SINOLOGIE – La Cina e le energie rinnovabili

In by Simone

La tesi La Cina e le nuove fonti di energia alternativa secondo il Piano di sviluppo di lungo – medio termine e la Legge per le Energie Rinnovabili analizza le attuali fonti energetiche della Repubblica popolare e le sue volontà politiche a proposito di energie rinnovabili.
Il tema delle energie rinnovabili in Cina è un argomento di grande attualità sia per quanto riguarda l’importanza della ricerca di nuove fonti energetiche per un Paese in pieno sviluppo economico, come la RPC, ma anche per far fronte ad una serie di problemi, di diversa natura, in primis energetici.
Il bisogno di sviluppare un piano per la produzione di energie pulite nasce anche dalla necessità di far fronte ad una serie di difficoltà, quali il deterioramento ambientale e la scarsità di risorse energetiche. Il consiglio di Stato, nel 2005, approva la Legge per le Energie Rinnovabili, mentre due anni più tardi, nel settembre del 2007 viene presentato il Piano per lo sviluppo di medio-lungo termine delle energie rinnovabili. Tramite questi due documenti, il governo cinese si pone degli obiettivi di sviluppo che coinvolgono tutte le energie diverse da quelle derivanti dal combustibili fossili (eolica, idroelettrica, solare, ecc.), e con la Legge fissa delle norme per la regolamentazione del settore.
 
Il contesto teorico
Tra gli intenti della presente ricerca vi era la volontà di analizzare quanto gli aspetti della della sicurezza ambientale e sicurezza energetica abbiano avuto un ruolo sempre più ampio a livello internazionale, ma anche nell’arena domestica degli Stati. Dall’analisi del tema è emerso come le relazioni tra Stati si intrecciano con le questioni ambientali ed energetiche in quanto aspetti condivisi dalla comunità internazionale. L’obiettivo di proteggere l’ambiente e le risorse con il fine di ridurre il rischio di conflitti causati dalla mancanza di beni necessari agli individui è proprio della sicurezza ambientale (environmental security) e nella seconda metà del XX secolo la comunità internazionale è stata testimone di un lungo processo di maturazione che ha portato alla redazione del documento da parte della IPCC, International Panel on Climate Change, in cui si riconosce a livello globale che l’azione dell’Uomo è causa dell’attuale deterioramento ambientale. Pur non essendo realmente accettato all’unanimità e atteggiamenti di scetticismo riguardo la reale portata dell’azione umana sul cambiamento climatico siano ancora molto diffusi a livello politico, questo non ha impedito l’emergere istituzioni e organizzazioni per contrastare il problema dell’inquinamento atmosferico e per favorire, allo stesso tempo, lo sviluppo di un sistema di crescita che sia compatibile con la protezione dell’ambiente.

Ancora lontani da una condivisione dell’approccio da utilizzare per affrontare le problematiche derivanti dalle questioni ambientali e dalla questione energetica, si è giunti però alla decisione di dover delineare un sistema condiviso. I risultati sono ancora in fase di valutazione, in quanto non è facile trovare una soluzione efficace, in primo luogo, ed è ancora meno facile mettere in atto una soluzione che sia condivisa dalla totalità dei membri della comunità. Riguardo questi ultimi, nella ricerca si fa distinzione tra coloro che assumono sistemi democratici liberali e per questo, sottoposti a pressioni da parte dell’opinione pubblica e dei media e per questo si suppone, siano più attenti alle questioni ambientali. Per quanto riguarda la questione della sicurezza energetica, sono emersi problemi nella definizione del termine. Vi sono due concezioni diametralmente opposte: per la prima, le risorse energetiche si stanno essenzialmente esaurendo, la diminuzione delle riserve petrolifere sarebbe di tipo strutturale e dunque pone seri problemi all’assetto internazionale. Secondo i sostenitori di tale visione, sarebbe necessario cambiare metodo di consumo e diversificare le fonti. Al polo opposto vi è chi sostiene che alle risorse viene attribuito valore grazie alla capacità dell’Uomo di sfruttarle al fine di soddisfare i propri bisogni. Le risorse naturali sarebbero virtualmente inesauribili. La questione di definire la ‘sicurezza energetica’ diventa ancora più complessa quanto si introduce l’aspetto delle energie rinnovabili. L’energia prodotta utilizzando fonti di energia alternativa è sicuramente più pulita, ma anche più costosa. Il dilemma si pone dunque a livello economico, ma anche a livello di scelte politiche proprie di ciascun governo.
 
