La tesi Le minoranze etno-linguistiche e i territori contesi tra India e Cina: il caso dell’Arunachal Pradesh o Tibet meridionale descrive la varietà linguistica che caratterizza questa regione e analizza l’influenza che ha avuto sulla complessa situazione politica e sociale di tale territorio conteso.
L’area geografica del Sud Est asiatico nota in India con il nome di Arunachal Pradesh (अरुणाचल प्रदेश), e conosciuta in Cina con la denominazione di Tibet Meridionale (in cinese Zangnan, 藏南), è contesa tra le due più grandi super potenze asiatiche del XXI secolo. Dal punto di vista di Delhi, infatti, è il più orientale dei sette Stati che compongono la regione del Nord Est dell’Unione Indiana, dal punto di vista di Pechino, è invece la parte meridionale della Regione Autonoma del Tibet (西藏自治区). L’obiettivo di questa tesi, è descrivere l’estrema varietà linguistica che caratterizza questa regione e analizzare che tipo di influenza ha avuto la suddetta varietà linguistica sulla complessa situazione politica e sociale di tale territorio conteso.
Il 20 Ottobre 2012, è ricorso il cinquantesimo anniversario dell’inizio del conflitto sino-indiano, da cui dipende la disputa territoriale che tutt’oggi interessa l’area dell’Arunachal Pradesh / Zangnan. Le origini di questo conflitto possono essere rintracciate nella fase della colonizzazione britannica dell’India. Nel 1914, fu infatti delineata la Linea MacMahon, durante una conferenza tenutasi a Śimla. Questa linea, situata nella propaggine sud-orientale della catena himalayana, nel progetto britannico, avrebbe dovuto delimitare il confine tra l’India e il Tibet indipendente, governato dal Dalai Lama. Il Tibet, in questo modo, avrebbe mantenuto la funzione di stato cuscinetto, separando i territori del Raj britannico da quelli amministrati dal Governo cinese. Nelle intenzioni dei funzionari inglesi, inoltre, il Tibet avrebbe dovuto tenere lontana l’avanzata dei russi, il cui potere era molto temuto dai colonizzatori britannici.
Il delegato cinese a Śimla, però, rifiutò di accettare l’accordo territoriale proposto dai britannici, lasciando la conferenza prima del termine dei lavori e rifiutando di tornare al tavolo delle trattative. Nonostante ciò, la cosiddetta Convenzione di Śimla fu firmata dal delegato britannico e da quello tibetano. A Śimla, approvando la Linea MacMahon, i britannici, di fatto, decisero il nuovo assetto geopolitico della zona del Sud Est asiatico, stabilendo il loro controllo su ampie zone che, attualmente, fanno parte del Nord Est indiano.
Nel 1947, poi, quanto l’India si dichiarò indipendente, ufficializzò unilateralmente il suo confine lungo la linea MacMahon e, sia nell’ultima fase del colonialismo sia nella prima d’indipendenza indiana, la gestione di questa zona fu assegnata a un’agenzia governativa appositamente designata, la NEFA (North East Frontier Agency).
Le trattative per una risoluzione pacifica della contesa, che interessava, oltre il settore orientale, ovvero l’Arunachal Pradesh, anche un settore occidentale, ovvero l’Aksai Chin, avvennero principalmente tra il Ministro degli Esteri cinese Zhou Enlai ed il Presidente indiano Jawaharlal Nehru, ma furono sostanzialmente infruttuose. Nel 1962, dunque, scoppiò un conflitto armato che coinvolse tutto il confine sino-indiano e che si concluse con la vittoria cinese.
A prescindere dal successo militare, la parte cinese scelse di mantenere lo status quo lungo la linea contestata, ritirandosi immediatamente al di là della linea di confine. Da quel momento, nulla fu effettivamente definito in merito alla questione dell’Arunachal Pradesh / Zangnan. Le due superpotenze asiatiche coinvolte in esso, però, hanno stabilito che questa contesa non debba interferire nei rapporti che intercorrono tra loro in altri ambiti politici e, soprattutto, nelle relazioni economiche.
La popolazione dell’Arunachal Pradesh / Zangnan è estremamente variegata e ha al suo interno numerosissime minoranze tribali, prevalentemente di etnia tibeto-birmana. La cultura locale ed etnica presente in questa regione diverge profondamente dalle culture “centrali” dell’India e della Cina, provocando controversie sia nell’ambito dell’integrazione, che sfociano spesso in pregiudizi razziali, sia nella caratterizzazione del sentimento identitario della popolazione, che, storicamente, ha avvertito un forte senso di estraneità rispetto alle amministrazioni politiche sul territorio.
La diversità linguistica delle numerosissime minoranze etniche dell’Arunachal Pradesh / Zangnan è una caratteristica fondamentale di questo territorio e contribuisce a frazionarne la popolazione in piccolissimi gruppi, rendendo ostica non solo la costruzione di un’identità comunitaria che trascenda i limiti dei singoli gruppi, ma anche la possibilità di dare voce a chi da decenni vive in un’area conflittuale.
