A partire dagli anni ’90, gli scienziati di tutto il mondo hanno iniziato a considerare il cambiamento climatico una minaccia per la vita umana e per quella dell’intero ecosistema terrestre. Secondo l’Intergovernmental Panel on Climate Change, tra le cause del cambiamento climatico vi sono processi naturali interni, forze esterne e l’azione antropogenica che alterano la composizione dell’atmosfera. Il peso della componente antropogenica, ovvero del ruolo delle attività umane nel generare il cambiamento climatico, è stato di recente riconfermato nella sua centralità.
Mitigazione e adattamento sono le due strategie elaborate dal mondo scientifico per fronteggiare gli effetti dei cambiamenti climatici sulla vita dell’uomo. Mentre la prima mira alla stabilizzazione e alla riduzione delle emissioni di gas serra a livello globale, al fine di prevenire e attenuare la pericolosa interferenza antropogenica con il sistema climatico e per assicurare uno sviluppo sostenibile ed equo. Le misure di adattamento, sono invece finalizzate alla riduzione della vulnerabilità e all’aumento della resilienza del sistema naturale e di quello umano agli effetti dei cambiamenti climatici.
Il capitale sociale e la Cina
Le comunità umane sono necessariamente legate all’ambiente nel quale vivono e dal quale dipendono, sia per il proprio benessere biofisico che per l’accesso alle risorse. Proprio in virtù della propria socialità, le comunità umane sono in grado di creare reti di relazioni interpersonali tra individui e gruppi costruite tramite fiducia, cooperazione, reciprocità, senso comune di identità, comprensione e norme e valori condivisi. E’ questo il cosiddetto capitale sociale, di cui ancora non esiste una definizione univoca e chiara, ma che svolge un ruolo fondamentale nel determinare l’efficacia delle misure di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici formulate dai governi in tutto il mondo.
E’ provato infatti che il capitale sociale favorisca la risoluzione di problemi complessi, predisponga alla resilienza oltre ad aumentare le sinergie tra istituzioni internazionali, governi, stakeholders e società civile, migliorando la governance e l’implementazione delle politiche per il cambiamento climatico. Il capitale sociale può inoltre fungere da riferimento per supportare il processo decisionale, per valutare i progressi e le tendenze in atto, stabilire degli obbiettivi e recuperare dati statistici.
A causa delle sue caratteristiche economiche, geografiche e sociali, la Cina risulta essere un paese particolarmente vulnerabile alle conseguenze dei cambiamenti climatici. La rapida crescita demografica, l’impressionante processo di urbanizzazione determinato da massicce migrazioni, la rapida industrializzazione avvenuta senza preoccupazione per gli impatti ambientali, tutto questo espone il paese alle conseguenze negative del cambiamento climatico che nei suoi molteplici effetti e determina instabilità sociale ed economica, crisi alimentari e spreco di risorse ed energie.
Al fine di contribuire al dibattito in corso sul peso svolto dal capitale sociale nel processo di adattamento al cambiamento climatico, l’obiettivo di questa tesi è stato indagare lo stato dell’arte degli studi accademici e scientifici cinesi a tale proposito, per verificare i) se siano in linea o meno con il dibattito internazionale sul capitale sociale ii) in quale modo a questo fattore venga attribuito un peso nella definizione delle politiche per mitigazione e adattamento.
* Gloria Solini (gloriasolini@gmail.com) ha una laurea magistrale in Lingue, società e istituzioni della Cina contemporanea conseguita presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia e nutre un intenso interesse di ricerca per il ruolo del capitale sociale nel processo di adattamento al cambiamento climatico nella Cina contemporanea
** Titolo originale della tesi “Social Capital and Climate Change Adaptation in China. A Systematic Review of Assessment Systems” discussa presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia – corso di laurea magistrale in Lingue e istituzioni economiche e giuridiche dell’Asia e dell’Africa Mediterranea, anno Accademico 2018-2019. Relatore: prof. Daniele Brombal, correlatore: Angela Moriggi.