Per molto tempo lo stigma sociale e i vincoli imposti da legislazioni omofobe hanno scandito la vita della comunità omosessuale e ne hanno sancito la condanna. Solo recentemente alcuni Paesi hanno iniziato a dotarsi di strumenti volti a garantire agli individui la libertà di autodeterminarsi attraverso la propria sfera sessuale, la tutela contro la discriminazione e l’uguaglianza.
Tale approccio è il risultato di un percorso graduale il quale solitamente prende avvio con la decriminalizzazione dei rapporti omoerotici e culmina con la legalizzazione del matrimonio tra persone dello stesso sesso. In generale si parla di un divario tra gli Stati occidentali, i quali sono ad un livello piuttosto avanzato, e quelli asiatici dove, per la maggior parte, i diritti LGB (lesbiche, gay e bisessuali) sono negati o si trovano ancora in una fase embrionale.
In tale contesto è stato ritenuto di particolare interesse esaminare l’attuale situazione legale delle coppie dello stesso sesso nella RPC (Repubblica Popolare Cinese), a Taiwan e a Hong Kong, tre realtà diverse ma figlie del medesimo retaggio culturale. La ricerca, dunque, si è concentrata sull’esame, traduzione e spiegazione di leggi e sentenze in lingua originale e sull’analisi della letteratura ad esse relativa.
Una breve panoramica, esemplificativa e non esaustiva, sull’evoluzione del concetto di omosessualità e sulla normativa sviluppata nei sistemi occidentali (Capitolo I) guida l’elaborato sino a giungere all’indagine del “contesto cinese” (Capitolo II, III e IV).
Il Capitolo II introduce la relazione tra omoerotismo e la dottrina che si staglia alla base dell’architettura culturale cinese, il Confucianesimo. In seguito, spiega come un passato coloniale e una forte occidentalizzazione abbiano portato Taiwan e Hong Kong ad una evoluzione simile nella tutela e nel riconoscimento dei diritti LGB ma in netto contrasto con la RPC, in cui il partito-Stato limita ancora la libertà degli omosessuali adottando un approccio noto come politica dei “tre no” (sanbu 三不): “non incoraggiare, non ostacolare e non promuovere” (bu zhici, bu fandui, bu tichang 不支持,不反对, 不提倡). Attraverso l’indagine del rapporto istituzioni–censura e istituzioni–attivismo si evidenzia le peculiarità di ciascun governo nell’affrontare la questione dell’omosessualità.
Il Capitolo III prende in esame le coppie dello stesso sesso nel diritto della RPC. Analizzando le leggi che fanno parte del diritto di famiglia – matrimonio, divorzio, adozione, successione, violenza domestica, riproduzione artificiale – risulta che la RPC omette il discorso dell’omosessualità. Gli omosessuali, quindi, a causa della pressione sociale e spinti dalla volontà di avere accesso ai benefit che il matrimonio garantisce, si trovano spesso costretti ad impegnarsi in “matrimoni cooperativi” o nei cosiddetti pianhun (骗婚 “matrimoni ingannevoli”). Inoltre, la censura agisce anche nelle cause di divorzio dove le denunce degli atti di bigamia commessi da uno dei coniugi con un individuo dello stesso sesso spesso vengono ignorate dai giudici. Alle coppie dello stesso sesso non è neanche consentito adottare né accedere alle tecniche di riproduzione artificiale. Mentre, per ciò che concerne la tutela, i partner coinvolti in una relazione omosessuale sono stati esclusi dalla recente legge contro la violenza domestica. Tuttavia, si può osservare che due disposizioni, una contenuta nella legge sulla successione e l’altra nell’art. 33 dei Nuovi Principi Generali del Codice Civile (Minfa zongze 民法总则) relativa al sistema di tutela intenzionale (yiding jianhu 议定监护), consentono ai partner dello stesso sesso di stipulare degli accordi in modo tale da vedersi salvaguardati una piccola serie di interessi.
Il Capitolo IV presenta il processo di legalizzazione delle coppie dello stesso sesso in atto a Taiwan e a Hong Kong. Per quanto riguarda la prima è stato esaminato l’iter legislativo e la sentenza pronunciata dallo Yuan giudiziario che hanno portato alla promulgazione nel 2019 dell’Enforcement Act n. 748 (Sifayuan shi zi di qisiba hao jieshi shixing fa 司法院釋字第七四八號解釋施行法) il quale ha legalizzato le unioni omosessuali. Ciò ha rappresentato un successo parziale per gli attivisti e la comunità LGB poiché la legge non ha comunque consentito di raggiungere l’uguaglianza alle coppie dello stesso sesso rispetto a quelle di sesso opposto. Tra i principali punti sotto accusa figurano: l’impossibilità di adottare congiuntamente, il divieto di sposare una persona dello stesso sesso proveniente da uno Stato in cui il matrimonio omosessuale non è legalizzato e la questione relativa terminologia utilizzata per indicare tali unioni e coloro che le istituiscono.
In relazione a Hong Kong il capitolo presenta i punti salienti del Domestic Violence Ordinance e dell’Electronic Health Record Sharing System Ordinance che hanno portato ad una significativa estensione della tutela nei confronti dei partner dello stesso sesso. Infine, l’analisi di quattro sentenze emblematiche per il riconoscimento delle unioni omosessuali (W v. Registrar of Marriages, Leung Chun-Kwong v. Direct of Immigration, QT v. Director of Immigration, Infinger Nick v. Hong Kong Housing Authority) supporta la tesi di una positiva trasformazione normativa che sta avvenendo nel campo dei diritti LGB dell’ex-colonia britannica.
di Eleonora Bitocchi
Titolo della tesi di laurea- Il riconoscimento delle coppie dello stesso sesso: una comparazione tra RPC, Taiwan e Hong Kong
Relatore – Prof. Renzo Riccardo Cavalieri
Correlatrice – Prof.ssa Sara D’Attoma
Anno Accademico – 2019 / 2020