3.1. Formazione dell’estetica all’interno delle opere principali
Il termine “estetica” ha origine dal greco αἴσθησις che significa “sensibilità”, “capacità di sentire”, “capacità di percepire attraverso la mediazione del senso” e in origine indicava l’aspetto della conoscenza che riguardava l’uso dei sensi. Nel XVII secolo, il filosofo tedesco Alexander Gottlieb Baumgarten (1714-1762) pubblicò la sua opera più importante, intitolata Aesthetica (1750), in cui egli indicò l’esperienza del bello, della produzione e dei prodotti dell’arte come la scienza della conoscenza sensibile. Successivamente, questa divenne una vera e propria scienza che determina i caratteri del bello nelle produzioni della natura e dell’arte, includendo di conseguenza anche la letteratura. Riassumendo, con il termine “estetica” si indicano tutte quelle percezioni e creazioni del bello che hanno origine in ogni aspetto della nostra vita e che, secondo Cao Wenxuan, si esprime con maggiore intensità con la produzione artistica e, più precisamente, con la letteratura.
Come già illustrato nel capitolo precedente, il valore estetico e la bellezza rappresentano un nucleo fondamentale per Cao Wenxuan, in quanto si tratta di due virtù che si trovano in molti aspetti della nostra vita quotidiana e che spesso vengono messe in secondo piano a favore della forza della conoscenza o del pensiero. Lo stesso autore afferma che si tratta di un concetto complesso e ricco di sfaccettature, che non si limita semplicemente alla bellezza esteriore. L’essenza della letteratura, quindi, risiede nel gusto estetico e la letteratura per l’infanzia dovrebbe far emergere nei bambini un sentimento guidato dalla bellezza, tassello fondamentale per creare la loro base spirituale. Se si analizza la sua particolare produzione letteraria, questa mostra un mondo visto dalla prospettiva dei bambini attraverso un elegante linguaggio poetico e la capacità di generare pathos nel lettore. I paragrafi successivi saranno incentrati sui principali aspetti che concorrono alla formazione del concetto di estetica dell’autore.
3.2. Elementi estetici
Molti sono gli aspetti che contraddistinguono le storie e lo stile di Cao Wenxuan: da quello che potrebbe sembrare un semplice elemento contenutistico come la presenza costante dell’acqua, al concetto di sofferenza all’interno di storie rivolte a bambini, per poi passare alla descrizione dettagliata del paesaggio, al linguaggio semplice, elegante e ricercato, alla percezione estetica, alla purezza dei racconti, alla prospettiva dei bambini, ma soprattutto alla singolarità delle proprie storie, in quanto egli non reputa sé stesso un classico autore di letteratura per l’infanzia.
3.2.1. La funzione dell’acqua e del paesaggio nei racconti di Cao Wenxuan
Cao Wenxuan, nella sua opera Tongnian 童年 (Infanzia) del 1998, scrisse:
La mia anima non sarà mai arida. Sin da quando ho aperto gli occhi, quello che ho visto era un grande specchio d’acqua. Questa ha influenzato il mio carattere, la mia indole, la mia visione della vita e della bellezza.
Questa sua visione è chiaramente espressa all’interno dei suoi testi, in cui l’acqua rappresenta un elemento indispensabile e che rimanda direttamente al suo villaggio natale.
