Qual è la condizione della donna nell’India contemporanea? Come rispondere con fermezza alle molestie e cosa si può fare per migliorare le cose? Lo abbiamo chiesto ad Annie Zaidi, giornalista ed attivista per i diritti delle donne in India
Le donne in India subiscono quotidianamente discriminazioni e molestie, anche nella vita di tutti i giorni. Pensi che, nonostante tutte le differenze di casta, religione, ricchezza e status sociale, esista un tratto comune in grado di unire tutte le donne in India nella loro condizione? Pensi che ci sia un terreno comune dove tutte le donne indiane sentono di far parte di un gruppo specifico?
Questa è una domanda difficile. Credo che l’identità nazionale (così per come ladefiniamo) sia un concetto poco compreso, specialmente quando le persone sono divise e si dividono ancora in base a caste, religioni, classi sociali e così via. Se chiedi a una donna tribale illettarata che vive in un’area remota cosa significa essere una donna indiana, cosa risponderà? Lei a malapena sente la presenza dello stato indiano, a meno che non abbia beneficiato di particolari programmi statali, o altro, oppure può esser stata traumatizzata da altre forze che possono essere statali o meno, ma che lei comunque qualifica come "indiani".
Oltretutto, moralità, norme sessuali, matrimonio e aspettative lavorative differiscono da una comunità all’altra.
Ci sono molte somiglianze, naturalmente. Una larga gamma di classi e caste sono aggrovigliate in quello che possiamo chiamare ‘mainstream’, la corrente tradizionale. Condividono i valori e i problemi che chiamiamo “indiani”. Ma fino a poco tempo fa c’era una grande diversità e, anche ora, le cose sono in continuo mutamento.
Detto questo, penso che se c’è una cosa che unisce tutte le donne indiane, è la legge alle quale siamo soggette. Le leggi si applicano equamente a tutti noi (almeno in teoria), per questo è importante riflettere attentamente riguardo alle leggi in vigore e a come cambiarle. Ci sono diritti ereditari, leggi di responsabilità familiare, leggi sulla moralità e sull’oscenità, leggi che sanciscono quando una donna può o non può lavorare, leggi che definiscono la gravità di una violenza sessuale, leggi che decidono cosa dovrebbbe e cosa non dovrebbe essere inserito nei testi scolastici.
Una delle maggiori e più comuni minacce per le donne indiane sono le molestie sessuali, dai "palpeggiamenti casuali" in pubblico fino allo stupro: cosa è stato fatto in questi anni per combattere e prevenire questi comportamenti?
Beh, alcune leggi contro le molestie esistono ormai da anni. Ma il modo in cui sono messe in pratica è il problema. Per esempio, ci sono disposizioni per punire un uomo per “oltraggio al pudore di una donna”. Ma se in primo luogo non puoi provare che la donna non si stesse comportando con pudore, come fai a punire l’uomo?
Oltrettutto, lo stupro veniva definito solo come penetrazione del pene. Violenze sessuali e torture non sarebbero state definite stupro, ad esempio, nel caso recente di Soni Sori, alla quale sono state infilate pietre nelle sue parti intime mentre era sotto custodia della polizia.
Gruppi di donne hanno chiesto un cambiamento della lagge e la sua attuazione per molto tempo. Ora nuove leggi contro lo stupro sono in fase di preparazione, con una legge separata per i casi che coinvolgano bambini. C’è anche pressione per eliminare il test ‘con le dita’ per le vittime di stupro, il quale è semplicemente un test per la verginità, non un test per la violenza.
Le molestie stesse stanno diventando una questione urgente. Alcuni gruppi sono riusciti a farsi sentire. Cinque o sei anni fa, quando facevo la volontaria per Blank Noise a Delhi (Blank Noise è un progetto per sensibilizzare la popolazione indiana sul problema delle molestie, ndr), c’era davvero poca consapevolezza e poco supporto. Ora ci sono almeno mezza dozzina di gruppi online (su Facebook, etc) e gruppi di donne stanno prendendo le molestie non-violente più seriamente.
Comunque, la questione è molto più complessa che semplicemente affrontare le legge e rendere la polizia più ricettiva. Noi viviamo in una società largamente discriminatoria e segregativa per le donne. I costumi sessuali sono molto austeri e non c’è ancora un accordo su cosa significhi molestia, e fin dove dovrebbe essere tollerata. Questo è ciò che dobbiamo cambiare, prima di tutto.
Come le donne indiane combattono – o dovrebbero combattere – questa battaglia giornaliera contro le molestie sessuali? E perchè coloro che combattono sono descritte come “eroine”?