I locali dell’Arunachal Pradesh / Zangnan soffrono, dunque, di una mancanza di mezzi comunicativi attraverso cui rendersi comprensibili e, quindi, visibili, ad un ampio pubblico. La situazione è inoltre aggravata dai suddetti problemi integrativi della popolazione e dalle politiche amministrative e per lo sviluppo riguardanti la popolazione tribale e nomade fortemente dibattute.
Nel caso della zona himalayana dell’Arunachal Pradesh / Zangnan, la varietà etno-linguistica e culturale delle comunità non è stata del tutto stata tenuta presente, a livello governativo, nella redazione di agende programmatiche riguardanti le politiche di formazione e di tutela dell’identità previste per numerosi gruppi tribali.
Le strategie di rappresentazione e riconoscimento delle lingue e delle culture tribali esistenti, infatti, devono essere comprese con riferimento al contesto storico in cui si inseriscono, vista la complessità che si presenta nell’applicare criteri per attribuire una classificazione e una denominazione a queste lingue e culture e viste anche le contraddizioni che compromettono l’efficienza delle strategie enumerative adottate nella classificazione delle lingue minoritarie, ad esempio trascurando quelle lingue che non raggiungono un determinato numero di parlanti.
Non a caso, nel dibattito sulle identità etniche, diversi movimenti del Nord Est indiano a favore dei diritti culturali dei gruppi tribali, hanno enfatizzato fortemente il valore della dimensione etno-linguistica. Del resto, la tematica della diversità linguistica, nell’ambito delle rivendicazioni culturali delle minoranze etniche, ha un ruolo fondamentale anche a nord del confine disputato tra India e Cina, ad esempio, nell’ideologia che anima le proteste studentesche contro le politiche educative attuate dal Governo cinese, nella Regione Autonoma del Tibet ed in altre zone del Sud Ovest cinese, verificatesi soprattutto nel 2010.
La questione delle lingue tribali e minoritarie non è solo inerente alla preservazione delle stesse, causa per cui sia il Governo cinese che quello indiano hanno attuato delle specifiche politiche, con le relative controversie, ma riguarda anche la questione dell’integrazione dei parlanti delle lingue minoritarie negli Stati di appartenenza, che solleva problematiche complesse, quali la discriminazione degli appartenenti a gruppi etnici minoritari, la creazione di pregiudizi e, non di rado, il verificarsi di episodi di razzismo e violenza. In particolar modo, è importante considerare, oltre all’obiettivo della sopravvivenza delle lingue-culture locali e minoritarie, l’effettiva possibilità di utilizzo di queste lingue, non solo nella sfera privata, ma anche in quella della vita pubblica, comunitaria e amministrativa.
La complessità della situazione linguistica in Arunachal Pradesh / Zangnan, oltre ad essere connessa a un panorama culturale che influisce sulla disputa politica che riguarda l’area, determina anche, per vaste fasce di popolazione tribale, una mancanza di disponibilità di efficaci mezzi di comunicazione con il mondo esterno e di espressione delle proprie opinioni in uno spazio che possa essere visibile ad un ampio pubblico. In un’area che ha recentemente vissuto la ricorrenza del cinquantesimo anniversario di un conflitto che non ha ancora avuto una definitiva risoluzione, questo grava molto sulla condizione della popolazione che, da lungo tempo, abita zone militarizzate e si trova a dover fronteggiare una situazione di tensione internazionale / transnazionale.
Una situazione in cui influiscono le barriere linguistiche peculiari del contesto dell’Arunachal Pradesh /Zangnan, è la ricezione, da parte dell’opinione pubblica, delle informazioni riguardanti gli sviluppi della situazione politica relativa alla frontiera contesa. Dalla parte indiana, ad esempio, fin dai tempi della presidenza di Nehru (inclusa la fase di conflitti armati del 1962), era chiaro che le dichiarazioni governative, soprattutto per quanto riguardava il ruolo dello stesso Presidente, mancassero di attendibilità. Emerge, inoltre, dai discorsi del Presidente Nehru, lo stereotipo dell’aggressività della parte cinese, che ha interferito, nella fase di trattative, con le negoziazioni e con politiche governative indiane. E’ tuttavia estremamente difficile reperire dirette testimonianze e riscontri da parte della popolazione locale, senza effettuare un lungo periodo di studi sul campo.
Un altro caso in cui influisce la diversificazione culturale nell’area è l’ambito della documentazione geografica e cartografica valutata ai fini della risoluzione della disputa sino-indiana, in cui difficilmente sono pervenuti dati accertati da entrambe le parti. Prima del conflitto del 1962 sono state condotte indagini sul territorio e sono state presentate, dai due Stati, mappe storiche che dovevano essere valide ai fini della contrattazione. Non in tutti i casi sono stati resi disponibili i dati emersi dalle indagini sul campo.