L’incipit del primo libro della serie Dingding Dangdang: heichi baichi 丁丁当
当:黑痴白痴 (Dindin Dandan: tonto più tonto) sembra raffigurare gli stessi ambienti in cui l’autore ha trascorso la propria infanzia:
这一天,丁丁差一点儿死掉……
是在秋天。这是一个十分安静的季节。
从早晨开始,他就呆呆地坐在河边上,呆呆地看着从油麻地村前流过的大河。
河水再也不像多雨的夏季那样滚滚流淌,不见水波,甚至看不出流动,水清澈
到能看见河底的游鱼。高远明亮的天空,倒映在水面上。水里的天空甚至比真
正的天空还要清晰。没有一丝风,羊群一般的云朵,一动不动地沉浸在河水里。
世界仿佛一只大钟停摆了。
Un giorno, Dindin stava quasi per morire… Era autunno, una stagione alquanto tranquilla. Sin dal mattino, Dindin se ne stava seduto immobile sulla riva del fiume e con sguardo assente lo fissava scorrere davanti a Campodilino. Il fiume non era più così rigonfio come durante le grandi piogge estive. Sull’acqua non vi erano increspature, sembrava non scorrere nemmeno ed era così limpida che si potevano vedere i pesci nuotare sul fondo. Un cielo splendente si rifletteva sulla superficie dell’acqua e il suo riflesso era ancora più limpido di quello reale. Non c’era un filo di vento e le nuvole, simili a un gregge di pecore, si immergevano piatte nel fiume. Il mondo sembrava un grande orologio che aveva smesso di battere l’ora. (92)
Come già spiegato in precedenza, Cao Wenxuan nasce nel villaggio di Longgang, nel nord della provincia del Jiangsu, dove il terreno è pianeggiante e una gran quantità di fiumi si intreccia per formare una vera e propria rete d’acqua, rendendo la provincia nota come yumi zhixiang 鱼米之乡 (La terra dei pesci e del riso). Per questi motivi, l’immagine dell’acqua è unica e distintiva in Cao Wenxuan, dove la cultura di quest’ultima è riuscita a plasmare il carattere e l’estetica dell’autore nella creazione di opere dedicate all’infanzia. Per i bambini, infatti, questo elemento è motivo di curiosità: il fondale dei fiumi e dei mari è sempre stato fonte di mistero anche per i più grandi, oltre a rappresentare una sorgente inesauribile per il divertimento dei più piccoli. In questo contesto, Cao sostiene che l’attributo “pulito/candido” sia quello che rispecchi meglio il valore delle sue opere e che, di conseguenza, l’assenza di immagini e parole “sporche” sia correlato al forte impatto che l’acqua ha avuto nella sua vita.
La notevole importanza attribuita a questo particolare “candore” rappresenta la prima premessa per potere trattare e parlare di estetica e bellezza. I racconti di Cao Wenxuan sono spesso associati a un’atmosfera di povertà arretrata e, in un tale ambiente, la “pulizia” è fondamentale per mettere in evidenza il “bello”. Questa caratteristica si riflette nel paesaggio da lui descritto e filtrato dagli occhi del bambino: aria, fiumi, parchi, vestiti, visi, cuori, ecc. La mente dei bambini deve essere mantenuta candida. Allo stesso modo, questa caratteristica si riflette nella descrizione dei personaggi, che unisce la purezza esterna del paesaggio a quella interna dei protagonisti, senza confondere l’aggettivo “brutto” con “sporco”, in quanto una persona “brutta” non è necessariamente “sporca”. La presenza dell’acqua, quindi, serve a mantenere quest’ordine di bellezza e candore. Si potrebbe affermare che a prendersi cura del piccolo Cao fosse stato proprio il villaggio sorto sulle rive degli innumerevoli fiumi della regione cinese, fornendo l’autore di una mera aura creativa riversata successivamente nella letteratura, che di conseguenza riflette costantemente quella sensazione familiare di casa.
Il sesto libro della serie Dindin Dandan, intitolato Dingding Dangdang: Heishuishou 丁丁当当:黑水手 (Dindin Dandan: Nerobecco), evidenzia ancora una volta l’importanza attribuita dall’autore a questo particolare elemento. Il penultimo libro della serie, infatti, narra le vicende dell’ormai cresciuto Dindin che, in questa nuova avventura alla ricerca del fratellino, riesce a trovare rifugio sulla piccola imbarcazione, piena di cormorani, di un vecchio pescatore. Tutte le vicende narrate in questo libro avvengono sul fiume o sulle sue rive; Dindin imparerà a pescare imitando i movimenti dei cormorani e seguendo le istruzioni del vecchio pescatore, senza aver paura dell’acqua e dei grossi pesci che essa nasconde. Tra anse, fiumi, ruscelli, imbarcazioni, pesci e uccelli acquatici, Dindin trascorre del tempo felice insieme al vecchio pescatore che, alla fine del libro, morirà a causa dell’età e di una brutta tempesta che peggiorerà drasticamente le sue condizioni fisiche. Dindin deciderà, quindi, di porre il corpo del vecchietto sulla sua imbarcazione insieme ai fedeli cormorani e lasciare che la corrente del fiume la porti liberamente via con sé. L’acqua, infine, si prenderà cura del vecchietto che ha salvato la vita a Dindin e lo ha protetto dal mondo.
