Urbanizzazione, dislocamento e ricollocamento della popolazione e migrazione sono tre bandoli della stessa matassa in Cina. Il dislocamento (displacement) e successivo ricollocamento (resettlement) forzato della popolazione sono avvenuti nella storia cinese senza il dovuto rispetto delle leggi e spesso di fronte ad una popolazione paralizzata e, solo in rarissimi casi, realmente presa in considerazione. Questo fenomeno di forzata migrazione ha avvantaggiato la rapida urbanizzazione del paese e ne ha permesso la crescita economica che ben conosciamo, ma a discapito della popolazione rurale.
Se portato a compimento, il National New Type Urbanisation Plan 2014-2020 (NUP) cinese, comprometterà la stabilità di vita di numerosissimi contadini cinesi, capovolgendone l’identità: da abitanti di paese a cittadini metropolitani. Il passaggio rural – urban in Cina prevede la parallela modifica del sistema di registrazione familiare – ‘Hukou’ – ed il trasferimento di benefici legati al cambiamento di status. I miglioramenti delle condizioni di vita legati al cambio di registrazione saranno, tuttavia, impossibili da adattare e da raggiungere entro il 2020 a causa della quantità di migranti prevista.
Questa ricerca è stata ideata in modo tale da poter predire le future ripercussioni per migranti e contadini investiti dal NUP, osservandoli da vicino come vittime piuttosto che beneficiari. Un’estesa analisi storica delle prime forme di urbanizzazione cinese è stata necessaria per creare un contesto di ricerca. A seguito dell’analisi storica, è stato possibile analizzare tre fallimentari forme di dislocamento e ricollocazione avvenute nella storia recente della Cina, come: i grandi progetti idroelettrici, il fenomeno delle ‘nail houses’, ovvero il processo di ribellione, verso i grandi gruppi edili, di fronte alla forzata demolizione della propria casa da parte dei proprietari. Ed infine i villaggi urbani, un altro incompiuto tentativo di urbanizzazione nel quale ex-aree rurali vengono inglobate da nuove città senza venirne però incluse.
L’analisi critica dei dati, da come risultato un generale scetticismo nei confronti della Cina e della sua capacità di assicurare alla propria popolazione rurale un lieto adattamento alla vita urbana. Verrà anche sottolineato che la figura martire del contadino sarà la protagonista di quello che rappresenta il più grande tentativo di migrazione controllata della storia dell’umanità: il National New Type Urbanisation Plan (NUP) 2014-2020.
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Di Matteo Purer*
*Nato a Roma nel ‘93 e cresciuto in un ambiente bilingue alla Scuola Germanica dall’asilo fino alla maturità. Si affaccia alla Cina iscrivendosi alla facoltà di Lingue e Civiltà Orientali de ‘La Sapienza’ e, dopo aver conseguito la laurea triennale con una tesi sul simbolismo degli animali nel Zhuangzi, si trasferisce a Londra per un master in Advanced Chinese Studies presso SOAS. Presenta una tesi sulla popolazione contadina migrante e l’impatto socio-economico scaturito da i processi di urbanizzazione passati e attuali. Ha concluso due periodi di studio in Cina per un totale di nove mesi tra Hangzhou (ZJU) e Pechino (BFSU). Parallelamente e post-laurea, ha messo a punto la sua passione per le lingue nelle esperienze di lavoro al festival romano di cinema orientale ‘Asiatica’, come guida turistica e viaggiando in moto per il Sud-America. Ha inoltre coltivato la sua altra passione, ovvero le letterature, lavorando in una libreria antiquaria a Londra, dove attualmente vive.
**Questa tesi è stata discussa nel settembre 2019 presso la School of Oriental and African Studies. Titolo originale: Urbanisation with Chinese characteristics: Will the National New Type Urbanisation Plan of 2014 – 2020 benefit the rural and migrating population or is China repeating the same faults of the past?