Per quanto riguarda la cartografia, invece, la maggior parte della documentazione fornita non è stata ritenuta utilizzabile da entrambe le parti, e la percezione cinese e indiana delle proprie tradizionali sfere d’interesse si sovrappone in alcune aree. A questo riguardo, è opportuno considerare anche il ruolo della confluenza di influenze culturali indiane e cinesi, peculiare della zona himalayana, che rende difficile la delimitazione di distinte aree culturali, e che è stata anche un obiettivo di strategie come la “Forward Policy” indiana e le politiche di dislocazione della popolazione cinese di etnia han nella Regione Autonoma del Tibet.
Ancora oggi, il tema della definizione di mappe geopolitiche dell’Arunachal Pradesh / Zangnan non ha trovato risoluzione. Lo dimostra il fatto che, grazie agli accordi governativi con il motore di ricerca Google, il territorio è delimitato all’interno dei confini indiani nelle mappature di Google Maps disponibili agli utenti internet che si trovano in India; per chi è connesso da quasi tutto il resto del mondo, invece, l’area è segnalata, come “regione contesa” e delineata da una linea tratteggiata; mentre, nella versione di Google Maps accessibile nella rete cinese, il Tibet Meridionale fa parte della Repubblica Popolare.
Infine, non si può escludere l’influenza delle barriere linguistiche nella poca visibilità e chiarezza, a livello internazionale, che le informazioni relative a questo conflitto ricevono. Ad esempio, il 30 Ottobre 2012 si è verificato un incidente internazionale nell’area di Tawang, dove sono entrati in contatto jet appartenenti alla flotta cinese e a quella indiana. Le notizie relative all’accaduto, messe a disposizione dalla parte indiana e da quella cinese, sembrano fornire visioni contrapposte rispetto alla legittimità delle relative postazioni. Considerando che, nella società attuale, l’opinione pubblica è profondamente influenzata dalla ricezione di notizie attraverso i media, la diversificazione della possibilità di accesso alle notizie, da parte degli utenti, a seconda dei singoli contesti linguistici, potrebbe avere un effetto sugli esiti della disputa.
Nell’Aprile del 2012, l’ex generale e attuale governatore dell’Arunachal Pradesh, Joginder Jaswant Singh, ha ribadito che la situazione lungo la frontiera non era prossima ad una fase di scontro e ha rievocato la possibilità di una pragmatica contrattazione con la parte cinese, auspicando il “risveglio” di un sentimento che egli definisce “identità arunachali”. Ma un tale sentimento identitario è un concetto che presenta le sue difficoltà di caratterizzazione soprattutto per le ragioni della sua composita natura nell’ambito dell’identità culturale e nel campo linguistico.
Inoltre, bisogna tenere presente, se si parla di “identità arunachali” nel contesto indiano, i problemi integrativi della popolazione del Nord Est nella stessa Nazione indiana e riflettere sul fatto che, solo nel 1950, il Ministro degli Interni Sardar Vallabhbhai Patel, in una lettera a Nehru, comunicando a quest’ultimo le sue preoccupazioni riguardo alla minaccia di uno scontro lungo il confine cinese, scriveva, riguardo alle aree tribali di quello che all’epoca era lo Stato dell’Assam, che “lo stato indefinito della frontiera e l’esistenza dalla nostra parte di una popolazione che ha le sue affinità con i tibetani o con i cinesi ha tutti gli elementi di un possibile disastro tra la Cina e noi”. Sarebbe dunque opportuno, in una tale situazione, che emergesse più definitamente l’opinione della popolazione dell’Arunachal Pradesh/Zangan riguardo alla nozione di “identità”.
In conclusione, la situazione geopolitica precaria che si presenta attualmente in Arunachal Pradesh / Zangnan, è metafora degli odierni rapporti tra Cina e India: i due Paesi cooperano con successo a livello economico, ma devono anche gestire la rivalità storica e le ambizioni attuali il più pacificamente possibile. La possibilità di evoluzione di un conflitto tra due Nazioni che hanno subito, con il progresso economico, un grande sviluppo dell’apparato militare e dell’arsenale nucleare, può avere una portata globale. Anche se, considerati i reciproci interessi economici nell’area da parte sia indiana sia cinese, si può escludere una complicazione delle tensioni di tale portata, resta tuttavia di fondamentale importanza cercare di fare maggiore chiarezza sull’effettivo evolversi della disputa sull’Arunachal Pradesh / Zangnan.
*Emilia Maria Pezzini emiliamariapezzini[@]gmail.com nasce a Roma l’11/01/1991. Nel 2009, dopo aver frequentato il quarto anno di scuola superiore a Melbourne, si diploma presso il Liceo Ginnasio Statale E. Q. Visconti di Roma. Nel 2012 consegue una Laurea in Lingue e Civiltà Orientali presso La Sapienza. Attualmente cura una rubrica settimanale interamente dedicata al mondo cinese sulla testata online dailySTORM.
** Questa tesi è stata presentata all’Università degli Studi di Roma La Sapienza: relatore prof. Federico Masini. La prof.ssa Mara Matta, inoltre, ha collaborato a seguire la studentessa dal lavoro di ricerca alla stesura della tesi.