Bisogna iniziare a smettere di sentirsi in colpa o spaventate. Ci è stato insegnato che dovevamo prenderci la responsabilità di qualcosa che non è per niente sotto il nostro controllo. Di coprire i nostri corpi; di evitare di attirare l’attenzione attraverso le noste espressioni, parole, sguardi; di non uscire dopo che fa buio; di non uscire sole; di non parlare con gli sconosciuti; di restare buone se siamo molestate, perchè altrimenti potremmo subire effettiva violenza fisica. Ma tutto ciò non cambia niente. Ci certifica solo che quelle di noi che possono permettersi di stare chiuse in casa, vivranno una vita senza gioia, intrappolate e piene di paura. Ci fa anche risentire per quelle donne che invece fuori ci vanno, e come gruppo iniziamo a incolparci l’un l’altra invece che dare la colpa a chi davvero ce l’ha – coloro che molestano le donne.
Quindi il primo passo è vivere libere, dando un esempio a tutte le altre donne – che ciò è possibile. Che è desiderabile e giusto.
Per “supereroine”, beh, non so come l’articolo lo intenda. Ma a Black Noise noi chiamiamo le donne e gli uomini che combattono le molestie action hero. In India, il termine “action hero” era utilizzato per gli attori maschi che recitavano in film d’azione, che significa un sacco di combattimenti di strada e arti marziali, o mafia o esplosioni di macchine. Di solito questi “eroi” avrebbero combattuto contro il cattivo o le ingiustizie, brendendo a cazzotti il cattivo della situazione.
Quindi Jasmeen (Jasmine Patheja, fondatrice di Blank Noise, ndr) si è appropriata del termine e ha iniziato a usarlo per descriverci, per sottolineare che dobbiamo combattere le molestie. E’ stato sfrontato, e anche divertente. Ma di certo non incoraggia la violenza. Al contrario, abbiamo documentato i metodi con cui donne (o uomini) respingono le molestie sessuali da strada. Può essere guardandosi le spalle, o urlando, o andando dalla polizia, o partecipando alle manifestazioni in strada.
Cosa è stato fatto di utile dalle istituzioni indiane? E cosa di inutile?
La polizia di Delhi usa fare pubblicità su tematiche di interesse pubblico sui giornali. Una lista di cosa fare e non fare che include “Non parlare con gli sconosciuti”. Spero abbiano smesso di farlo.
Io credo che proibire alle donne di lavorare in discoteca sia ingiusto. Ci sono stati tentativi di controllare l’orario di lavoro delle donne in altri settori, come negli ospedali e nei business project outsourcing.
Un’evoluzione positiva per le donne dovrebbe includere uno sviluppo generale dei trasporti e delle infrastrutture pubbliche per l’intrattenimento. Questo è importante per la sicurezza e la mobilità.
Anche leggi contro la violenza domestica, e i tribunali dovrebbero riconoscere che le donne che convivono hanno qualche diritto sull’eredità.
Osservando dall’estero, l’India ha relativamante molte donne in posizione di potere o d’influenza culturale, come Sonia Gandhi, Arundhati Roy, Mahasveta Devi, Mayawati in UP, Mamata Banerjee nel Bengale Occidentale: queste donne stanno cercando di migliorare le condizioni della donna indiana? O, in generale, le donne delle classi più agiate stanno provando a combattere per un cambiamento su vasta scala delle condizioni delle donne in India? E ci sono uomini influenti che si occupano di queste questioni?
Le donne al potere – come gli uomini al potere – devono tener conto di una vasta gamma di interesti di svariati gruppi. Questo includerebbe le donne, ma non esclude gli uomini. Donne come Sonia Gandhi o Mayawati devono fare i calcoli per vincere. Questo è il loro lavoro e lo fanno meglio della maggior parte degli uomini.
Io mi auguro che loro vorranno parlare anche per le donne, almeno per parte del loro tempo, e adottare un atteggiamento riformista verso le questioni di genere. Ma anche icone culturali come Roy non sembra lo stiano facendo molto spesso.
Anche se solo il fatto che loro stesse siano donne di successo, donne potenti, incoraggia e stimola le altre donne, e penso che questo sia importante. Le donne non hanno bisogno dell’elemosina. Hanno bisogno di credere che anche a loro spetti una parte di potere e influenza.
Non so se nessun uomo “potente” ha fatto qualcosa di particolare per le donne. Non me ne viene in mente nessuno. Ma io sono ispirata da uomini che hanno lavorato per risolvere problemi riguardanti le donne. Per esempio, Muruganatham ha inventato un modo per creare assorbenti economici. O persino Jasmin, che ha capeggiato la recente battaglia delle infermiere in Kerala.
Esiste un femminismo indiano? E se sì, è basato sul femminismo occidentale o sta avendo un suo propirio sviluppo?
