La tesi I retroscena del sistema legale in Yuanliang wo hongchen diandao. Proposta di traduzione e commento di quattro capitoli del romanzo di Murong Xuecun rivisita la vita dell’autore e ne esamina il romanzo ancora inedito in Italia Schiacciato da un mondo in frantumi. E soprattutto mette in luce il perno su cui ruota l’intero romanzo: il denaro.
La prima sezione della tesi presenta brevemente la vita dell’autore e le sue opere, ponendo l’attenzione sul contesto letterario in cui nascono i romanzi di Murong Xuecun e fornisce inoltre un’analisi del suo quarto romanzo Yuanliang wo hongchen diandao 原谅我红尘颠倒, (Schiacciato da un mondo in frantumi) e dello stile letterario.
L’autore è uno dei maggiori rappresentanti della letteratura sul web: scrive sui suoi blog e su Weibo, in cui vantava 8,5 milioni di follower prima che il suo account venisse disattivato nel 2013. Lo scrittore non si piega alle logiche del sistema letterario, che impone agli scrittori una pressione ideologica legata alla promozione di una ‘letteratura costruttiva’.
L’irriverenza dell’autore non disgiunta da un forte senso dell’ironia fanno di lui uno scrittore ribelle, scomodo, sia per il Partito per le case editrici, che hanno operato nei suoi romanzi con tagli e censure. Le sue opere sono pungenti e dissacranti: l’io appare vuoto, senza punti di riferimento, errante e totalmente superficiale.
Murong Xuecun, pseudonimo di Hao Qun, nasce nel 1974 a Pingdu nella città subprovinciale di Qingdao, nella provincia dello Shandong. A quattordici anni si trasferisce a Bangshi nella provincia del Jilin, nel nord est della Cina. Dopo la scuola, si trasferisce a Pechino per iscriversi all’Università di Scienze Politiche e Giurisprudenza.
Si laurea in giurisprudenza nel 1996 e per diversi anni pratica la professione dell’avvocato prima di lasciare il lavoro per dedicarsi a tempo pieno alla scrittura. Si trasferisce a Chengdu, poi a Shenzhen e Guangzhou, lavorando come consulente legale in diverse aziende. Intanto, nel 2001, comincia a scrivere su un forum online dell’azienda Softo, azienda di cosmetici in cui lavora a Guangzhou, usando lo pseudonimo di Murong Xuecun.
Nel 2002 pubblica sul forum la sua prima opera a puntate, Chengdu, jinye qing jiang wo yiwang, 成都,今夜请将我遗忘 (Chengdu, ti prego dimenticami stanotte) e riscuote parecchio successo tra i giovani e i lettori della classe media cinese che vanno alla ricerca di una letteratura che sconfini dalla letteratura preimpostata cinese.
Il romanzo racconta le vicende di tre giovani uomini e le loro lotte tragicomiche per farsi strada in una delle più popolose città cinesi, Chengdu. Nonostante le loro aspirazioni nella nuova Cina capitalista, le vite dei tre uomini si basano su lavori senza vie d’uscita, debiti di gioco, alcolismo, droga e prostitute.
Diventato presto popolare grazie all’entusiasmo suscitato dalla rete, il libro viene successivamente mandato in stampa e pubblicato nel 2003 con più di un milione di copie vendute. Grazie a questo romanzo, Murong Xuecun si inserisce tra i candidati dell’annuale premiazione del Man Asian Literary Prize 2008, senza però vincere il premio.
Nel 2007 posta sul suo blog il suo quarto romanzo Yuanliang wo hongchen diandao (Schiacciato da un mondo in frantumi), in cui Murong scava nell’oscuro mondo del sistema legale. Il romanzo focalizza la sua attenzione sul settore delle professioni legali: il settore degli avvocati e dei giudici, come anche quello della polizia e del sistema carcerario.
Il narratore, Wei Da, è un ragazzo proveniente da un’umile famiglia di contadini che si trasferisce dalla campagna alla città per mantenere la promessa fatta al padre sul punto di morte di iscriversi alla facoltà di giurisprudenza. Dopo essersi laureato, vede il suo iniziale idealismo professionale scontrarsi con un ambiente totalmente corrotto in cui, tuttavia, riesce facilmente a inserirsi.
Il protagonista diventa un associato di uno studio legale e spiega in prima persona al lettore gli intrighi del sistema legale, tra corruzione, inganni e prostitute. Oltre a diventare un noto avvocato, Wei Da diventa anche un personaggio televisivo di spicco: partecipa ogni giorno come ospite in un programma televisivo in cui spiega al pubblico nozioni di natura legale e risponde alle varie domande poste dagli spettatori.