La sicurezza energetica, implicazioni per la RPC.
Come si legge nel piano delle energie rinnovabili 2007 tra i propositi vi è anche quello di garantire uno sviluppo economico sostenibile. Oltre alla sicurezza ambientale, la sicurezza energetica, spesso legata alla prima, riveste un ruolo altrettanto importante. La sicurezza energetica è uno dei temi prioritari nell’agenda politica della Repubblica Popolare Cinese poiché i trend di consumo e delle importazioni delle principali fonti energetiche sono fortemente cresciuti da un ventennio a questa parte, da quando la Cina si colloca da una posizione di esportatore a importatore netto nel 1993. Il termine entra a far parte della terminologia politica corrente a partire dal 2000, quando le importazioni di petrolio raddoppiano quell’anno. Nonostante vi sia un ampio uso del termine, ancora vi è confusione riguardo il contenuto. Si può analizzare la questione, considerando tre dimensioni: la sicurezza di un adeguato approvvigionamento energetico ha la funzione di proteggere gli obiettivi politici principali della leadership cinese; la seconda dimensione, riguarda il prezzo dell’energia; infine, la sicurezza energetica implica la sicurezza nel trasporto fisico delle risorse energetiche. Riguardo al primo aspetto, i principali obiettivi della leadership cinese includono la sopravvivenza e il mantenimento del potere del PCC, la crescita economica e politica della Cina nell’arena internazionale, la questione del controllo di Taiwan. Il Partito Comunista ha un forte interesse nella difesa della sicurezza energetica, soprattutto per gli approvvigionamenti di petrolio in quanto come risorsa è fondamentale per lo sviluppo economico, ma anche per la sicurezza militare. Essendo fonte di potere militare ed economico, il petrolio serve al PCC per mostrare lo status di crescente importanza della Cina nell’arena internazionale, oltre che affermare la propria legittimità.

Per quanto riguarda i prezzi delle forniture, altro aspetto su cui si modella la sicurezza energetica cinese, la condizione ottimale per il governo di Pechino è di mantenere un prezzo del petrolio che non sia né troppo alto, per permettere alle componenti chiave della società di accedere a tale risorsa, ma nemmeno troppo basso, per non avvilire la produzione delle raffinerie domestiche. Il terzo ed ultimo aspetto, la sicurezza nei trasporti delle risorse energetiche, stando alle percezioni degli analisti Cinesi, è sottoposta alla minaccia che gli Stati Uniti pongono alla RPC per la loro posizione di predominio nella regione e in particolare sulle acque antistanti la costa e per la loro legame privilegiato con Taiwan. Per diminuire la propria vulnerabilità, la RPC si rivolge ai Paesi dell’Asia centrale e alla Russia per cercare risorse energetiche, oltre che più di recente all’Africa. La motivazione che spinge il governo cinese verso le prime due aree, Asia centrale e russa, è perché queste zone vengono percepite come meno vulnerabili alla potenza degli Stati Uniti, rispetto ad altre zone, quali ad esempio il Golfo Persico. Le implicazioni della dipendenza energetica della RPC per le importazioni di energia coinvolgono la sua sicurezza nazionale e i rapporti con i Paesi fornitori.

