrato altri artisti della scena metal internazionale — tra cui Slayer e Limp Bizkit — e hanno capito di poter fare parte di quel mondo.
(E chi potrebbe essere così crudele da non accoglierle? Awwww).
Oggi la loro prima vera hit, «Gimme Chocolate» è un fenomeno su Youtube con più di 46 milioni di visualizzazioni. Ma loro vanno molto fiere di una canzone di impegno sociale come «Ijime Dame Zettai» contro il bullismo scolastico.
Il loro secondo album «Metal Resistance» sta raccogliendo consensi in giro per il modo: il Guardian ha definito il «suono distintivo delle Babymetal una proposta stupefacente» in un panorama musicale ormai caratterizzato sempre di più dall’unione di generi diversi. Sulla scia della buona stampa il lavoro sta anche scalando le classifiche ed è entrato la scorsa settimana tra le top 40 della Billboard 200. Non succedeva a un artista giapponese dal 1963, quando Kyu Sakamoto conquistava l’America sulle note della «Sukiyaki Song».
(Bei tempi quelli…)
Il 2 aprile le piccole metallare erano alla Wembley Arena di Londra davanti a 12mila persone in adorazione. Pochi giorni dopo hanno fatto il loro esordio in uno dei programmi più celebri della tv Usa — il Late Show che fu di David Letterman, oggi condotto da Stephen Colbert.
Al pop delle idol, fatto di carinerie, balletti di gruppo, performance leggermente pruriginose di fronte a un pubblico di quasi esclusivamente soli maschi, hanno unito il metal, o come specificano i più esperti, death metal. Sotto la sapiente guida di Kobametal, produttore del gruppo, le tre ragazzine — da poco Su-Metal ha compiuto 18 anni, le altre due sono ancora 16enni — sono arrivate a esibirsi di fronte a 20mila persone a Tokyo a inizio 2015, riuscendo non solo a unire due generi musicali l’uno all’esatto opposto dell’altro, ma anche i rispettivi fan: un’opera che ha del soprannaturale.
Non a caso, in un’intervista, Kobametal le ha definite delle «Messia» del metal, ispirate niente meno che dal Dio Volpe (Kitsune-sama), eletto a divinità protettrice di questo genere musicale genuinamente nipponico. E non mancano nelle loro esibizioni richiami messianici. Sono loro le «prescelte» che salveranno il metal?