Cao Wenxuan 曹文轩 è uno degli scrittori cinesi di letteratura per l’infanzia più famosi e tradotti degli ultimi anni, oltre ad essere studioso e professore di lingua e letteratura cinese presso l’Università di Pechino e vicepresidente dell’Associazione degli Scrittori di Pechino. Cao ha raggiunto il picco della notorietà quando è stato proclamato vincitore del prestigioso premio Hans Christian Andersen 2016, considerato il premio Nobel per la letteratura dell’infanzia, diventando così il primo scrittore cinese a vantare questo importante riconoscimento. L’autore si distingue per il suo particolare concetto di estetica applicato alla letteratura per l’infanzia, in cui “divertire” non è lo scopo principale delle opere.
Secondo Cao, infatti, l’obiettivo della letteratura per l’infanzia deve essere quello di plasmare il futuro carattere della nazione offrendo ai propri giovani lettori una forte base di umanità che viene coltivata nei più piccoli attraverso la narrazione di storie filtrate dal particolare punto di vista dei bambini. A loro va infatti il merito di vedere e sentire ciò che gli adulti ormai ignorano. La prospettiva dei più piccoli rappresenta, infatti, uno dei pilasti su cui Cao Wenxuan ha costruito la propria estetica. Sebbene le opere dell’autore non si possano definire opere di letteratura per l’infanzia nel senso tradizionale del termine, il punto di vista di bambini e ragazzi è una delle scelte che porta alla formazione del suo ideale estetico, in cui l’innocenza dei più piccoli e i loro pensieri semplici e naturali donano alla narrazione le caratteristiche poetiche che contraddistinguono le sue opere.
L’elaborato, diviso in cinque parti, è incentrato su una proposta di traduzione di alcuni capitoli provenienti da una serie di sette libri pubblicata nel 2012 e intitolata Dingding Dangdang 丁丁当当. La scelta di proporre la traduzione di parte dell’opera scaturisce dalla personale passione dello scrivente nei confronti della traduzione di opere letterarie, intesa come un processo fondamentale per avvicinare in modo immediato due culture e due mondi molto diversi tra loro. Nel caso della traduzione di un’opera cinese in lingua italiana, le sfide a cui un traduttore è sottoposto sono maggiori e più avvincenti, rendendo così il processo traduttivo un vero e proprio studio del divario tra due lingue e culture così diverse tra loro. Spesso, ciò che non si conosce viene definito come “altro”, “diverso” da noi e per questo troppo lontano per entrarvi in contatto.
In questo contesto, quindi, la traduzione gioca un ruolo fondamentale poiché è in grado di presentare e avvicinare immagini e colori che altrimenti verrebbero ignorati, perdendo così una preziosa opportunità di arricchimento interiore. Inoltre, la proposta di traduzione di quest’opera nasce dal fatto che non esistono sue versioni tradotte o studi approfonditi sul suo contenuto e sulle sue peculiarità (né in cinese né in qualsiasi altra lingua), come avvenuto invece nel caso di Qingtong Kuihua 青铜葵花 (Girasole) o Cao fangzi 草房子 (La scuola dal tetto di paglia), opere che hanno permesso all’autore di essere conosciuto non soltanto in Cina ma anche nel resto del mondo. L’opera in questione è stata altresì inclusa dall’ IBBY (International Board on Books for Young People) nella lista “2015 IBBY Outstanding Books for Young People with Disabilities”. Ogni due anni, infatti, l’IBBY sceglie i libri migliori per e su bambini e giovani affetti da disabilità, richiamando l’attenzione su opere pubblicate in tutto il mondo, in un’ampia varietà di lingue e formati, che affrontano esigenze e situazioni speciali e che incoraggiano l’inclusione a tutti i livelli.
Il primo capitolo di questo elaborato ruoterà attorno allo sviluppo nel tempo del concetto di letteratura per l’infanzia in Cina, partendo dagli albori dell’età imperiale per arrivare ai giorni nostri. Attraverso un’analisi dell’evoluzione del ruolo dell’educazione e della figura del bambino in questo ampio arco temporale, verranno messi in risalto i cambiamenti della visione del bambino e del suo ruolo all’interno del panorama sociale cinese, dove veniva visto alla stregua di un “piccolo uomo immaturo” privato di tutte quelle caratteristiche che lo contraddistinguono. In particolare, verranno approfonditi maggiormente i notevoli contributi alla letteratura cinese per l’infanzia di personaggi come Lu Xun e Zhou Zuoren, veri promotori di questo ampio genere letterario grazie ai numerosi studi dal punto di vista sociale e psicologico.
