La tesi India e Repubblica Popolare Cinese: prospettive geopolitiche per il XXI secolo vuole collocare l’avanzata della Cina e dell’India in un contesto globale, così da ottenere una visione generale di ciò che sta avvenendo nell’ambito internazionale. Riusciranno a convivere pacificamente? Quali sono le ragioni geopolitiche che potrebbero portarle a scontrasi?
Questo lavoro tenta di fare luce sugli aspetti che rendono tesi i rapporti sino-indiani, dapprima descrivendo la situazione globale con il decadimento del potere statunitense e l’ascesa di quello russo, poi descrivendo la crescita della Cina e dell’India, provando che a livello militare, entrambe costituiscono un perfetto esempio di come la crescita economica corrisponda alla crescita della potenza e della capacità di proiezione della stessa.
Successivamente si sono elencati i contenziosi esistenti e quelli possibili in un futuro prossimo, arrivando alla conclusione che la precarietà delle condizioni geopolitiche delle due potenze emergenti è tale da poter prevedere un futuro periodo di ostilità per il controllo del potere nell’area asiatica.
Come primo punto viene esaminato il ruolo degli Stati Uniti d’America nel XXI secolo e come essi stiano vivendo la difficile fase del passaggio della supremazia globale dall’Occidente verso l’Asia. Le guerre in Iraq e in Afghanistan sono il risultato del lungo percorso americano verso l’egemonia globale, ma hanno però reso il compimento di tale egemonia sempre più lontano e difficoltoso.
Nonostante oggi gli Usa siano la maggiore potenza del globo, altri attori sembrano invocare a voce alta il proprio posto nel mondo. L’Asia, che per secoli è stata culla della scienza e della tecnologia, sarà un teatro sempre più importante dal punto di vista geopolitico.
La Russia giocherà un ruolo sempre più rilevante, sia per le sue grandi quantità di materie prime ed energetiche, sia per la posizione così prossima alla Cina e all’India. Tale collocazione la proietta direttamente verso nuovi e imponenti mercati, i quali potranno risollevare la sua ancora fragile economia e rendere possibile il sogno di controllo dell’Asia Centrale, area strategica del mondo.
Questo controllo, sarà però conteso con i nuovi attori asiatici, i quali sono sempre più voraci di energia. Per tali motivazioni, il ruolo marginale che la Russia si è trovata a giocare negli ultimi anni, potrà trasformarsi in una rinascita sulla scena internazionale, anche se le conseguenze di questo processo non sono ancora ben chiare.
Terza area che caratterizza il contesto globale è il Medio Oriente: essa è una regione dove s’incontrano svariate popolazioni e lingue, e dove l’instabilità rischia spesso di compromettere i rapporti tra i Paesi dell’area e coinvolgere nelle ostilità paesi esterni, i quali cercano in questa zona prestigio e vantaggi energetici. Nessuno Stato che abbia una politica estera abbastanza sviluppata si può dire fuori dalle logiche del contesto mediorientale.
Gli avvenimenti in quest’area sono di rilevanza globale poiché qui giace la maggior parte delle riserve petrolifere e gasifere mondiali. La Cina e l’India non potranno estraniarsi dagli avvenimenti mediorientali. Anche se esse non sono ancora in grado di proiettare la propria potenza in Medio Oriente, quella militare non è l’unica via attraverso cui intervenire.
Si prosegue con l’analisi delle caratteristiche proprie della Cina e dell’India: il loro sviluppo economico, i problemi interni, le strategie energetiche e l’ascesa militare. L’economia di questi due Paesi sta crescendo enormemente e ciò fa sì che essi assumano sempre più importanza a livello internazionale, ma la crescita economica equivale anche a una crescita militare?
In questo caso le politiche dei singoli governi fanno la differenza. Entrambi i governi stanno investendo molto in ambito bellico, sia per quanto riguarda l’apparato difensivo, sia per quanto riguarda quello offensivo e strategico. Questa crescita militare rende sicuramente più facile attuare le proprie strategie energetiche; la potenza rende, infatti, ogni ambizione più realizzabile e a portata di mano.
La ricerca delle materie prime è, per i due Stati asiatici, un tema fondamentale. Senza le materie energetiche (idrocarburi, ecc.) la crescita di entrambi rallenterebbe, ciò significherebbe un calo della legittimazione dei rispettivi governi e una conseguente instabilità generale. Per questa ragione il Medio Oriente, l’Asia Centrale, l’Africa e il Mar Cinese Meridionale sono oggetto di dispute e controversie.