Il protagonista-narratore parla di un mondo in cui i soldi giocano un ruolo fondamentale, in cui per fare affari un avvocato deve farsi delle amicizie. Un avvocato che voglia avere successo deve instaurare dei rapporti di amicizia con i giudici e la polizia.
Wei Da afferma di non avere mai dato troppa importanza alla guanxi 关系, termine paragonabile alla nostra “conoscenze”, ma ne spiega la grande utilità ai fini professionali. Si dice che non sia importante quanto sia grande la tua conoscenza, ma chi siano le tue conoscenze. Da nessun’altra parte quest’affermazione è vera come in Cina.
Per stabilire una guanxi con una persona, la prima cosa da fare è stabilire un rapporto di conoscenza, entrare cioè a far parte della sua rete di conoscenze. Spesso nel mondo legale la guanxi porta però alla corruzione: un avvocato che abbia instaurato una guanxi con un giudice ha il compito di salvaguardarla e nutrirla se non vuole mettere a rischio la sua professione e i suoi affari.
Nel primo capitolo del romanzo, infatti, viene raccontato come l’avvocato Qiu Dazui coinvolga il protagonista a giocare a “mahjong per affari” con il giudice Li: il mahjong per affari, come spiega il narratore, è uno dei metodi per corrompere i giudici in cui l’unico vincitore possibile è il giudice. La rovina del protagonista comincia proprio lì: infrange questa regola e vince la partita a mahjong, destando così la rabbia del collega e il risentimento del giudice.
Il cinismo di Wei Da è sconfinato. Nel corso degli anni si costruisce una corazza invulnerabile. Ha pochi amici, non dice mai la verità e non si fida di nessuno. Gli unici rapporti che riesce a instaurare, sia sul lavoro che al di fuori, sono rapporti meramente di convenienza. Sembra essere fiero di essere un perfetto cattivo, non si ferma di fronte a niente e nessuno, si serve dell’inganno per far soldi o per soddisfare la sua vendetta.
Traffico di soldi, appropriazione indebita, riciclaggio di denaro e il favoreggiamento della prostituzione costituiscono la sua vita quotidiana. Per lui non esistono i sentimenti. L’egoismo e l’interesse personale governano il mondo e la menzogna è un’arma essenziale per raggiungere il successo.
Uomini e donne si pongono in competizione gli uni contro gli altri. La relazione con Xiao Li è complicata e interessante, e costituisce la causa della sua rovina. Lei vuole sposarlo e, con l’aiuto di uno dei suoi precedenti fidanzati, ricatta Wei Da. Sembra che l’avvocato Wei stia per cedere al ricatto, quando uccide accidentalmente l’ex fidanzato di Xiao Li.
Per evitare di essere processato, distrugge tutte le prove, nasconde le sue tracce e decide di lasciare la Cina. Mentre si sta dando alla fuga però viene arrestato, processato e condannato a morte da un giudice suo amico che lo aveva aiutato a far carriera nei suoi primi anni di avvocatura. Solo un barlume di umanità sembra illuminare la fine del romanzo e Wei Da riscopre l’amore prima dell’esecuzione.
Il romanzo penetra a fondo nel settore della giustizia, un settore estremamente delicato. In questo specifico contesto sociale, vengono raccontate e criticate in maniera velata le varie congetture che esistono all’interno di questo sistema: come viene applicata la giustizia, il rigore della legge e vengono descritti i particolari della corruzione in tutte le sue forme. La polvere rossa (hongchen 红尘) è il nostro mondo, un mondo tetro in cui il giovane eroe, nato durante la Rivoluzione Culturale, si fa strada nell’avvocatura con abilità, senza scrupoli e anche con grande determinazione.
Lo stile ironico e il linguaggio spesso irriverente del narratore rendono il romanzo pungente e dissacrante. Per tutto il romanzo il protagonista usa un linguaggio molto colorito per descrivere la sua natura cinica, pessimista e contraddittoria nei confronti della società in cui vive e di cui si serve per fare successo. Non mancano i dialoghi tra i personaggi e le profonde descrizioni che vanno a scavare nella psiche umana del protagonista-narratore.
Spesso dal suo monologo interiore, dalla sua introspezione spirituale è possibile vedere come il protagonista e l’autore affrontano i mali di un sistema corrotto e decadente. Tutto si incastra perfettamente sullo sfondo sociale, sia i dialoghi che i diversi episodi che il narratore racconta per giustificare le sue azioni e che spesso celano una critica profonda degli ambienti giudiziari in cui il protagonista riesce facilmente a destreggiarsi.