Per quanto concerne questi ultimi, la maggior parte del petrolio importato in Cina proviene dal Medio Oriente. Per ovviare alla dipendenza totale dal Medio Oriente, segnato da instabilità politiche e probabili scenari di interruzione delle forniture, la Cina e molti Paesi dell’Asia del Pacifico Orientale si stanno rivolgendo verso nuovi Paesi fornitori. Per quanto sia una preoccupazione plausibile, un embargo di natura politica da parte del Medio Oriente nei confronti della RPC non ha mai avuto luogo negli ultimi due decenni e il rischio che questo accada del medio-lungo periodo appare attualmente molto basso. Al fine di ottenere ciò, la Cina sta strategicamente allargando il raggio degli scambi economici con i Paesi fornitori dell’area mediorientale, in modo che realizzare una rottura nei rapporti economici con la Cina si prospetti come un’opzione altamente costosa per i paesi fornitori di quest’area. La Cina sta sviluppando in Africa una rete di relazioni economiche, ma anche di natura politica e culturale, per sopperire al bisogno di materie prime. In particolare, la Cina si rivolge al Sudan, Angola e Nigeria. Se da una parte, le incertezze energetiche per la RPC provengono dall’esterno, dall’altra, vi sono problematiche che nascono nell’arena domestica. Il governo cinese si trova a dover gestire una domanda energetica crescente, a dover trovare la giusta formula per assicurare alle diverse componenti sociali il giusto approvvigionamento energetico. Il settore energetico, soggetto a importanti cambiamenti sin dalla fondazione della Repubblica, deve ancora trovare un equilibrio per la gestione di un settore che dovrà raggiungere la massima priorità nell’agenda politica, dati gli ambiziosi obiettivi della Cina.
 
La legge per le energie rinnovabili.
La Legge delle Energie Rinnovabili viene approvata nel 2005 dal Consiglio di Stato Nazionale, con il fine principale di stabilire delle regole precise sullo sviluppo e produzione delle energie rinnovabili in Cina. Entrata in vigore nel 2006, la Legge si propone degli obiettivi ben precisi: innanzitutto le energie rinnovabili entrano a far parte della strategia energetica della Cina, come è possibile leggere nell’Articolo Primo della Legge.
La Legge è stata in seguito corredata di ulteriori aggiornamenti nel 2009. I primi tre capitoli della Legge trattano della necessità di operare delle ricerche di settore e di avanzamento tecnologico per supportare lo sviluppo della produzione delle energie rinnovabili (Capitolo Secondo: Piano di sviluppo e indagine sulle risorse naturali). Il campo di azione include la totalità del territorio della RPC, prestando maggiore attenzione alle aree rurali arretrate in cui la fornitura di energia elettrica e la provvisione di risorse fondamentali per la vita quotidiana, come ad esempio l’acqua, avvengono in maniera difficoltosa e in mancanza di strutture adeguate.
 
Il Piano di Lungo – medio termine per le Energie rinnovabili.
Le prospettive future del piano sono di medio e lungo termine, rispettivamente dieci e venti anni. Il Piano di Lungo Medio Termine per lo Sviluppo delle Energie Rinnovabili viene presentato nel 2007 ed è un documento complementare alla Legge per le Energie Rinnovabili. Oltre a ribadirne gli obiettivi generali di sviluppo, il Piano è strettamente legato alla Legge perché definisce i tempi e la quantità di energia rinnovabile che la RPC intende realizzare, oltre a dare indicazioni precise sulle aree di sviluppo da potenziare. La parte di valore del Piano è la sezione predittiva, nella quale si enumerano gli obiettivi in ambito di produzione energetica e in ambito di realizzazione di obiettivi di mercato. Si tratta in entrambi i casi di obiettivi che riguardano sia la sfera domestica sia la sfera internazionale. Per quanto riguarda il primo aspetto, si tratta di risolvere problemi di fornitura per le zone rurali in cui l’approvvigionamento di energia elettrica è ancora in gran parte sottosviluppato.