Certo che esiste un femminismo indiano. La parola femminismo è di importazione occidentale e le donne che prendono parte a movimenti femministi non sempre sanno come definire se stesse usando tale termine. O sono incerte se vogliono effettivamente adottare quell’etichetta.
Il femminismo indiano si sta ancora occupando delle basi – soprattutto battaglie economiche o relative alla nostra sicurezza fisica.
Si tende ad accantonare le donne contemporanee occidentali, che hanno già ottenuto un certo grado di parità e sembra siano più focalizzate su questioni di corpo (immagine), o sulla loro rappresentazione nei media. Oltrettutto queste sono questioni che trascinano nel gruppo le più giovani, le femministe urbane.
Noi abbiamo anche una notevole differenza culturale, nel senso che l’India ha una tradizione di culti di Dee. Noi tendiamo a definire noi stesse contro lo "Shakti", il potere e anche il nome di una delle dee più venerate, e molte donne che non chiameranno se stesse femministe, ammetteranno di credere in un "woman power".
Quanto i media e l’industria di Bollywood – che viene citata spesso nel tuo libro "I miei luoghi" – influenza la considerazione maschile delle donne?
Molto. Bollywood e I media, includendo TV e giornali, influenzano la vasta maggioranza degli uomini, specialmente nelle aree urbane e semi-urbane. Le condizioni sociali e familiari sono difficili da cambiare, ma le storie che leggiamo o guardiamo ci influenzano, specialmente quando siamo giovani.
Pensi che la nuova generazione di donne Indiane avrà una vita più facile? Se si, in che modo?
Me lo auguro. Sarà più facile per donne della classe media urbana, penso, almeno in termini di infrastrutture e di diritti legali. Ma davvero non so cosa aspetta alle donne rurali e alle donne povere nelle aree urbane. O uomini.
Cosa dovrebbero imparare gli uomini indiani dale donne indiane?
Pensare ai bisogni degli altri; a ridere un po’ di più; a leggere di più; a risparmiare per i giorni più bui; a vestire più colorati; e a mettersi alle spalle il passato.
Gli indiani vedono le donne occidentali diversamente dale donne indiane? In che senso e perchè? Pensi che il comportamente delle donne occidentali in India sia in qualche modo oltraggioso rispetto ai codici morali del Paese?
Non posso parlare per tutti gli indiani, ma penso che le donne occidentali attraggano l’attenzione perchè sono geneticamente differenti. Che siano nere o bianche, bionde o rosse, non possono evitare di essere notate.
Vestono in modo diverso, ma questo ce lo aspettiamo. Viaggiatori da altri paesi di solito vestono in modo diverso, maschi inclusi. Lo hanno sempre fatto. Ma non avendo familiarità con la lingua e il potere politico locale, le donne occidentali sono più vulnerabili. Sono spesso molestate o attaccate a causa della loro vulnerabilità, non a causa di comportamenti oltraggiosi. Non è assolutamente un comportamente più oltraggioso che quello di molti maschi indiani.
Che consigli daresti alle donne occidentali che viaggiano in India?
Essere gentili con chiunque, ma non pensare di dover essere amichevoli con tutti. Se non ti va di parlare con qualcuno, non farlo. Se ti sembra di non sentirti al sicuro, vattene. Le folle sono spesso i posti più sicuri dove trovarsi. Vai alle stazioni dei treni o degli autobus se hai bisogno di avere persone intorno. Ci sono sale d’attesa per le donne, usale se vuoi evitare la compagnia maschile.
Porta con te il numero della tua ambasciata tutto il tempo, portalo addosso. Cerca di trovare almeno un amico o un conoscente locale che possa essere informato dei tuoi viaggi e della tua posizione. Quando prenoti un taxi, assicurati di farlo tramite un’agenzia o un hotel. Lascia delle traccie cartacee.
Viaggia di giorno. Indossa cotone in estate. Non fare il check-in in hotel economici finchè non hai dato un’occhiata alla stanza prima, e assicurati che ti sia stata data una stanza con una serratura funzionante, in modo che tu possa chiuderti a chiave dall’interno.
Preparati alla mancanza di carta igienica. Bevi meno acqua durante il giorno e di più durante la sera, quando sei vicina ad un bagno.
E ricorda che se succede qualcosa di brutto e la polizia non collabora, non è perchè sei straniera. E’ semplicemente quello che fanno con chiunque. Non è molto diverso per noi.
[Foto credit: worldpulse.com]*Annie Zaidi, nella foto in sari bianco, è giornalista, scrittrice, poetessa, attivista per i diritti delle donne in India e columnist per il sito d’informazione Daily News and Analysis. Metropoli d’Asia ha pubblicato in Italia il suo libro I miei luoghi. China Files, per lo Speciale 8 marzo, ne ha pubblicato un estratto in esclusiva.