Il suo villaggio natale, la sua gente e la sua anima rappresentano, quindi, lo sfondo di molti suoi racconti. Con il nome di Youmadi 油麻地 (Campodilino), nelle sue opere vengono descritte distese infinite di canneti, fiumi, insenature, imbarcazioni, bufali d’acqua, anatre, alberi, cavallette, colombi, campi di grano, acqua cristallina, ecc. Di seguito una breve descrizione di Campodilino presente nel secondo capitolo, intitolato “Wubianwuji de xingfu” 无边无际的幸福 (Felicità immensa), del primo libro della serie Dindin Dandan: tonto più tonto:
这天的太阳显得比往日的要大、要圆。它大放光明,把村庄、麦田和河流,都
照得像镀了金子。
金色的光芒里,花喜鹊、灰喜鹊、麻雀、白头翁、乌鸦都在飞。或在树与树之
间,或从大河这边飞向大河那边,再从大河那边飞向大河这边,或从这块麦田
飞向那块麦田,再从那块麦田飞向这块麦田。都欢快地叫着,叫着不同的声音。
大河里,有船在航行,带帆的,不带帆的。水与船舷相撞,发出“噗噜噗噜”
的声音。被船剪开的流水,到船尾又忽地相遇,好像显得异常的兴奋,一个劲
儿地蹦跳着水花,“哗啦哗啦”地响个不停。一个孩子赶着一群山羊,正往田
野上跑。那些关了一夜的山羊,渴望着被露水打湿了的鲜草,欢快地奔跑着。
赶羊的孩子大声地吆喝着,尽量把声音更广大地传播在早晨的空气里。
这个早晨,所有的人、所有的动物、一草一木,似乎都很快乐。
Quel giorno il sole sembrava più grande e tondo dei giorni passati. Splendeva luminoso tanto da dorare il villaggio, i campi di grano e il fiume. Tra i raggi dorati del sole volavano gazze variopinte, gazze grigie, passeri, storni e corvi. Da un albero all’altro, da una sponda del fiume all’altra, da un campo di grano all’altro, tutti cantavano allegramente. Tutti con una melodia diversa. Delle barche avanzavano lungo il fiume, alcune a vela, altre senza. L’acqua sciabordava contro il fianco delle imbarcazioni e l’acqua fesa da esse si riuniva una volta arrivata a poppa. In questa sorta di agitazione innaturale, spruzzi d’acqua continuavano a zampillare, scrosciando senza sosta. Un ragazzino guidava un gregge di capre dritto verso i campi di grano. Queste, rinchiuse nel recinto per tutta la notte, bramavano l’erba fresca bagnata dalla rugiada mattutina e per questo correvano felici. Il ragazzino spronava a voce alta gli animali, a tal punto che la sua voce si diffuse lontana in quel cielo mattutino. Quella mattina tutte le persone, tutti gli animali e ogni singolo filo d’erba sembravano felici. (100)
In Girasole, la minuziosità nella descrizione del paesaggio è ancora più evidente:
太阳照着大河,水面上有无数的金点闪着光芒。 这些光芒,随着水波的起伏,
忽生忽灭。 两岸的芦苇,随着天空云彩的移动,一会被阳光普照,一会又被云
彩的阴影遮住。 云朵或大或小,或远或近,有时完全遮蔽了太阳,一时间,天
色暗淡,大河上的光芒一下全都熄灭了,就只有蓝汪汪的一片,但又不能长久
地遮住,云去日出,那光芒似乎更加的明亮与锐利,刺得人眼睛不能完全睁开。
有些云朵只遮住太阳的一角,芦苇丛就亮一片,暗一片,亮的一片,绿得翠生
生的,而暗的一片,就是墨绿,远处的几乎成了黑色。
Sulla superficie dell’acqua illuminata dal sole, innumerevoli puntini dorati sprizzavano raggi di luce che spuntavano e scomparivano con l’alzarsi e l’abbassarsi delle onde. Anche le canne ai bordi del fiume, con lo spostarsi delle nuvole, si ritrovavano ora immerse nella luce del sole, ora oscurate dall’ombra delle nubi. Di tanto in tanto nuvole grandi e piccole, vicine e lontane, eclissavano del tutto il sole, tanto che il cielo si faceva cupo e i raggi di luce sul fiume morivano nel giro di un’istante. Ma poi, non riuscendo a offuscarlo troppo a lungo, si dileguavano facendolo spuntare nuovamente, e allora ecco che i raggi luminosi diventavano ancora più brillanti e splendenti, al punto che tenere gli occhi spalancati diventava impossibile. Alcune nuvole coprivano soltanto un angolo del sole, sicché nel canneto compariva qui una chiazza luminosa, qui una buia: le chiazze luminose erano di un lucido verde smeraldo, quelle buie si tingevano invece di un verde scuro che nei punti più lontani diventava quasi nero.