Per quanto riguarda la sfera internazionale, invece, ci si riferisce ai problemi condivisi di inquinamento atmosferico, emissione di gas serra che sono alla base del deterioramento ambientale e toccano da vicino anche il territorio e la popolazione della RPC. Se da una parte, il governo cinese, si è iscritto nel paradigma internazionale per affrontare problemi condivisi cercando di realizzare un proprio metodo risolutivo, dall’altra, il governo, rivolge i propri sforzi verso l’arena domestica. La struttura del piano si compone di un’analisi della situazione mondiale della produzione di energia rinnovabile per concludersi sui traguardi raggiunti dalla RPC e sugli obiettivi che essa si pone di raggiungere fino al 2020. Per ogni tipologia di energia sono presentati dati di produzione e consumo. Segue un’analisi dei trend di sviluppo, per cui si fa una valutazione di quali siano le energie che hanno già raggiunto un buon livello di sviluppo (idroelettrica), e quali hanno ancora molto potenziale di sviluppo, come l’energia da biomasse, eolica e solare.
 
La situazione dei consumi energetici in Cina ne ha costituito l’argomento principale, insieme all’evoluzione dell’interesse per la protezione ambientale a livello governativo. I dati relativi alla situazione attuale dei consumi energetici della Cina relativi al periodo 2006-2011 mostrano un aumento nei consumi di risorse fossili tradizionali, quali petrolio, carbone, metano, insieme all’aumento dei consumi di energie da fonti alternative, idroelettrica, eolica e fotovoltaica. Dall’osservazione di tali dati si nota come la Cina abbia già iniziato a diversificare le fonti energetiche e stia cercando altresì di rispondere alla domanda interna di energia utilizzando le proprie risorse e territoriali, come lo sfruttamento dell’energia eolica nella zona cosiddetta 三北 (sanbei) o lo sfruttamento dell’energia idroelettrica nei bacini fluviali del Jinshan, del Tibet, del Sichuan e dello Yunnan. Su questa base di ordine empirico si vuole dimostrare parallelamente all’aumento dei consumi energetici, il governo cinese pubblica un piano strategico e una legge per far fronte a tale situazione. Tra i contenuti del piano, inoltre, l’intento di trovare una soluzione non solo per le problematiche energetiche, ma anche cercare un metodo di sviluppo sostenibile dal punto di vista ambientale. Il testo introduttivo in apertura del Piano cita proprio come primo argomento del cambiamento climatico, additandolo quale seria minaccia per lo sviluppo sostenibile della società globale.

Nel piano viene descritta la situazione dello sviluppo delle energie rinnovabili a livello globale e vengono citati i progressi fatti a livello mondiale per quanto riguarda la produzione di energia rinnovabile. Dalla lettura del Piano diviene dunque possibile effettuare un confronto con la situazione attuale della produzione energetica da fonti di energia rinnovabile in Cina, in modo tale da valutarne il peso nel contesto internazionale. Ne risulta un Paese con grandi potenzialità, che ha raggiunto attualmente quasi il 17% del consumo totale di energia eolica e il 19% di consumo di energia idroelettrica sul totale mondiale. Nonostante la Cina dovrà ancora affidarsi alle importazioni di petrolio nel prossimo futuro, la sua sicurezza energetica dipenderà molto dalla produzione che riuscirà a ottenere internamente e la diversificazione attraverso l’intensificazione della produzione di energie da fonti alternative diventa una delle direzioni verso le quali il governo cinese è obbligato a dirigersi.
 
*Erica Petracca, petraccaerica11[@]gmail.com, è laureata in Relazioni Internazionali (laurea magistrale) all’Università cattolica del sacro cuore e sta frequentando un corso di Pechino alla BLCU (Beijing Language and Culture University) grazie alla borsa di studio dell’Istituto Confucio.
 
** Questa tesi è stata discussa all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano: relatore prof.ssa Giuseppina Merchionne; correlatore prof. Francesco Boggio Ferraris.

[La foto di copertina è di Federica Festagallo]