Vengono poi presi in considerazione vari contenziosi territoriali fra i due Paesi asiatici, concentrandosi prima sul livello marittimo e poi su quello terrestre. Per spiegare perché la Cina e l’India stiano investendo risorse economiche e umane per ottenere una Marina in grado di solcare gli oceani, saranno utilizzate le teorie dello stratega statunitense Alfred Thayer Mahan.
Questo studioso, dava un’importanza fondamentale al Mare come via di comunicazione e come area dove gli Stati possono espandere pienamente la propria potenza. Al controllo degli oceani, quindi, consegue il controllo dell’intero Globo. La rilevanza delle teorie di Mahan sul “potere marittimo” per spiegare la politica internazionale sono già state prese in considerazione da illustri studiosi militari quali James R. Holmes, Andrew C. Winner e Toshi Yoshihara.
I loro studi sulla dottrina navale cinese e indiana vengono integrati collocandoli in un più ampio contesto globale, nel quale Cina e l’India lottano per conquistare fette sempre più ampie di territorio marittimo e la supremazia degli Stati Uniti negli Oceani è messa sempre più a repentaglio.
Successivamente saranno analizzate le dispute frontaliere, basandosi sulle conseguenze della guerra scoppiata nel 1962 tra la Cina e l’India per il controllo di porzioni territoriali poste sui confini. Inoltre verranno presi in considerazione i rapporti tra Cina e Pakistan in funzione anti-indiana.
La situazione asiatica è complessa e variopinta. Una conclusione univoca, quindi, risulterebbe azzardata. La Cina e l’India potrebbero convivere pacificamente come potrebbero arrivare ad un conflitto, a questo proposito saranno determinanti le politiche dei rispettivi governi. Geopoliticamente parlando, però, i presupposti per un conflitto sono evidenti:
– divergenza degli interessi territoriali nelle acque dell’Oceano Indiano
– contese territoriali sul confine Himalayano
– divergenze politiche (Pakistan)
– ambizioni verso nuove aree strategiche (Asia Centrale)
La crescita dei due Paesi probabilmente si stabilizzerà nel prossimo futuro, ma non si arresterà. Ciò che sta accadendo è un cambio di egemonia, e l’egemonia per definizione è il potere di un attore che prevale su tutti gli altri. Difficilmente due potenze egemoni possono convivere pacificamente.
Nel mondo del futuro, l’egemonia sarà contesa fra la Cina e l’India e le aree dove probabilmente inizierà l’espansione saranno l’Oceano Indiano e l’Asia Centrale. L’avanzata della Cina e dell’India saranno possibili, però, solo dopo un arretramento degli Stati Uniti, i quali detengono ancora il potere militare e politico necessario per imporre alle altre potenze le proprie ambizioni e le proprie regole. I “pretesti” per una guerra sono molti, perché molte sono le aree di interesse globale sparse per il mondo: dall’Iran all’Afghanistan, da Taiwan al Pakistan.
Per quanto riguarda i due Stati Asiatici in questione, la loro rivalità sarà smorzata nei prossimi anni dal disperato bisogno di crescita economica, un conflitto non conviene a nessuno, per ora. L’importante è far crescere l’economia abbastanza da poter aumentare il budget militare e successivamente imporsi come potenza regionale.
Quindi prevarranno gli scambi commerciali, anche se a livello diplomatico saranno molti i motivi di contrasto. Il mantenimento dello Status quo, però, non potrà durare per sempre. Probabilmente si arriverà ad un punto di fronte al quale il plus valore dato dalla convivenza pacifica non converrà più a nessuno e l’unica soluzione per risolvere i contenziosi sarà uno scontro armato.
Come nel 1962, Cina e India metteranno in campo i propri eserciti, al tempo lo fecero per accaparrarsi una regione-altopiano di livello strategico relativo, in futuro saranno in gioco ampi giacimenti di idrocarburi in Asia Centrale e aree strategiche di grande livello come lo Stretto di Malacca o quello di Hormuz.
*Luigi Donatelli luigidonatelli89[@]gmail.com studia come Esperto Linguistico per le Relazioni Internazionali presso l’Università Cattolica di Brescia, è interessato a tutto ciò che riguarda la Cina, dalla lingua alla politica.
**Questa tesi è stata discussa presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore (Sede di Brescia). Relatore: prof. Giacomo Cimetta Goldkorn
[La foto di copertina è di Federica Festagallo]