Non solo prodotti a buon mercato, copie dei grandi brand stranieri e grandi nomi come Ai Weiwei. Negli ultimi anni la Cina ha affermato il proprio carattere creativo attraverso eventi, festival di arte e design, aperture di centri creativi e atelier. Scopritelo a Milano, al Salone del Mobile fino al 22 aprile.
Mentre a marzo l’architetto cinese Wang Shu è stato proclamato vincitore del prestigioso premio di architettura Pritzker, dallo scorso settembre l’evento pechinese della Beijing Design Week tenta di affermarsi come polo di attrazione e esposizione tanto dei maestri del design cinese quanto della nuova generazione di creativi.
Il Salone Internazionale del Mobile, oggi al via a Milano e in programma fino al 22 aprile, vede tra i suoi protagonisti la Cina, che con la Beijing Design Week porta in Italia una mostra collettiva di giovani designer. Slow Seating, il titolo della mostra, esplora la relazione tra arte e artigianato attraverso l’icona della sedia.
Le opere presentate – sedie, poltrone, sgabelli, panche – vanno al di là del semplice lavoro esposto. Nelle intenzioni del curatore Zhu Xiaojie, originario della città di Wenzhou, tali opere rappresentano un’occasione per riflettere sull’esistenza umana partendo da uno studio su progettazione e realizzazione.
Slow Seating nasce da un’introspezione del designer sul proprio vissuto personale e sulle potenzialità insite del design cinese; la mostra rappresenta un’occasione per indagare gli umori diffusi nella società cinese contemporanea. Una società che si guarda allo specchio e intravede, al
di là delle comodità apportate dal progresso scientifico ed economico, delle ferite nella natura e nella vita quotidiana.
Tale è la riflessione che vuole suscitare Zhu Xiaojie con Slow Seating: “negli ultimi quarant’anni la società cinese ha assistito a un progresso incalzante, conseguendo enormi successi in vari ambiti ma allo stesso tempo perdendo alcune cose. L’esposizione è quindi anche un’occasione per fare il punto dopo questa corsa frenetica e guardarsi alle spalle per instaurare un nuovo contatto con la nostra identità e la nostra storia”, afferma il designer.
La sedia non è intesa quindi come pura necessità di riposo, ma è vista soprattutto come un modo per fermarsi e ristabilire un equilibrio nella relazione tra natura e umanità.
I lavori presentati da Slow Seating sono stati realizzati da designer di età, ambiti e provenienza geografica diversi. “Mostrando queste sedie puntiamo a descrivere le nostre vite quotidiane, senza porci su alcun piedistallo, ma semplicemente raccontando le storie delle nostre vite reali secondo
una prospettiva estetica”, spiega Zhu Xiaojie.
Al di là dei pregiudizi legati all’industria dell’arredamento cinese, l’augurio che si fa Zhu Xiaojie è quello di “mostrare al mondo un’immagine reale della Cina”.
[In copertina Yuan Yuan, Out of nothing. Photo credits: Yuan Yuan Studio]