Oltre all’analisi di questi temi, questo lavoro fornisce un contributo agli studi inerenti al ruolo attivo degli utenti cinesi e ai nuovi metodi escogitati per far sentire la propria voce. In particolare verrà trattato il tema dell’attivismo femminista, un fenomeno estremamente in crescita negli ultimi anni nel territorio cinese, che per la sua dedizione e il suo successo ha attirato l’attenzione delle autorità. La scelta di questo tema è mossa dalla curiosità di comprendere quanto la censura operata dal governo sia limitante nel favorire lo sviluppo di un’opinione pubblica e in che modo gli utenti provino a raggirare i blocchi imposti.
Alla luce di questo interrogativo, l’obiettivo che l’elaborato si é preposto è quello di analizzare la situazione di internet in Cina non solo dal punto di vista del controllo, dell’aspetto censorio e repressivo sulla quale si concentrano la maggior parte degli studi occidentali, ma anche di osservare la parte più dinamica e vivace della rete. In questo modo é possibile comprendere quali meccanismi creativi vengono adoperati dagli utenti per aggirare quel consistente e capillare insieme di espedienti atti a proteggere e limitare la circolazione delle informazioni e la creazione di dibattiti pubblici all’interno del territorio cinese.
Il primo capitolo si sviluppa attorno al discorso sull’espansione di internet nella società cinese, al suo utilizzo tra i vari strati della popolazione e alla sua natura contraddittoria in bilico tra libertà e restrizione. Grazie all’ultimo rapporto statistico ufficiale pubblicato dal CNNIC (China Internet Network Information Center) a luglio 2017, è possibile delineare lo stadio di sviluppo della rete e le caratteristiche dei suoi utenti. Tramite lo studio della letteratura cinese, che ci permette di assumere una prospettiva de-occidentalizzata, trapelano le difficoltà e i timori che la Cina sta affrontando nel suo percorso di rafforzamento e di approccio alle nuove tecnologie. Proprio su questo approccio alle tecnologie dell’informazione si concentra l’ultima parte del capitolo, che presenta le caratteristiche della rete basate sulla documentazione ufficiale relativa al discorso tenuto dal presidente Xi Jinping in occasione della conferenza mondiale su internet alla fine del 2016. Durante lo studio di suddetto discorso, verranno approfondite cinque peculiarità della rete in Cina che permettono di comprendere la politica e il pensiero di Xi Jinping, non solo nell’ambito delle tecnologie dell’informazione ma anche nei suoi rapporti con il resto del mondo: apertura (kaifang 开放), sicurezza (anquan 安全), cooperazione (hezuo 合作), pace (heping 和平) e ordine (youxu 有序).
Nel secondo capitolo vengono presentate le misure concrete attuate dal governo per favorire il controllo e la sicurezza della rete. In prima battuta verranno descritti gli organi statali che si occupano della gestione del cyberspazio e successivamente si analizzeranno le misure e le tecniche stabilite dagli organi competenti per gestire la circolazione delle informazioni e soddisfare i dettami del partito. Il terzo capitolo mette in luce l’altra faccia della medaglia, ovvero la parte attiva della rete in Cina. A causa di una letteratura occidentale prettamente focalizzata sull’aspetto repressivo, spesso siamo portati a cadere nell’errore di credere che la rete in Cina sia uno spazio statico e privo di qualsiasi forma di espressione online. Infatti, una consistente porzione di studi verte perlopiù sull’osservazione della censura, in quanto è l’aspetto più evidente. Verrà quindi dimostrato come lo spazio online sia prospero e in continuo fermento; la vitalità della rete non si riverbera solo nell’abbondanza di piattaforme mediatiche in grado di andare incontro ai bisogni di un’utenza cinese sempre più esigente, ma la ritroviamo anche negli stessi utenti che, percependo le potenzialità comunicative di internet e dei suoi servizi, si sentono più motivati e positivi nel ricercare alternative efficaci per dare voce ai propri pensieri.
Ecco allora che nascono nuove forme di partecipazione online e nuovi linguaggi 2.0 che permettono di esprimersi, nonostante la censura.
Per concludere, il quarto capitolo mostrerà come internet e i social network abbiano favorito l’ascesa dell’attivismo online. Verrà preso in esame il caso dell’attivismo femminista poiché si tratta di un fenomeno in forte espansione che negli ultimi anni ha conquistato l’attenzione dei media cinesi e del governo. Grazie a un efficace utilizzo di internet e dei social network, le attiviste femministe mettono a conoscenza un ampio numero di utenti delle attività intraprese, con l’obiettivo di sensibilizzare la popolazione sull’uguaglianza di genere. Pertanto, in questo capitolo verrà mostrato ciò che le attiviste femministe cinesi hanno fatto, e continuano a fare, nel concreto negli ambienti online per far valere i propri diritti in un paese come la Cina con una forte impronta patriarcale.
* Michela Catalano,26 anni laureata in Comunicazione Interculturale alla Bicocca di Milano e con una Magistrale in Lingue e Culture per la Comunicazione e la Cooperazione Internazionale presso l’Università degli studi di Milano, ha vinto una borsa di studio semestrale dell’Istituto Confucio, che le ha dato la possibilità di studiare alla 华中科技大学 di Wuhan. Rientrata dalla Cina, lavora come Chinese speaker refunder presso Global Blue.
** Titolo della tesi “Internet in Cina tra controllo e attivismo durante il primo mandato di Xi Jinping“, tesi discussa presso la facoltà di Scienze della Mediazione Linguistica e Culturale dell’Università di Milano Anno accademico 2016/2017.