Sesta edizione del Bookworm Literary Festival di Pechino che vede riuniti celebri autori cinesi e internazionali. China Files ha chiesto all’ ideatrice e organizzatrice Kadi Hughes di raccontarci come nasce, cresce e vuole svilupparsi quest’evento culturale che cresce di importanza ogni anno che passa. Il festival è iniziato nel 2007 e siamo alla sesta edizione. Puoi raccontarci come è nata l’idea e come è cresciuto negli anni?
Ogni anno il festival subisce una leggera modifica in termini di dimensioni e scopo. Nel 2011 è stato inserito un esteso programma per bambini, ne è stato creato uno di solidarietà alle scuole per migranti e sono state proposte una serie di attività serali.
Nel 2012 abbiamo continuato con questi programmi e con una vasta collaborazione in cinese insieme con il nostro partner “One Way Street Library”, che unirà autori cinesi e internazionali da tutto il mondo.
In più, grazie alla nostra partnership globale di festival letterari -la World Alliance- il Bookworm International Literary Festival è in grado di promuovere autori cinesi insieme con altri, tutti interessanti e dinamici, dai paesi aderenti all’iniziativa.
Ci interessa soprattutto come un festival di élite, di fatto si tratta di una libreria di Pechino, è cresciuto al punto da poter invitare autori di fama internazionale. Diaz, Ghosh, Grossman, Yehoshua, solo per fare alcuni esempi. Come li avete convinti a partecipare?
Al momento la Cina è sui radar culturali di tutti e molti autori si emozionano quando hanno l’opportunità di dare un’occhiata all’interno del paese. Abbiamo anche un team molto attivo che lavora tutto l’anno per il festival nelle tre città di riferimento (Pechino, Suzhou e Chengdu).
Questo gruppo impiega molto tempo a cercare scrittori in giro per il mondo e a mettersi in contatto con loro, ma uno dei migliori modi per mettere gli autori a conoscenza del Bookworm International Literary Festival resta il passaparola. Coloro che vi prendono parte hanno un’ottima esperienza del festival e della Cina in genere. E così informano altri.
Per loro è un’esperienza indimenticabile ed è possibile grazie agli eventi che hanno un pubblico fantastico, degli ottimi volontari e un team che riesce a creare un programma innovativo e ben studiato.
Pensi che l’esperienza del Festival del Bookworm è legata specificatamente a una città come Pechino o pensi che è un modello che può essere replicato? Ogni festival è influenzato dalla città nella quale si svolge.
Dal momento che il festival ha luogo in tre città contemporaneamente (Pechino, Suzhou e Chengdu) il programma di ognuna è leggermente differente, riflettendo le differenze di pubblico.
In tutti e tre i casi chi partecipa al Bookworm International Literary Festival è curioso, interessato al mondo che lo circonda e aperto a una varietà di programmi, sia che si tratti di uno scrittore cinese, di uno storico internazionale o di uno show di poesia e hip-hop cinese.
Chiunque lavori con la cultura sa quanto è difficile finanziare eventi di questo genere. Qual è stata la vostra esperienza? Riuscite ad andare in pari?
Il Bookworm International Literary Festival è reso possibile dal supporto finanziario dei nostri sponsor. Siamo molto fortunati perché possiamo unire il sostegno di sempre maggiori istituzioni con quello dei nostri finanziatori di vecchia data. Si tratta di persone che credono allo spirito del festival e che donano cifre fra 500 e 5000 Rmb. Abbiamo anche un eccellente gruppo di volontari che contribuiscono con il loro tempo e talento.
Nonostante la progressiva internazionalizzazione degli eventi, il Festival rimane sempre molto legato a un tentativo di raccontare la Cina in profondità. Quali sono i temi che privilegiate?
Noi siamo interessati a mostrare le diverse ed eccitanti voci del panorama letterario della Cina moderna. Thriller, poesia, storie di donne, drammi famigliari, science fiction, reportage: la letteratura cinese contemporanea include tutta una varietà di generi.
Sfortunatamente, gran parte della produzione non è tradotta e perciò quasi sconosciuta all’estero. Alcuni degli scrittori che prendono parte al Festival sono stati tradotti in inglese, altri no… almeno per ora.
La nostra speranza è che, se questi fantastici autori e i loro lavori verranno conosciuti da un pubblico più vasto a livello internazionale, saranno anche letti maggiormente.
Molte delle opere cinesi che presentate hanno avuto difficoltà a essere pubblicate in Cina o sono state censurate. Questo vi ha mai causato problemi?
Molti fra gli autori che hanno scritto, fra le altre, un’opera su temi “sensibili” tendono a non pubblicarla in Cina. Escono invece gli altri titoli. La maggior parte degli scrittori cinesi che presentiamo non sono affatto presenti in lingua inglese proprio perché solo pochi autori cinesi vengono tradotti dalle case editrici.
Ne risulta che i libri in lingua inglese tendono ad essere proprio quelli che trattano argomenti difficili. La sfida per noi è mettere in mostra la produzione cinese nella speranza che un maggior numero di opere venga tradotto.
Molti degli autori tornano ogni anno. Sono loro che si sono affezionati a voi o voi che vi siete affezionati a loro?
A Pechino si trovano un gran numero di scrittori e giornalisti di talento. Molti di loro hanno contribuito al festival fin dall’inizio e il Bookworm gli ha fornito uno spazio per pubblicizzare le loro opere per tutto l’anno. Noi siamo molto radicati nella comunità della città e puntiamo a lavorare e trarre ispirazione dalle persone che ci circondano.
Progetti per l’edizione 2013? Inviterete Chan Koon-chung?
Chan Koon-chung ha partecipato all’edizione del 2011, ma a noi piacerebbe moltissimo che tornasse! Abbiamo già una serie di grandi autori per il 2013 e alcune nuove fantastiche idee per il programma e le iniziative… ma dovrete aspettare per conoscerle!
[Foto credit: beijingbookworm.com]