I colori vivaci del paesaggio descritto dall’autore e la minuziosità dei dettagli stimolano l’attenzione del lettore, in modo tale da farlo sentire parte del paesaggio e della storia stessa, tenendo sempre in considerazione che questo tipo di scenario è filtrato dagli occhi puri dei bambini. Il suo particolare concetto di estetica è, quindi, strettamente correlato alla funzione del paesaggio. Nell’opera Xiaoshuomen 小说门, Cao dedica un intero capitolo a questa tematica, mostrando in questo modo l’attenzione e l’importanza attribuitale. La descrizione del paesaggio non solo regola la funzione narrativa del romanzo, ma crea anche uno stato d’animo positivo. Tale descrizione rende questi dipinti pieni di consistenza, facendoli diventare tangibili e concreti, accostando la natura agli esseri umani. Lo scenario viene dipinto come se si trattasse di un quadro: fiumi, alberi, capanne, anatre selvatiche, greggi di pecore, cielo azzurro, nuvole che si tuffano in acqua, il chiaro di luna, la corrente dei fiumi, il movimento delle nuvole, l’agitazione delle canne, il volo degli uccelli, la rotazione dei mulini a vento, ecc, concorrendo tutti a dare vita a uno stile di narrazione inconfondibile e promuovendo lo sviluppo della storia. Con la sua comprensione dell’arte, Cao Wenxuan è in grado di utilizzare sapientemente la lingua per descrivere un vero e proprio quadro, regalando ai lettori un vivido impatto visivo che crea un’atmosfera riconoscibile nelle proprie opere. In Xiaoshuomen afferma:
Una bella atmosfera è una qualità indispensabile per un buon romanzo; è come la nebbia, la foschia o la luce della luna che si riflette sul fiume, tangibile e invisibile allo stesso momento. Parte dalle prime parole del romanzo e, silenziosamente, avvolge con delicatezza i nostri cuori.
Cao ha più volte ribadito che la descrizione del paesaggio è in grado di riflettere le personali abilità di scrittura e l’animo di chi scrive, ed è proprio per questo motivo che questa caratteristica rappresenta una parte molto importante del suo lavoro.
Come accennato in precedenza, i suoi racconti prestano grande attenzione ai colori. Si parla di campi di grano dorato, rami di salice verde, scintillanti canne d’argento, case di paglia dorata, fiumi che sembrano serpenti argentati, ecc. La selezione accurata dei colori non promuove solamente la descrizione del paesaggio, ma stimola i sensi del lettore che, senza accorgersene, si ritrova catapultato in un mondo idilliaco. È proprio questa sollecitazione dei sensi e dei sentimenti a rispecchiare perfettamente il concetto di estetica dell’autore, andando così a trovare esatta corrispondenza semantica con il termine greco analizzato all’inizio di questo capitolo. L’attenzione ai dettagli, alla scelta dei colori, ai movimenti e ai personaggi, ma soprattutto alla scelta accurata delle parole, fanno delle sue descrizioni veri e propri quadri dipinti per mezzo di caratteri, creando così una relazione con l’aspetto logografico tipico del sistema di scrittura cinese, il tutto strettamente correlato con il suo personale concetto di estetica.