Il romanzo viene mandato in stampa e pubblicato nel 2008 con circa ventimila caratteri in meno rispetto all’originale. C’è una scena particolarmente interessante nel libro, nel penultimo capitolo, che sottolinea il crollo del protagonista, prossimo all’esecuzione: la scena vede i suoi aguzzini che tentano di costringerlo a firmare un contratto in cui dichiara di voler vendere i propri organi dopo l’esecuzione.
Ciò che è interessante è che l’autore sia riuscito a pubblicare online una questione talmente delicata come quella del traffico degli organi. Le esecuzioni capitali, con la relativa vendita degli organi, sono uno dei principali fenomeni che derivano dal mancato rispetto dei diritti umani in Cina.
Evidenziano la precarietà e la corruzione del sistema giudiziario cinese e la mancanza di garanzie per chi è arrestato; mettono in luce la violazione dei principi etici e morali insita nell’espianto degli organi senza il consenso del condannato. Naturalmente il governo cinese ha sempre negato queste accuse e naturalmente la questione non è sfuggita alla censura, che ha tagliato la scena prima di mandare in stampa il romanzo.
La seconda sezione della tesi riporta la traduzione di un estratto del romanzo Yuanliang wo homgchen diandao (Schiacciato da un mondo in frantumi), che è composto da trentasei capitoli. La scelta è ricaduta sui primi quattro capitoli del libro che permettono di inquadrare bene la trama e di dare una collocazione temporale agli episodi, che sarebbe andata persa se si fossero scelti capitoli centrali o finali.
Sin dall’esordio, l’autore spinge il lettore nel corso degli eventi e inquadra chiaramente i diversi personaggi e i loro stili di vita, senza nessun preambolo iniziale e senza la costruzione di alcuno scenario, introducendo immediatamente il perno su cui ruota l’intero romanzo: il denaro.
Alla traduzione segue un commento traduttologico in cui si spiegano la strategia traduttiva adottata e le scelte operative che è stato necessario seguire a seconda delle maggiori problematiche riscontrate nel testo. Il commento alla traduzione, dopo aver distinto il lettore modello e la dominante e aver tracciato la macrostrategia traduttiva adottata, si articola in tre sottosezioni che analizzano i fattori che hanno influenzato in particolar modo la traduzione: i realia, il registro linguistico e il lessico giuridico.
Il registro linguistico, che è un registro piuttosto informale e che sfocia spesso nel volgare, ha influito molto sulla strategia traduttiva e chiaramente sulla resa finale della traduzione. Non è sempre facile cimentarsi con questo registro, perché a volte si teme di osare troppo con l’uso di espressioni e parole volgari, con l’eventualità di incorrere con la traduzione in una resa dozzinale del romanzo.
Ad ogni modo, si è presa la libertà traduttiva di cui un traduttore può e deve far uso nei testi letterari, qualora la sua traduzione, pur allontanandosi dall’originale, aspiri all’adeguatezza nella lingua d’arrivo. Se c’è una propensione al contatto con il lettore da parte dell’autore, che costituisce una delle caratteristiche principali del linguaggio colloquiale, obiettivo del traduttore sarà quello di sfruttarne e trasferirne l’efficacia comunicativa.
La traduzione di questo estratto del romanzo ha portato alla luce solo qualche esempio della corruzione e dell’illegalità in cui si muovono i vari personaggi, personaggi della vita reale, che l’autore conosce o quantomeno ha conosciuto negli anni in cui ha lavorato anche lui come avvocato. Nell’identificazione del romanzo, a questo sistema corrotto e sfrenato, che peraltro non è un caso limitato solo alla Cina ma noto e diffuso anche in Italia, si aggiunge lo stile sarcastico dell’autore, rendendolo un romanzo coinvolgente e fuori dagli schemi.
*Anna D’Attilio, annadattilio[@]hotmail.it, nata a Atessa (CH) il 25/10/1988, si laurea nel 2011 in Mediazione linguistica e Comunicazione interculturale presso l’Università degli studi G. D’Annunzio di Chieti – Pescara e nel 2014 in Interpretariato e Traduzione Editoriale, Settoriale presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia. Uno stralcio della sua traduzione inedita è stato pubblicato da Caratteri Cinesi.
**Questa tesi è stata discussa presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia. Relatore: prof. Paolo Magagnin; correlatore: prof. Fiorenzo Lafirenza.
[La foto di copertina è di Federica Festagallo]