Il secondo capitolo sarà incentrato sulla figura di Cao Wenxuan. Attraverso l’approfondimento di fattori extra-testuali, come riferimenti biografici relativi al periodo della sua infanzia (primaria fonte di ispirazione per il suo personale processo di produzione letteraria), verranno analizzate più in dettaglio le peculiarità del suo pensiero concernenti il concetto di letteratura e letteratura per l’infanzia. Verranno, quindi, esaminati gli obiettivi che secondo l’autore dovrebbero essere raggiunti in ambito letterario, con particolare riferimento alla narrativa per ragazzi. Verrà, altresì, approfondito il ruolo della crescita all’interno dei suoi romanzi, ricollegabile agli obiettivi da lui individuati per la letteratura dell’infanzia. Infine, una breve sezione sarà dedicata alla presentazione dell’opera che rappresenta la proposta di traduzione presente nel quarto capitolo.
Il terzo capitolo, nonché nucleo dell’elaborato, si svilupperà intorno al concetto di estetica di Cao Wenxuan. Nello specifico, verranno analizzati tutti quegli elementi all’interno delle sue opere che concorrono alla formazione di tale concetto: la descrizione dettagliata del paesaggio, l’importanza dei colori, il ruolo dell’acqua all’interno delle narrazioni, il concetto di sofferenza e la sua funzione nella produzione letteraria, la particolare prospettiva dei bambini e le peculiarità del linguaggio utilizzato, ricercato e semplice allo stesso momento. Tutti questi elementi, infatti, originano “bellezza”, che secondo l’autore è l’obiettivo cui deve puntare qualsiasi tipo di letteratura e, in particolare, quella dedicata ai più piccoli, dal momento che si tratta del tassello fondamentale nella creazione della loro formazione spirituale. La letteratura, secondo l’autore, è infatti l’ambiente in cui la bellezza può essere espressa nella maniera più efficace; non si tratta semplicemente di bellezza esteriore come quella dei vestiti, del carattere di una persona, delle opere letterarie, ecc., i cui standard hanno subìto notevoli cambiamenti nel corso dei secoli, quanto piuttosto di una virtù interiore che potremmo provare guardando negli occhi nostro padre o i nostri cari. In questo caso, secondo l’autore, si tratta di un tipo di bellezza che non risente del tempo e che rappresenta il vero valore della letteratura.
Il quarto capitolo sarà dedicato alla proposta di traduzione di otto capitoli. Nello specifico si tratta dei primi quattro capitoli del primo libro della serie, intitolato Dingding Dangdang: heichi baichi 丁丁当当:黑痴白痴 (Dindin Dandan: tonto più tonto), e dei primi quattro capitoli del settimo e ultimo libro della serie, intitolato Dingding Dangdang: Mayixiang 丁丁当当:蚂蚁象 (Dindin Dandan: Formicante). Trattandosi di una serie di sette libri, si è deciso di tradurre tali capitoli al fine di garantire un certo grado di continuità alla narrazione e cercare di mantenere ordine scegliendo la parte iniziale e quella finale della storia, altrimenti troppo lunga. Il quinto e ultimo capitolo di questo elaborato, infine, verterà sul commento traduttologico in cui verranno evidenziate le caratteristiche del prototesto e del metatesto al fine di esplicitare la macrostrategia traduttiva che ha governato le scelte del traduttore sui vari livelli del testo. Verranno, quindi, individuati la tipologia testuale a cui appartiene il prototesto, il lettore modello del testo di partenza e del testo d’arrivo, dominante e sottodominante: tutti elementi che concorrono alla scelta della macrostrategia traduttiva. In particolare, verranno analizzati con maggiore attenzione i problemi più grandi riscontrati durante il processo traduttivo, giustificando puntualmente ogni scelta del traduttore.
Il lavoro di traduzione svolto in questa tesi, pertanto, ha tentato di non scalfire l’intento e gli obiettivi dell’autore ma allo stesso tempo di rendere il testo il più vicino possibile al lettore del testo di arrivo. Ragion per cui il lavoro maggiore è stato svolto a livello lessicale, tentando di eliminare ogni riferimento al pinyin di nomi propri, soprannomi e toponimi al fine di evitare un effetto di straniamento nel lettore del testo d’arrivo e adattando le numerose figure onomatopeiche alla struttura della lingua italiana. Infine, dopo una breve sezione dedicata alle conclusioni dell’elaborato, verrà riportata in appendice l’intervista integrale (in cinese e in italiano) effettuata dallo scrivente a Cao Wenxuan il 6 gennaio 2018 presso il Wenjin International Hotel di Pechino. Tale intervista ha rappresentato una preziosa fonte di ispirazione per la stesura di questo elaborato poiché ha permesso una conoscenza migliore dell’autore, sia come persona che come scrittore, e approfondire tematiche relative alla sua produzione letteraria che ancora non erano state affrontate
*Manuel Recchia (manuelrecchia993@gmail.com), siciliano di Ragusa, si è laureato in Lingue e Civiltà dell’Asia e dell’Africa mediterranea, con specializzazione sulla Cina, presso l’università Ca’Foscari di Venezia. È un traduttore dal cinese e promotore della letteratura cinese in Italia. Ama viaggiare e ha la passione ardente della lettura e della scrittura.
**Questa tesi è stata discussa presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia nell’anno accademico 2018/2019. Relatore: Paolo Magagnin.