SINOLOGIE – La giustizia riparativa a Taiwan

In by Simone

A Taiwan la giustizia riparativa è tradizionalmente il modo di risolvere i conflitti. Intervista al professor Jim Sheu, dottore in Criminologia della School of Criminal Justice, State University of New York, Albany, Usa che ha condotto due indagini nazionali sulla vittimizzazione a Taiwan e, ad oggi, lavora ad un progetto sulla Restorative Justice nelle comunità taiwanesi aborigene (materiale tratto dalla tesi Restorative Justice).
Cosa pensa dell’influenza confuciana sulla moderna Restorative Justice?
Il confucianesimo può essere visto in diversi modi, ma l’idea fondamentale della filosofia confuciana è quella dell’armonia, della pace, da ciò discende che in caso di conflitto il confucianesimo chiede all’individuo di conciliarsi. Nella Cina tradizionale la mediazione ha una lunga storia.
Di fronte a un conflitto, anche riguardante la materia penale, ci si può rivolgere allo sportello di mediazione, tali istituti sono importanti e hanno successo perché in Cina ci sono comunità molto strette. Di fronte a questi casi penali minori, oltre allo sportello di mediazione ci si può rivolgere al giudice di prossimità. Per i casi più seri è necessario rivolgersi all’autorità giudiziaria per l’attività di indagine ed il giudizio. 

Ritiene che il sistema giudiziario Taiwanese sia efficace?
Bisogna tenere presente che la maggior parte delle controversie che vengono risolte con meccanismi conciliativi riguardano crimini triviali. E, in generale, la maggior parte dei casi penali a Taiwan riguardano fattispecie lievi, possiamo dire che le fattispecie penali minori coprono il 70% dei casi all’attenzione delle corti. I meccanismi di giustizia riparativa possono servire come filtro per i crimini di minore gravità, e consentono inoltre alla vittima di essere compensata per i danni subiti più rapidamente. Ma non si tratta di un semplice scambio denaro/sconto di pena, con la Restorative Justice il reo si assume la responsabilità per quello che ha fatto.

Se un criminale viene processato, condannato e sconta la sua pena, viene sanzionato ma non si assume la responsabilità per quello che ha fatto.
Alcuni affermano che la giustizia riparativa non è altro che un metodo per ottenere un trattamento sanzionatorio più lieve, ma io non credo questo, perché con il procedimento di riparazione il reo si assume la responsabilità di quello che ha fatto, attraverso il confronto, le scuse e la compensazione anche economica, e questo è più duro da affrontare di un paio di mesi di prigione. In ogni caso a Taiwan è presente anche una legge per la protezione delle vittime, che assicura un ristoro economico da parte del governo in caso di crimini gravi; ad esempio in caso di stupro la vittima può attingere a questo speciale fondo di compensazione.

La conciliazione nelle popolazioni taiwanesi aborigene
Mi sono interessato molto alla Restorative Justice fra le popolazioni aborigene di Taiwan, ho scoperto ad esempio che fino a cinquant’anni fa meccanismi conciliativi di Restorative Justice erano usati dagli aborigeni anche in caso di gravi crimini come ad esempio omicidi e stupri. Oggi invece le popolazioni indigene hanno la possibilità effettiva di accedere al sistema giuridico taiwanese, pertanto il sistema tradizionale vive un periodo di crisi, sebbene abbia trovato modo di sopravvivere quale strumento parallelo al processo istituzionale. Il capo del villaggio infatti, anche nei casi di crimini più gravi, solitamente segue attivamente lo svolgersi del processo penale e gestisce, informalmente, degli incontri fra la vittima, il colpevole e le persone a loro vicine.

Restorative Justice in fattispecie criminali “maggiori”
A Taiwan si sta affrontando in questi anni un importante dibattito per l’abolizione della pena capitale ed elevare, d’altro lato, la tutela e il supporto per le vittime dei crimini. Questa attenzione è favorevole agli istituti di conciliazione, se l’impulso alla giustizia riparativa viene dalla vittima, la possibilità di esperire il procedimento dovrebbe esserle garantita anche se si tratta di gravi casi penali. Ritengo che, nei casi penali “maggiori” il procedimento riparativo vada limitato ai casi in cui la vittima sia la prima ad essere intenzionata a dargli impulso. Allo stato attuale però Taiwan non ha ancora implementato un sistema simile e la conciliazione penale è applicabile solamente ai casi penali definiti “minori” dalla normativa.

*Riccardo Berti riccardo.berti.vr[@]gmail.com Laureato in giurisprudenza all’Università degli studi di Trento nel 2010 con tesi dal Titolo "La conciliazione penale negli ordinamenti giuridici cinese e taiwanese" valutata 110/110 con lode, nel dicembre 2011 ho partecipato al 3rd Asian Criminological Society annual meeting Taipei presentando un paper dal titolo “Xingshi Hejie: criminal conciliation in People’s Republic of China and in Taiwan”.