Un ultimo aspetto importante relativo al ruolo del paesaggio all’interno delle sue opere è la presenza di un forte simbolismo. La poesia cinese è caratterizzata da un ricco e implicito simbolismo e Cao non è da meno. All’interno dei suoi romanzi, come abbiamo appena sottolineato, le immagini che appaiono con più frequenza sono quelle dell’acqua, dei boschi, degli animali, ecc. L’acqua, tanto importante nella vita e nelle opere dell’autore, diventa un vero e proprio ambiente di crescita per i giovani. Gli alberi e le foreste intorno alle scuole offrono rifugio agli adolescenti contro la solitudine e la sofferenza, essendo anch’esse strettamene correlate all’acqua. I colombi sono gli animali preferiti dagli adolescenti che adorano il senso di libertà da loro trasmesso ed è per questo che vengono allevati con molta cura dai bambini stessi. L’autore colloca queste immagini forti e portatrici di significati simbolici nella vita povera di questi ragazzi, indebolendo le difficoltà e le sofferenze incontrate durante il processo di crescita e aumentando l’ottimismo nel momento in cui si devono affrontare momenti bui.
Di seguito, una breve scena estrapolata dalla versione italiana di Cao fangzi 草
房子 (La scuola dal tetto di paglia) che descrive i colombi del protagonista Sang Sang:
白鸽受了陌生人的惊扰, 呼啦一声飞了起来。 […]
白鸽在天上盘旋着。当时正有着秋天最好的阳光,鸽群从天空滑过时,天空中
闪着迷人的白光。这些小家伙,居然在见了陌生人之后,产生了表演的欲望,
在空中潇洒而优美地展翅、滑翔或做集体性的俯冲、拔高与穿梭。
桑桑看到了外婆身旁一张微仰着的脸、一对乌黑乌黑的眼睛。
白鸽们终于像倒转的旋风,朝下盘旋,然后又纷纷落进院子里,发出一片咕咕
声。
Allarmati dall’arrivo delle due estranee, gli uccelli si alzarono rumorosamente in volo. […] I candidi colombi presero a volteggiare lassù in alto: splendeva un bellissimo sole autunnale, e mentre turbinavano a mezz’aria il cielo era pervaso da un’incantevole luce bianca. Presi dalla voglia di inscenare uno spettacolino per le nuove arrivate, spensierati e graziosi, spiegavano le ali e tracciavano spirali nell’aria e poi, in gruppo, scendevano in picchiata, riprendevano quota, si incrociavano. Accanto alla nonna Sang Sang scorse il faccino rivolto appena appena all’insù, con un paio di occhi neri come la pece. Finalmente i colombi si decisero a scendere, come un mulinello d’aria che ruotava in direzione opposta a quella normale, e uno dopo l’altro atterrarono nel cortile lanciando dei chiassosi glu glu.
Per concludere, si potrebbe affermare che Cao Wenxuan attribuisse maggiore importanza al valore estetico piuttosto che a quello cognitivo dei propri romanzi in quanto le sue opere sono portatrici di bellezza. Come abbiamo potuto analizzare in questi brevi estratti, le sue numerose opere hanno contribuito a costruire un mondo rurale dedicato a sé stesso e ai suoi lettori, in cui tutto è in funzione della bellezza: lo scenario pastorale, gli antichi costumi popolari, i semplici sentimenti umani, e persino le canzoni dei bambini o degli anziani concorrono nelle sue opere a veicolare tali valori estetici.
[Qui per leggere il testo integrale]*Manuel Recchia (manuelrecchia993@gmail.com), siciliano di Ragusa, si è laureato in Lingue e Civiltà dell’Asia e dell’Africa mediterranea, con specializzazione sulla Cina, presso l’università Ca’Foscari di Venezia. È un traduttore dal cinese e promotore della letteratura cinese in Italia. Ama viaggiare e ha la passione ardente della lettura e della scrittura.
**Questa tesi è stata discussa presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia nell’anno accademico 2018/2019. Relatore: Paolo Magagnin.